“Maschere: tra apparenza e realtà”

In questi ultimi due mesi avete visto comparire i vari elaborati prodotti dai ragazzi del biennio in occasione del concorso di scrittura e arte “Maschere: tra apparenza e realtà”.

Con questo articolo vorremmo ringraziare tutti i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato e collaborato in questo concorso: un grazie ai partecipanti per essersi messi in gioco e aver accettato la sfida, un grazie a quanti si sono offerti per fare da giuria ai vari elaborati dedicando il loro tempo, un grazie alla Dirigente e alla prof.ssa Govorcin che ci hanno permesso di rendere tutto questo possibile.

Di seguito nomi e link dei primi tre classificati per ogni categoria:

Scrittura:
1) Maria Letizia Rizzieri Link
2) Frederick Toschetti Link
3) Anna Chiara Ferraro Link

Arte:
1) Gemma Zorzan Link
2) Giorgio Nushi Link
3) Giorgia Chiarello Link

Ancora grazie da parte nostra

– I direttori di RompiPagina

Cerimonia di Consegna dei Diplomi A.S.2023-24

Sabato 18 maggio si è tenuta la cerimonia di consegna dei diplomi a studentesse e studenti che hanno svolto l’Esame di Stato lo scorso anno scolastico. La cerimonia inizia con il discorso della Dirigente, che abbiamo voluto rendere il testo principale di questo articolo poiché ci ha colpito molto in quanto denso di significato e toccante, seguito dalla consegna effettiva, uno per uno, classe per classe, di tutti i diplomi. Le foto scattate da Irene Morato (5AS) saranno reperibili come da istruzioni che seguiranno sul sito della scuola.

Di seguito il discorso della Dirigente Scolastica:

“Un momento in cui noi riconosciamo gli sforzi e i successi dei nostri studenti, degli studenti del liceo Ferrari. Come dirigente scolastico, per me è un onore essere qui a condividere questo traguardo così significativo nella vita di ogni studentessa e di ogni studente. In questi anni, cari ragazzi, avete lavorato con dedizione, passione e perseveranza. Avete affrontato delle sfide, superato ostacoli, dimostrando che con l’impegno e con la determinazione si possono raggiungere grandissimi risultati.
Ogni diploma che oggi qui verrà consegnato non è solo un pezzo di carta, ma è il simbolo di tutto ciò che avete imparato, vissuto durante il vostro percorso scolastico qui al Ferrari. Vi invito, con le parole di Einstein, a non considerare mai lo studio come un dovere, ma continuare a considerarlo come un’invidiabile opportunità.
Siate perciò ostinati, andate oltre, perseverate nelle difficoltà che inevitabilmente incontrerete anche nel cammino nuovo che avete intrapreso in questi mesi dopo il percorso liceale. Non lasciatevi sopraffare dalle intemperie, solcate il mare. Fate come Ulisse: non accontentatevi mai di ciò che già conoscete, siate sempre più curiosi, vogliate sempre di più, aspirate al massimo e poi prendetelo. Non accontentatevi delle banalità, studiate, datevi degli obiettivi importanti, siate generosi. Affrontate le difficoltà senza paura, perché queste ci rendono forti, e non temete di sbagliare, anzi, imparate dagli errori. Siate sempre pronti alle sfide che incontrerete e solo così sarete dei veri vincitori. Oggi, mentre noi celebriamo questo vostro successo, vi invito a rimanere affamati, di conoscenza, di esperienza, di giustizia e verità. Questa fame è motore del progresso, la scintilla dell’innovazione e il cuore della perseveranza.
Prendo proprio a prestito le parole di Steve Jobs, che le ha pronunciate durante un discorso a Stanford vorrei che risuonassero qui con forza: “Siate affamati, siate folli. Siate affamati di scoperte, folli abbastanza da poter cambiare il mondo.”
Nelson Mandela infatti affermò che l’istruzione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo e voi ora siete armati di questa potente risorsa. Usatela bene.
Il vostro percorso educativo infatti non si è concluso a luglio dello scorso anno, anzi,in realtà è solo l’inizio di un apprendimento che durerà per tutta la vita. Il diploma che ricevete oggi è quindi anche una chiave che apre innumerevoli porte: usatela per aprire le porte giuste, quelle che conducono a strade meno percorse, a sfide sempre più grandi e a soddisfazioni più profonde.
Siate affamati di successo, ma anche di gentilezza e compassione. Siate folli nel perseguire i vostri sogni, ma trovate anche modi per aiutare gli altri. In questo modo non solo riuscirete a realizzare i vostri obiettivi, ma lascerete anche il mondo un po’ migliore rispetto a quello che avete trovato.
Socrate fu definito un immorale corruttore di giovani, ma noi lo ricordiamo come uno dei più importanti esponenti della tradizione filosofica occidentale.
Louisa May Alcott, l’autrice di piccole donne, fu incoraggiata dalla famiglia a trovare lavoro come serva o come sarta, ma noi la ricordiamo come autrice di romanzi. Beethoven maneggiava con difficoltà il violino, preferiva suonare le proprie composizioni anziché migliorare la tecnica e il suo insegnante lo aveva definito senza speranza come compositore. Darwin, il padre della teoria dell’evoluzione, ha rinunciato ad una carriera di medico e nella sua biografia egli scrisse: “Ero considerato da tutti i miei maestri, ma anche da mio padre stesso, un ragazzo molto ordinario, inferiore alla media in intelletto.”
Gli insegnanti di Thomas Edison gli dissero che era troppo stupido per imparare qualcosa, ma noi lo ricordiamo come il primo imprenditore che seppe applicare i principi della produzione di massa al processo dell’invenzione.
Ormai l’elenco sarebbe lungo, il messaggio è però chiaro: non ascoltate le persone con la pessima abitudine di essere negative. Derubano le migliori speranze del vostro cuore. Siate sempre il meglio di ciò che potete essere e abbiate sempre un atteggiamento positivo e costruttivo nei confronti di tutto e di tutti, avendo fiducia in voi stessi e nelle istituzioni. Siate leali e onesti con tutti, sia in famiglia, sia nella società, sia nella scuola, perché la lealtà e l’onestà, unite alla correttezza nei rapporti, favoriscono le relazioni e migliorano noi stessi.
Voglio ringraziare ora anche i genitori che hanno sostenuto i figli nel loro percorso scolastico, nel percorso dei cinque anni del liceo, e anche gli insegnanti. Alcuni degli insegnanti sono qui con noi per celebrare il vostro successo, insegnanti che vi hanno guidato con saggezza e pazienza. Il vostro ruolo, genitori e insegnanti, è stato fondamentale per il successo di questi giovani.
Alle studentesse e agli studenti dico, siate orgogliosi di quello che avete conseguito, guardate il futuro con fiducia. Il mondo vi attende con infinite opportunità e possibilità. Continuate ad imparare a crescere e soprattutto a sognare. Ricordatevi che il vostro percorso formativo è un viaggio che non finisce mai e prendendo a prestito le parole di Roosevelt, ricordate che il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.
Voi, cari diplomati, avete dimostrato di credere nei sogni, di lavorare sodo per realizzarli e un traguardo lo avete raggiunto, il diploma liceale. Congratulazioni a tutti voi per il diploma conseguito. Vi auguro ogni successo nel vostro cammino futuro.”

