Notte del Liceo Classico: X edizione
Il 19 aprile si è tenuta la decima edizione della serata dedicata alla cultura classica, la cosiddetta Notte del Classico, che è stata l’esempio perfetto di quanto la passione verso queste discipline sia ancora viva e riesca ad affascinare i giovani al giorno d’oggi.
La serata è stata aperta dall’intervento della preside, la quale ha espresso il suo sincero compiacimento: “Recitare, mettersi in gioco è un impegno che però può risultare piacevole e dona serenità, perché si vede che questi ragazzi che stanno recitando si stanno divertendo. Un ringraziamento va fatto anche agli insegnanti che li guidano e li aiutano.” In seguito è stato proiettato un breve video di presentazione realizzato dal Ministero, con annessi i riconoscimenti per i vincitori della migliore graphic novel del concorso indetto appositamente
Dopo una introduzione accompagnata musicalmente, la prima attività che si è tenuta in atrio a disposizione di tutti gli spettatori è stata la commedia Bacchides di Plauto, a cura del professor Vanzan e dei suoi studenti che hanno abilmente recitato e regalato al pubblico una performance indimenticabile. “La serata è stata meravigliosa. Faccio la Notte del Classico da anni, ma quest’anno mi sono divertito- anzi, si sono divertiti moltissimo. É stata una grande fatica, ci siamo dovuti trovare per provare un sacco di volte ma ne è valsa la pena, non solo perché ha dato modo di creare un gruppo e rafforzare il legame. Abbiamo anche raggiunto la finalità che ci eravamo prefissati, cioè quella di far conoscere Plauto” ha commentato il professor Vanzan, insieme a due dei suoi alunni, Pietro Guglielmi e Tommaso Amato di 5AS, i quali hanno interpretato le Bacchidi “Ci ha fatto partecipare principalmente il nostro affetto nei confronti del professor Vanzan, che ormai abbiamo dalla seconda. Lui ci teneva molto a fare questo spettacolo e nel momento in cui ha proposto le due Bacchidi, abbiamo subito pensato a noi due per via dei capelli lunghi. Però poi ci siamo ritrovati nella parte ed è uscito anche molto bene. Lavorare con lui è stato normale, non abbiamo notato differenze o difficoltà.”
Dalla fine della prima rappresentazione della commedia sono state aperte anche le altre attività, divise tra mondo greco, latino ed alcune presentazioni coerenti al tema.
Continuando con il mondo latino, la professoressa Zamboni e i suoi alunni hanno messo in scena alcune parti dell’Eneide di Virgilio, così come riferito “Il laboratorio è stato basato sulla volontà di rappresentare la prima parte del poema epico dell’Eneide. Stavo affrontando l’argomento in una classe dello scientifico e quindi un piccolo gruppetto di ragazzi si sono messi in gioco nel rappresentare il tragico amore tra Enea, il protagonista, e la sfortunata Didone, insieme a vari lettori che hanno aiutato il pubblico a comprendere al meglio le vicende.” “Sono partito molto carico, sono stato il primo ad offrirmi quando la professoressa ha annunciato questa cosa. Quando ho visto il testo, un po’ lungo e complicato, ho cercato di tirarmi indietro e di cercare un sostituto. Alla fine ho imparato bene la parte e mi sono impegnato per riuscire a farcela. Mi sono divertito e se ci sarà l’occasione parteciperò di nuovo volentieri” ha detto Andrea Fadigati (2BS), interprete di Enea, insieme ad Elena Trentin (2BS), Didone “Non è stato assolutamente pesante, anzi, è stata una bellissima esperienza.”
A seguire l’attività Monstrum Horrendum, Informe, a cura dei professori Brajato, Di Giacomo, Morosin e Uncini, sostenuti da vari loro allievi.
“L’idea che ci è venuta è questa: di fronte al mito di Perseo e Medusa, della Sfinge e di Edipo e di fronte a quello del Minotauro e di Teseo, cosa vede un ragazzo adolescente di oggi? Il mito diventa lo specchio secondo cui riesco a vedere le mie paure, le mie insicurezze. La domanda che ci siamo posti è stata, dove si trova il mostro? Come nello scudo del mito di Perseo, il mostro lo vedo riflesso, come un’immagine. Per cui il mito diventa il tentativo di dare una forma ad un qualcosa che non ne ha una” racconta il professor Brajato in merito all’attività. Riguardo l’organizzazione, la professoressa Uncini ha espresso “Si è sentita una necessità di organizzare qualcosa per il biennio, che solitamente rimane fuori dalle attività perché ci si concentra su commedia e tragedia per il triennio. Abbiamo individuato inizialmente il tema del mostro, ma ci sembrava troppo cupo per dei ragazzi giovani, per cui abbiamo scelto il superamento del mostruoso. L’elemento fondamentale è stato il filo conduttore, che ha unito i tre diversi gruppetti e è riuscito a dare un ottimo risultato”, mentre sulla parte relazionale la professoressa Morosin ha detto “É stato bello per i forti legami che si sono creati. I ragazzi stavano esprimendo pienamente se stessi.” Chiedendo più specificatamente a questi ultimi, hanno avuto il piacere di raccontare “Sicuramente un’esperienza che rifaremo nei prossimi anni. Da tanto a livello umano, perché dà modo di conoscerci meglio fuori dalla scuola e passare molto tempo insieme. Poi c’è stata l’emozione d’esibirsi davanti al pubblico. Dà grande soddisfazione, soprattutto nella speranza di lasciare qualcosa di concreto agli spettatori. Caldamente consigliato!”