Pietro Grosselle 4BSA

Certamen Atestinum – Incontro a Palazzo Santo Stefano

Nella mattina di giovedì 9 maggio 2024 si è tenuto a Palazzo Santo Stefano a Padova un incontro con il Vice Presidente Provinciale e Consigliere Delegato alla Pubblica Istruzione, Dott. Luigi Bisato e gli studenti che hanno partecipato alla gara di traduzione bandita dal nostro liceo: il “Certamen Atestinum”, che è ormai giunto alla sua VIII edizione.

Il dott. Bisato apre l’incontro, congratulandosi con tutti coloro che hanno partecipato per essersi messi in gioco ed evidenziando come questo concorso “ci parla delle nostre tradizioni e su questo dobbiamo innervare il futuro”.

Passa poi la parola alla prof.ssa Businarolo che, in veste di Assessore alla Cultura del Comune di Este, ringrazia gli studenti per aver colto l’occasione di mettersi alla prova. È lei a ricordare come, al di là dell’ambizione individuale, quest’occasione dimostri l’amore e la passione di giovani ragazzi nei confronti della materia e della tradizione della propria terra. Ringrazia poi anche la dott.ssa Tagliaferro e il dott. Nosarti per la loro disponibilità e le altre scuole partecipanti.

La parola poi passa alla Dirigente Scolastica del nostro Istituto, la prof.ssa Cosimo, che desidera sottolineare l’impegno profuso dai docenti nel realizzare e coordinare questo progetto e manifesta la propria gioia nel sapere che molti ragazzi hanno colto questa particolare iniziativa, motivo di crescita e sfida personale.

Infine la Dirigente Scolastica dell’Istituto “Cattaneo – Mattei”, la prof.ssa Mosello, esprime i suoi ringraziamenti, ricordando come la passione per quello che si studia porti ad essere dei buoni cittadini e delle persone migliori.

Si procede poi con la consegna degli attestati ai vari dirigenti, studenti e docenti coinvolti in questa competizione, e ai vari ragazzi viene chiesto cosa piace del latino. Di seguito riportiamo alcune delle loro risposte.

“Per me il latino è bello, oltre che da tradurre, anche perché ci insegna qualcosa e tratta temi importanti che noi riusciamo anche a vedere nella vita odierna.” (Veronica Balbo, 5AC)

“Io amo il latino perché molte cose che succedono oggi succedevano anche nel passato e proviamo le stesse emozioni che provavano allora, e questo è molto interessante.” (Camilla Boraso, 5AC)

Marco Ramazzotto (5CS): “Con il latino ho avuto un rapporto di amore e odio, però mi auguro che le nuove generazioni proseguano nello studio del latino, perché altrimenti sarebbe una grande perdita per tutti.”.

Emma Spinello (5AS): “A me piace il latino perché mi ha insegnato a ragionare”.

Dopo questo momento vengono consegnate delle locandine dell’evento e degli articoli di RompiPagina al dott. Bisato, a ringraziamento di quanto fatto dalla provincia per questo incontro.

La mattinata si conclude con la visita guidata a Palazzo Santo Stefano, di cui viene raccontata la storia, e al Museo della Guerra, che si trova nello stesso edificio e che contiene le prove dei bombardamenti avvenuti sulla città di Padova nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

Ringraziamo il dott. Bisato e la dott.ssa Peruzzo per aver offerto la loro disponibilità nel tenere quest’incontro, le professoresse Capuzzo e Sturaro, con il prof. D’Alessandro, il dott. Nosarti e la dott.ssa Tagliaferro per aver organizzato questa competizione, tutti gli studenti partecipanti di tutte le scuole per essersi messi in gioco e per aver dimostrato il loro amore per il latino.

Grosselle Pietro, 4BSA

Triummulierato fashion

In questo mio articolo voglio estrarre dal cappello del mago una triade di mostri sacri della moda, per me
centrali ed eccezionali. Queste icone, a differenza delle molte celebrità che ci intasano il feed, non vestono
le idee degli stylist, non vengono “indossate” dagli abiti e non rappresentano mezzi pubblicitari. Incarnano,
invece, lo stile e sono impenitenti, colpevoli di essere deliziosamente contro corrente, forti della
consapevolezza, maturata con l’età, della loro immagine. 
Si apra il sipario: ecco a voi Cecilia Matteucci, Michèle Lamy e Anna Piaggi.


Cecilia Matteucci, celebrity bolognese atipica, come la definisce Vogue, è una collezionista di origine
toscana, oserei dire ossessiva, di alta moda (tanto che in un’intervista disse di avere, in uno dei suoi
appartamenti- wunderkammer, abiti appesi persino in bagno, con borse nella vasca da bagno), gioielleria ed
arte, oltre ad essere una melomane.
Il suo stile inconfondibile rende lei stessa un pezzo d’arte: non esce di casa senza un pezzo Chanel,
cascate di gioielli e un make-up de résistance che mi ricorda paradossalmente quello di Divine in Pink
Flamingos. 

Selfie della divina tratto dal suo Instagram

Oltre ad essere infinta fonte d’ispirazione per i suoi fans, compreso Alessandro Michele, è una grande
esperta del settore, constatazione pleonastica deducibile dai suoi oculati abbinamenti, una che parla sempre di
ciò che ama, la moda. A dirvelo è qualcuno che ha avuto la fortuna di conversarci dal vivo; le sue parole: “Viva
Edoardo!” *alzata di calice di champagne. 

Scatto per Vogue Italia, agosto 2022


Michèle Lamy è ad oggi conosciuta come il manifesto estetico di Rick Owens, designer americano
avanguardista. Il loro rapporto nacque quando le venne fatto il suo nome a proposito di una posizione per il
proprio brand di sportswear maschile Lamy. Il resto è storia: diventò sua moglie e esplorò il suo stile fino
all’attuale stato sublimato. La Lamy fonde con il suo corpo abiti scultorei dalle tinte gotiche, gioielli materici, tatuaggi e simboli tribali, frutto di una vita di studi e viaggi. È punto di riferimento per molte entità
influenti dei nostri giorni, ma non è mainstream. Non sarà difficile vederla divertirsi in club tecno,
presenziare alle sfilate di Yeezy o visitare gallerie. 
È puro fascino brutalista e metafisico. 

Street style di Michèle Lamy, alla Paris Fashion Week


A chiedere questo mio triumvirato è Anna Piaggi, giornalista più volte menzionata nei miei articoli. Giocava
con parole e grafica, facendone derivare articoli  (D.P. Doppie Pagine di Anna Piaggi) che erano suo perfetto
riflesso. Parlando del suo lavoro disse: “Non ho mai ragionato sulle cifre, né sul successo”. 
A sue parole si travestiva, si vestiva eccentricamente, e questo fu celebrato nella mostra Fashion-ology del
2011 al Victoria&Albert Museum di Londra, interamente a lei dedicata. Bagaglio di cultura mascherato da
apparente levità, questo era Anna Piaggi. 
Tratti identificativi: ciuffo blu, cappello, bastone e policromia estrema.
“Inventare è il mio modo di essere”. E per descrivere il suo stile credo non siano stati inventati ancora
vocaboli adatti. 

Settembre 2007, al party di Pinko a Londra

This is my Roman Empire!

Year abroad – A video interview with 3 students

12 gennaio 2024. Un venerdì normalissimo in bar al Ferrari. Alle 13 si trova per la prima volta un gruppo di lavoro su un progetto di RompiPagina. Questo gruppo composto da Edoardo Cogo (5AC), Francesca Vitacca (5AL), Giulia Bellucco (5BL) inizia a confrontarsi sull’idea di realizzare un’intervista sull’esperienza dell’anno all’estero, con l’aiuto di Pietro Grosselle (4BSA) sulla base delle idee della professoressa Govorcin. 

Da questa riunione di 3 mesi fa è iniziato un lavoro che ha coinvolto in primis Edoardo, Francesca e Giulia, ma anche Matilde Martinelli (5AC) che ha svolto l’intervista effettiva, la professoressa Govorcin che ha preparato le domande ed è stata la prima persona ad aver pensato a questa iniziativa e, più di tutti, il professor Ruzzenenti che ha realizzato l’intervista ed ha poi montato il video che trovate in fondo a quest’articolo e che ringraziamo dal profondo del nostro cuore. Questo lavoro si conclude oggi, dopo 3 mesi di lavoro, 3 mesi in cui solo in pochissimi sapevano di questo progetto, 3 mesi intensi. E ora lo lasciamo a voi, sperando possa aiutarvi qualora steste considerando la possibilità di passare un periodo di tempo all’estero, e sperando possa arricchirvi come persone, buona visione!