Passando al mondo greco, le due attività teatrali sono state l’Antigone di Sofocle, a cura della professoressa Capuzzo, e la Pace di Aristofane, a cura delle professoresse Businarolo e Mantoan. Per quanto riguarda l’Antigone, una tragedia che tratta del contrasto tra leggi divine e leggi stabilite dall’uomo, incentrata sulla capacità donne di combattere le loro lotte, uno studente che ha partecipato attivamente alla rappresentazione, Giacomo Petertini (3AC), ha riportato “La serata si è conclusa in maniera ottimale, anche se con qualche piccola défaillance, ma fanno parte della storia in ogni modo. L’improvvisazione ha aiutato molto, e poi abbiamo avuto dei compagni fantastici ed una professoressa meravigliosa, che ci ha portato tanto in alto.” La Pace è stata commentata invece dalla professoressa Businarolo, che ha spiegato il motivo della scelta “L’anno scorso con i ragazzi siamo stati in gita in Sicilia ed hanno assistito alla rappresentazione di una commedia al Teatro Classico di Siracusa, esperienza che è piaciuta molto. Abbiamo così comprato il libretto con l’idea di mettere in scena la Pace quest’anno, riadattando un po’il testo. La partecipazione è stata sorprendente, assolutamente positiva. Speriamo di aver lasciato al pubblico l’idea che la cultura classica non è solo qualcosa di serioso, ma che può essere anche divertente se si vuole.”
Ulteriore aggiunta alle rappresentazioni è stato il laboratorio di scienze Sperimentare con gli Antichi, a cura dei professori D’Alessandro, Piva e Sinigaglia. “Abbiamo iniziato con una introduzione sul mito legato alla scienza nell’antichità e poi abbiamo realizzato l’esperimento del saggio alla fiamma, della lana d’acciaio che prende fuoco, le dimostrazioni di come nascono i fulmini e il calcolo della distanza al pubblico” racconta un’alunna che ha preso parte all’attività. Aggiunge poi il prof D’Alessandro: “Si tratta di un confronto tra il modo in cui gli antichi si approcciavano alla natura e il modo in cui cerchiamo di comprenderla noi. Lo scopo è quello di capire le differenze, imparare da esse, ma anche trovare dei punti di contatto concreti.”
Tra le altre attività, La luce dalla e alla finestra nell’arte e nella filosofia, a cura della professoressa Celeghin e del prof Centanini, il quale ha spiegato: “Il nostro laboratorio essenzialmente tratta del rapporto che possiamo mettere in luce tra la pittura e la filosofia. Abbiamo dunque scelto il tema della luce da esplorare nella pittura del ‘600 e nella filosofia, scegliendo tre autori fondamentali del periodo, cioè Caravaggio, Artemisia Gentileschi e Vermeer, che sono stati poi interpretati da tre ragazzi. Abbiamo affiancato loro tre studenti che in qualche modo riuscissero ad incarnare la filosofia stessa e che ricollegassero ai dipinti il pensiero di Blaise Pascal, Immanuel Kant e Baruch Spinoza. Il lavoro è stato estremamente stimolante, soprattutto dare agli studenti gli stimoli e gli strumenti adatti per lavorare e vedere la loro risposta positiva.”, ma anche Nulla è come Appare delle professoresse Sturaro e Albertin. “Tutto è giocato sulla realtà e sull’apparenza. Quello che appare spesso non è la realtà. Il laboratorio prende spunto da testi letterari classici e arriva fino a testi dei nostri giorni, mentre altri sono stati inventati dai ragazzi. Ciò che vogliamo esprimere è che non bisogna fermarsi all’apparenza, bisogna andare oltre” racconta la professoressa Sturaro, trovando conferma anche nelle opinioni degli studenti che hanno partecipato, i quali affermano di essersi divertiti e di aver trovato l’esperienza utile. Infine l’attività d’esposizione a cura della professoressa Di Giacomo e dei suoi alunni che, come riportato dalla professoressa stessa “Si è trattato di un laboratorio di scrittura creativa. Partendo dal tema della fantasia, dal libro della Storia Infinita, abbiamo ragionato sul voler dar vita a quei personaggi che nel libro rimanevano sospesi. Abbiamo lavorato per dare loro una vita e per creare un libro che rappresentasse i ragazzi”. In particolare Noemi Soranzo e Raciti Alessandra (1AC) hanno esposto “L’argomento principale è la fantasia, che solitamente non viene trattato. Ne sono uscite tante riflessioni ed è stato bello avere un confronto tra giovani e adulti, dato che ci sono stati diversi punti di vista sull’infanzia ed altre tematiche.”
Il resoconto finale della serata è intuibile dalle parole della professoressa Capuzzo, la quale spiega: “C’è stato un grandissimo afflusso di persone, ed una grande inventiva da parte dei ragazzi. Noi abbiamo coordinato i laboratori ma tante idee sono nate proprio da loro. Io spero veramente che le persone tornino a casa portando con sé qualcosa in più riguardo la piacevolezza dei classici, che non sono studio e la fatica nelle versioni, ma anche ridere, come abbiamo fatto nella commedia, sognare e affrontare temi importanti come il Monstrum.”
Valentina Grigio 3BL
Per le foto si ringraziano: Irene Morato (5AS) e Diletta Sbicego (4BSA)