Di seguito la risposta alla domanda fatta da poco agli studenti coinvolti: “Descrivete in 3 parole quest’esperienza”

Edoardo: “Stimolante, avventurosa, arricchente”

Francesca: “Divertente, illuminante, completa”

Giulia: “Collaborazione, trasmettere l’esperienza, ricordi indimenticabili”

Matilde: “Divertente, challenging, stimolante”

I direttori di RompiPagina 

Grosselle Pietro (4BSA), Marchetto Sara (4CA) e Martinelli Matilde (5AC)

Qui sotto potete trovare l’intervista

https://drive.google.com/file/d/1FQU-NO9iTCxNmqaCNc0JyEUcsCRKGQiF/view?usp=sharing

Festival delle Lingue: I edizione

Dare un’unica definizione del nuovo “Festival delle Lingue”, formidabilmente organizzato dai docenti del Ferrari e dagli studenti delle classi seconde, terze, quarte e quinte che hanno partecipato e hanno contribuito con impegno alla sua realizzazione, risulta quasi impossibile. In una serata, quella dello scorso 22 Marzo, i partecipanti hanno avuto la possibilità di sperimentare e divertirsi attraverso una grande quantità di laboratori interattivi, i quali, attraverso la loro varietà, sono riusciti a lasciare qualche nozione di lessico, di cultura e che hanno rappresentato accuratamente l’amore verso le lingue da parte degli organizzatori, provenienti da non solo dall’indirizzo linguistico.

L’inizio delle attività vere e proprie è stato introdotto dalla band scolastica, la quale, con un vario repertorio di canzoni nelle diverse lingue proposte, ha indubbiamente permesso d’intrattenere il pubblico in maniera serena. In seguito si è tenuto l’intervento della nostra Dirigente, che ha colto l’occasione per ricordare a tutti il valore che possiede la conoscenza linguistica e la sua importanza nella creazione di una connessione con altri popoli e con le altre culture che, per quanto possono apparire ineguali dalla nostra, possiedono intrinsecamente una particolarità e una bellezza peculiare.

Gli ospiti hanno avuto ulteriormente modo di scegliere i laboratori linguistici ai quali partecipare grazie ad una iniziale rassegna stampa, che ha illustrato loro i relativi progetti dedicati alla parte pratica o agli scambi culturali.

Passando in rassegna i vari laboratori, partiamo da quelli in lingua inglese.

The Offensive Translator“, a cura dei professori Galante e Gusella e vari studenti del liceo artistico, tra i quali Frederick Toschetti (2CA), è riuscito a combinare divertimento e competenza.

Abbiamo avuto molta affluenza e siamo molto contenti di questo. Mescolando il comico (video in inglese) e serio (traduzione) abbiamo riscontrato molti pareri positivi.

English For Fashion“, a cura della professoressa Ghidoni e della classe 5^CA, tra cui l’alunna Aurora Lacerti, rivolto a tutti coloro con un forte interesse, o una semplice curiosità, verso il mondo della moda.

 “Abbiamo rappresentato gli stilisti più famosi come Chanel, Dior, Prada ma anche artisti più ricercati. Siamo molto contenti del risultato perché tra le prove Invalsi e gita in mezzo ci siamo impegnati tanto.

Victorian’s Secrets“, a cura delle studentesse Giada Gambalonga (5AL), Emma Marchioro (5AL), Erica Spigolon (5BL) e Greta Polonio (5BL), una versione moderna e comica di una possibile conversazione tra figure femminili indimenticabili della letteratura inglese.

La nostra attività consisteva in un talk show ambientato nell’età vittoriana dove le protagoniste erano Jane Eyre dell’opera Jane Eyre, Elizabeth Bennet di Pride and Prejudice e Catherine di Wuthering Heights. Siamo state assolutamente contente dell’affluenza.

The Tudor Family“, a cura della professoressa Scardin e di vari studenti di 4AL tra cui Anna Pavan e Riccardo Belluco, incentrata sulla memorabile dinastia regnante dei Tudor.

Grandissima affluenza e molta creatività nei corridoi, comparabile alla Notte del Liceo Classico.”

CreHAIKUS under the moonlight: poeti per una notte” a cura della professoressa Ditadi e di alcuni alunni di 4BSA, laboratorio in cui i partecipanti “sono stati invitati a creare un Haiku dal primo all’ultimo verso, come dei veri e propri Poeti! Partendo da immagini-stimolo o parole-stimolo proiettate all’interno della classe-laboratorio come ci spiega la professoressa stessa.

Fake or real?” coordinato dalla professoressa Mantoan insieme ad alcune alunne di 4AC che ci dicono: “Era un laboratorio incentrato sul riconoscere le fake news, dove i partecipanti analizzavano un articolo e sulla base di alcuni punti cercavano di capire se fosse vero o meno con, a seguire, dei quiz a premi per fare pratica”.

Passando alla lingua francese, la professoressa Fiocco ha affermato: “Le attività sono state totalmente proposte dai ragazzi, sia il quiz sui modi di dire in francese sia la pièce sull’assurdo di Ionesco, preparate tutte nel tempo record di 2 settimane. Ho avuto una grandissima soddisfazione riguardo le loro capacità di applicare la lingua straniera fuori dalla classe.”. I laboratori in questa lingua erano un quiz sui modi di dire in francese tenuto da alcune ragazze di 3AL e una piéce dell’assurdo di Ionesco che i ragazzi di 4AL avevano visto due settimane prima in gita a Parigi e da lì hanno deciso di metterlo in scena in questa serata.

Per quanto riguarda invece lo spagnolo, le classi sono state completamente riempite di spettatori. “Dalle cantigas alle canzoni: un mondo di tradizioni”, con la partecipazione di Sophie Benso (4BL) e Martina Corso (4BL) e numerosi altri ragazzi, ha superato le loro aspettative come da loro riportato: “Essendo un laboratorio letterario non ci aspettavamo così tanta affluenza, siamo rimaste piacevolmente sorprese.” Tra i partecipanti anche Hiba Chaouki (4BL) che ci dice: “è stato interessante portare una lingua diversa da quelle che studiamo poiché ho portato una canzone metà in arabo e metà in spagnolo”.

Tratta di letteratura anche “Federico Garcia Lorca: musica, teatro e poesia”, a cura della professoressa Faccon e dei suoi alunni, i quali insieme sono stati in grado di rappresentare perfettamente l’emozione contenuta dalle poesie. La professoressa ha commentato dicendo: “Con le rappresentazioni teatrali dell’Aurora di New York e La Casa di Bernarda Alba stiamo facendo successo: è la quarta volta che facciamo lo stesso spettacolo. Va studiata la prossima edizione ma ci abbiamo azzeccato, no?”. L’alunna Rowena Polato (5BL), che ha partecipato attivamente, ha aggiunto: “Pieno di gente, non si riusciva quasi a respirare dalla quantità di persone presenti. Ottimo esempio per chi volesse in futuro scegliere il linguistico.

Infine trattiamo delle attività in tedesco, che al pari delle altre lingue hanno riscosso pareri affermativi. Al riguardo, le professoresse Barison e Salvo hanno parlato positivamente delle performance, della partecipazione dimostrata e anche di come gli alunni stessi abbiano avuto l’occasione di divertirsi. Tra i vari, citiamo “Deutsch mit Spaß”, un interessante laboratorio lessicale organizzato dalla professoressa Mazagg e da alcuni alunni di 3AL, insegnavano le basi del tedesco ai partecipanti. Tra gli alunni c’è Alex Sinchevici che la definisce “davvero una bella esperienza, da rifare in futuro”.

Il laboratorio letterario e teatrale “Die Leiden des jungen Werthers: il giovane Werther tra dolori e passioni” sembra essere stato tra i più acclamati, grazie alla capacità degli attori di trascinare i partecipanti all’interno del memorabile romanzo di Goethe. Giulia Pastò (4BL) e Gianmarco D’Onghia (4BL) rivelano: “Abbiamo recitato una volta in più perché il pubblico lo ha richiesto. Ci siamo divertiti moltissimo.

Altro laboratorio in tedesco è stato “Das Brettspiel über Deutschland: un viaggio alla scoperta della cultura tedesca” di alcune studentesse del linguistico tra cui Valentina Grigio (3BL) che ci dice “è stato divertente osservare i primi approcci al tedesco di persone totalmente alle prime armi”

In molti hanno partecipato anche agli interventi riguardo le esperienze internazionali che la scuola propone, per i quali la professoressa Rappo ha espresso una sentita soddisfazione: “La serata sta andando oltre le nostre aspettative, sono veramente felice, sta ripagando tutti i nostri sforzi. Gli studenti si stanno impegnando molto e i progetti internazionali stanno riscuotendo successo. Sono molto soddisfatta anche degli ex studenti che sono venuti per aiutarci.” Gli ex alunni Riccardo Alfonso e Sofia Zhou, che hanno presentato le loro esperienze Erasmus, hanno dichiarato: “Non ci aspettavamo tutta questa partecipazione, i genitori sono emozionati all’idea di mandare i figli all’estero e tornare qua è stato quasi nostalgico.”. Ma sempre a parlare delle loro esperienze c’erano anche Camilla Erbusti (5AA) e Elena Grillo (5BL) che ci dicono: “Ci sono un po’ di persone interessate, soprattutto genitori che chiedono per i figli ed è una cosa molto positiva”.

La serata ha ricevuto riscontri particolarmente positivi da molte persone e di seguito ne riportiamo alcuni, come Marco del Piccolo, DSGA (Direttore dei Servizi Generali Amministrativi) del nostro Istituto che afferma: “Non ho mai visto una cosa del genere, vedere la scuola riempirsi durante questi eventi mette gioia.” o le giovani Livia, Maddalena e Alessia (di rispettivamente 7, 7 e 4 anni) a cui è piaciuta la serata, in particolare “il laboratorio di tedesco e gli indovinelli in francese dove abbiamo vinto le caramelle”, o ancora il parere di Agostino, madrelingua inglese che attualmente è assistente di lingua nella nostra scuola, che ci ha detto: “I think this has been a wonderful evening, all the students were involved into their projects. I’ve been very impressed at the level of English that I saw in the workshops.”.

Anche la Dirigente Scolastica Milena Cosimo si è espressa positivamente riguardo la serata affermando: “c’è tanta partecipazione. Soprattutto gli attori sono bravissimi e tutti i laboratori sono molto interessanti”.

Si può considerare quindi la prima edizione del Festival delle Lingue un successo, la realizzazione concreta dell’impegno di docenti e studenti, ma anche la dimostrazione delle competenze acquisite dagli alunni durante il loro percorso scolastico, come afferma la professoressa Businarolo, docente di lettere che ha partecipato ai laboratori e che ha rivelato la sua ironica preoccupazione: “Sono preoccupata perché ci stanno facendo una grande concorrenza per la Notte del Liceo Classico. Sono bravissimi questi ragazzi del linguistico. Fanno dei laboratori interessantissimi. Quasi quasi verrebbe voglia di imparare le lingue anche a me.

La professoressa Fiocco ha espresso il significato di questa serata, oltre al presentare i vari progetti che la scuola propone: “Sono questi momenti in cui troviamo forse il senso di ciò che facciamo perché in aula si vede qualcosa, ma non si vede tutto quello che i ragazzi sanno fare e come sanno abitare la lingua straniera”.

La professoressa Scardin, insegnante d’inglese, ci ha raccontato come sia nata l’idea di questa serata ed ha esternato il desiderio di riproporre il Festival anche negli anni a venire: “Questa serata è nata dalla voglia di far conoscere ai ragazzi e alle famiglie le varie opportunità dei progetti internazionali che la scuola propone. Partendo da questo obiettivo, ovvero di mostrare le emozioni e i risultati che i ragazzi portano a casa da queste esperienze, siamo arrivati al festival di oggi. Questa non è una serata dedicata solo al linguistico, ma a tutto l’istituto perché questi progetti sono trasversali a tutte le classi di tutti gli indirizzi. Ci siamo messi un po’ in gioco insieme a tanti colleghi e studenti. Ci ha colpito perché non ci aspettavamo così tanta affluenza. Siamo rimasti veramente soddisfatti e spero che sia piaciuta a tutti e ci auguriamo l’anno prossimo di poter fare una seconda edizione.

Francesca Picelli 1AL

Valentina Grigio 3BL

Pietro Grosselle 4BSA

Con le foto di Diletta Sbicego (4BSA) e Irene Morato (5AS)

Is Ugly Still Chic?

Non solo le cose “belle” ci attraggono, che sia in amore o nella moda. Il “brutto”, sempre se così si può definire, ha un fascino intrinseco, ha qualità inspiegabilmente percepibili che però sfuggono alla comprensione piena del fenomeno.
L’introduzione del “brutto” nell’arte nasce come provocazione intellettuale contro una patinata noia borghese, come scrive Francesca Milano Ferri per Harper’s Bazaar, e anche più tardi e in ambiti diversi, non è venuto a mancare l’aspetto provocatorio e sovversivo. Un esempio di evento rivoluzionario per la moda fu senza dubbio la SS1996 “mix di colori solforosi” (def. di Anna Piaggi) di Miuccia Prada, collezione aspramente criticata proprio per non aver rispecchiato l’idea di bello e di conforme, che aprì le porte al famosissimo “pretty-ugly”; è sempre Miuccia Prada a dire: “Il brutto è attraente, il brutto è eccitante. Forse perché è più nuovo”.

Prada Spring 1996

Prada Fall 1996


Dello stesso parere è anche l’ex direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele, il quale, in un’intervista riguardo alla sua collezione “Make The Strange Beautiful” disse: “Più strano sei, più bello sei. A me piacciono i difetti, non c’è niente da fare”.

Gucci Spring 2022 “Love Parade”


Però alla stranezza e alla singolarità, per non parlare direttamente di “bruttezza”, sono stati imposti dei limiti: l’ugly chic di Prada ha avuto un’ascesa e un declino, e l’impero dorato Gucci di Michele è deceduto da ormai un’anno. Ciò che sfila oggi è ricercata e ostentata semplicità, quasi una camicia di forza alle nostre passioni, alle nostre spinte.

Non sentiamoci mai in dovere di conformarci, di diventare lo standard. Rendiamo felici noi stessi, e aggiungiamo quella spilla o quel colore dissonante che ci faranno uscire di casa con un sorriso. Rendiamo il nostro armadio Immature Couture.

-Edoardo Benedusi 5AC

Parola d’ordine: Coquette🎀

Fiocchi a cascata, baby pink e Lana del Rey in sottofondo sono i capisaldi del nuovo amatissimo trend, uno dei tanti che dal 2020 ad oggi ci accompagnano fieramente. Questo però ha avuto un impatto sociale maggiore di tutti gli altri, e a testimoniarlo sono le numerose reference che le maison di moda hanno fatto nella recente settimana dell’Haute Couture: da Jean Paul Gaultier by Simone Rocha a Robert Wun, corsetti e drappeggi non ci abbandonano. 

Jean Paul Gaultier HC by Simone Rocha

Robert Wun Haute Couture

A favorirlo sono sicuramente il senso di libertà, e un po’ quella frivolezza che in questi tempi ci vuole. Ci viene quasi voglia di tornare indietro nelle ere, di ripescare elementi curiosi e frivoli da aggiungere ai nostri look che ci strappino un sorriso e ci donino sicurezza. 

A proposito di questo tema favolistico, vorrei spendere qualche parola per il viaggio emozionale che John Galliano ci ha regalato in occasione dell’ultima Artisanal di Maison Margiela. Ambientata in un locale notturno di una Parigi di fine ottocento, sotto la pioggia, hanno sfilato in modo teatrale meretrici, dongiovanni e bambole rotte dal fascino fatiscente, contribuendo a mettere in scena l’apoteosi della genialità artistica. 

In questo caso il trend coquette si è manifestato in modo astratto e subliminale, specialmente nel make up di Pat McGrath, nelle collane di perle interposte nelle calze  e nei doll-dress che hanno chiuso il sipario. 

Doll look di Maison Margiela HC

Make-up di Pat McGrath 

Credo sia meglio, quindi, non prendere ogni trend alla lettera, ma adattarlo a noi, lasciandoci ispirare e prendendo ciò che ci interessa e che ci trasmette gioia. 

A lasciarvi ironicamente, questa volta, sarà una massima della ispiratrice di tutto questo, la Del Rey, che esclamò : Live fast. Die young. Be wild. Have fun.

Edoardo Benedusi 5AC

“Reawakening Fashion Everyday”

Sto perdendo la speranza nella moda. Ciò che vedo in sfilata, nei magazine e nelle collezioni odierne mi annoia. Credo che se c’è un onere che la moda abbia è proprio quello di sbalordire, creare interesse facendo brillare gli occhi o, invece, inorridire, smembrare e ricostruire. Di tutto ciò non percepisco proprio nulla, e quindi mi trovo costretto a tuffarmi nel passato: dal “corsettato” Mugler degli anni 90, al faraonico universo di John Galliano per Dior del 2000, fino all’haute couture rivoluzionaria di Cristóbal Balenciaga di inizio ‘900 (per citare i più conosciuti). Sembra quasi che tutto sia stato già svolto impeccabilmente nel passato e che non ci sia speranza alcuna nel presente. 

Per non parlare della carta stampata, che spreca cellulosa, inchiostro e gloss al misero fine di vendere un cumulo perpetuo di banalità, quando il guadagno non è una giustificazione sufficiente. Ciò che manca è il “Vogue Juice”, definizione della grandiosa giornalista Anna Piaggi, che con questo arguto appaiamento di parole intendeva “un succo di concetti e di stimoli visuali”. 

Anna Piaggi (1931-2012)
giornalista e scrittrice italiana

Passando alla mondanità, che forse il tema del Met Gala di New York di quest’anno sia da leggere anche come un’esortazione al risveglio del fashion system ? “Sleeping Beauties: Reawakening Fashion” metterà in mostra iconici abiti e accessori troppi fragili per venire indossati di nuovo o solamente per essere esibiti on display; facendo ciò darà sicuramente spettacolo, mostrando però solo abiti di epoche trascorse. 

“La Chimére”, Thierry Mugler
(Haute Couture Fall/Winter 1997-1998)

Concludo la mia lunga riflessione col dire che io non mi voglio arrendere. Esorto tutti voi lettori a esprimervi con la moda osando, facendo scelte azzardate, e provando ad uscire dalla comfort zone. Ciò che si sta tralasciando è l’importanza di questo mezzo comunicativo, che vi regala con generosità il lusso di dipingere al meglio la vostra essenza nella vita di tutti i giorni.

Razor clam shells dress,
Alexander McQueen, Voss- SS 2001

-Edoardo Benedusi 5AC

I’m not a GM Speed Chess Championship

Ormai il torneo “I’m not a GM” Speed Chess Championship è terminato.
•Cos’è e come è strutturato il torneo IM Speed Chess Championship (IMSCC)?
Il campionato (presentato, sponsorizzato e giocato nella piattaforma digitale di Chess.com) è costituito da scontri diretti tra 16 IMs (International Masters), quali Levy Rozman, alias @Gothamchess, Greg Shahade, o altri giocatori medio-forti che si sono creati la propria immagine come, per esempio, la WGM Nemo Zhou.


Il campionato è diviso in quattro gironi da quattro giocatori ciascuno, alla conclusione di ogni match viene eliminato un IM fino alla finale, dove si sfideranno i due IM che si sono fatti valere sugli altri.


Ogni incontro consiste in tre segmenti nei quali si giocheranno tre diverse modalità di partita. Nel primo segmento si giocheranno partite da 5+1 (5 minuti per giocatore + 1 secondo bonus dopo ogni mossa), dalla durata di 75 minuti, il secondo segmento avrà partite da 3+1 (stesso sistema del precedente) e sarà della durata di 50 minuti ed infine un segmento da 25 minuti di partite con un tempo di 1+1 bullet, dove i giocatori hanno solo 1 minuto a testa per giocare (sempre con l’aggiunta di un secondo bonus).
Per ogni segmento si ha un tempo limite nel quale bisogna cercare di vincere più partite possibili; dopo lo scadere del tempo si guardano e si sommano i risultati. Si ottiene un punto a vittoria, 0.5 a testa in caso di pareggio.
Vince il giocatore che al termine delle due ore e mezza ha guadagnato più punti.


Al termine del torneo i partecipanti riceveranno un premio in denaro su un fondo da $15’000 (USD)


•Chi sono i due Finalisti?


I due finalisti, dopo essersi sbarazzati in semifinale dei Maestri Trent e Shahade, sono l’IM Levy Rozman e la sfidante che, contro le aspettative, sarà la IM russa Polina Shuvalova.


-Levy Rozman, aka, Gothamchess è un avversario piuttosto arduo, essendo considerato da molti un GM (Gran Maestro), anche se lui non ha mai accettato il titolo per decisioni personali.
L’americano disse di non voler essere considerato GM perché lui è, e vuole rimanere, un maestro, non uno scacchista professionista.
La sua decisione di rimanere un maestro è dovuta anche alla sua volontà di non voler giocare a livelli mondiali, ma il suo obiettivo è quello di istruire altri giocatori.
Ha inoltre abbandonato da qualche anno gli eventi competitivi di scacchi, ma, nonostante ciò, continua a giocare su Chess.com e realizza contenuti sulle piattaforme di streaming quali Twitch e YouTube.


-La sfidante invece è una fortissima IM russa, paese conosciuto da secoli per la bravura quasi innata degli scacchisti.
Polina Shuvalova è stata due volte campionessa del mondo giovanile e una volta campionessa juniors femminile.
Questa non è da sottovalutare, essendo il suo punteggio ELO praticamente pari a quello di
Levy.


*ELO: scala ufficiale di valutazione in cui si classifica e misura il livello di bravura di qualsiasi
giocatore


Insomma, la finale non sarà una semplice serie di partite di poco conto, ma una vera battaglia fisica e mentale sulle scacchiere digitali e interne ai giocatori.

•La Finale


Il primo turno è durato 75 minuti, ed è giunto al termine con il vantaggio di Shuvalova, con 5.0 punti, e solo 2.0 punti per Rozman.
Il secondo segmento, durato invece 50 minuti, è basato sui Blitz Game, ovvero partite da 3 minuti a giocatore, insomma, bisogna pensare in fretta e agire velocemente!


La prima partita si apre con la vittoria di Polina, dovuta da una cattiva gestione del tempo di
Levy, insomma, non proprio il migliore degli inizi per lui.


Polina vince anche la seconda.


Però Levy si rifà nella terza partita con un’ottima gestione del tempo, chiedendo quasi scusa per le due partite precedenti; come se niente fosse vince anche la quarta con un vantaggio posizionale e di materiale che prevalgono sulla velocità di pensiero di Polina.


La quinta è una Caro-kann, apertura amata da Rozman che predilige un gioco posizionale, non la prima in queste partite ma neanche l’ultima, che però si concluderà con il primo pareggio del match!


La sesta partita finisce con uno spettacolare comeback di Polina da una posizione terribile, finita in vittoria per la scacchista russa.


Infine la settima e ultima partita finisce con la vittoria di Levy, che potrebbe regalare sorprese nell’ultimo segmento di bullet 1+1.


I risultati sono 8.5 per Polina e 5.5 per Levy, il tutto verrà deciso dai prossimi 25 minuti di pura follia.


Polina comincia subito con un vantaggio di 20 secondi, che la porterà ad un pareggio per colpa di qualche mossa mancata.
La seconda partita finisce in pareggio per stallo (l’assenza di mosse legali disponibili ad un giocatore, nel quale si determina un pareggio) a causa un brutto errore di Levy sul finale.


La terza non è stata l’ennesimo pareggio, ma una spettacolare vittoria di Levy in una partita piena di tensione sul finale. Lo stesso avverrà anche nella quarta partita, grazie alla sua iconica torre e alla gestione magistrale dei pedoni.


Subito dopo un’altra vittoria di Levy nella quinta partita, che a questo punto porta ad un pareggio il punteggio totale.


Ma l’ultima partita del campionato, la partita che segnerà il vincitore dell’IMSCC, è già iniziata.
Subito un vantaggio di un pedone per Polina, che però viene immediatamente ripreso da Levy, che manterrà un vantaggio di materiale fino alla fine, quando, per una svista dovuta probabilmente al poco tempo, mancherà una forchetta con il Cavallo; ciò permetterà all’avversaria di promuovere a Donna l’ultimo pedone sulla scacchiera, che segna la vittoria di Polina Shuvalova e il conseguente premio in denaro di $5’450 (USD).

Grande sconfitta sul finale per Levy, come a ricordare il torneo avvenuto nel 2021, nel quale ha perso in finale contro il brasiliano Roberto Molina.
Ma ricorda anche una situazione molto simile avvenuta nello Speed Chess Championship tra GMs, concluso quest’estate, nella cui finale si scontrarono Nakamura e Carlsen, con un vantaggio di Nakamura nelle prime partite, seguito da un pareggio tirato fino alla fine, ma che terminò con la strabiliante vittoria di Hikaru Nakamura nell’ultima partita.


Speriamo si ripresenti in futuro l’occasione per Gothamchess di vincere questo torneo ed il montepremi totale, per adesso possiamo solamente aspettare l’anno prossimo.

La salute mentale

Durante questa pandemia, sia nel nostro piccolo sia a livelli più alti come quelli governativi, si è finalmente compreso l’importanza che la salute ricopre nelle vite di ognuno di noi. Purtroppo ciò che non è stato compreso è cosa sia la salute.

Quando andiamo dal medico o quando stiamo a casa da lavoro o da scuola o anche semplicemente parlando tra amici, trattando il tema salute si intende sempre qualcosa di evidente, di fisico. Questo aspetto si nota perché per riferire di essere malati la società ci ha abituati a fornire prove evidenti di ciò che affermiamo ed ovviamente ciò non riguarda direttamente la nostra salute mentale, almeno agli inizi. E proprio questo è il problema.

La salute mentale deve essere presa in considerazione e tutelata sin dal principio e non quando già è stata enormemente danneggiata. Essendo qualcosa di più astratto devo dire che, nonostante io consideri la sua tutela fondamentale, è molto più difficile da comprendere rispetto a quella fisica, dato che siamo, per nostra sfortuna, abituati ad una società materialistica che non ci fa vedere oltre il nostro naso. Ciò nonostante credo che una parte della società italiana ne abbia capito l’importanza e pure la politica (anche se non tutta), tanto che con grande sorpresa e, come sempre, ritardo era stato proposto da alcuni parlamentari (i senatori Caterina Biti, Vanna Iori, Eugenio Comincini e la deputata Laura Boldrini) il cosiddetto “bonus psicologo”. Questo provvedimento sarebbe stato introdotto nella legge di bilancio dell’anno 2022 e i parlamentari avevano richiesto una cifra (a mio parere anche molto bassa rispetto al problema) di 50 milioni di euro. L’euforia che si era diffusa ha purtroppo giocato un brutto scherzo, infatti dopo l’approvazione del decreto si è scoperto che questo bonus era stato scartato per mancanza di fondi (chissà come mai però si sono trovati 850 MILIONI che sono stati aggiunti al budget del Ministero della Difesa, che raggiunge quasi quota 26 miliardi). Ma non dobbiamo preoccuparci, possiamo sempre andare alle terme o cambiare i rubinetti del nostro bagno. Evidentemente questi geni non hanno dato ascolto (avevamo dubbi?) né ai giovani né agli scienziati e gli psicologi che da anni, e soprattutto con l’inizio della pandemia, denunciano un aumento esponenziale di letti occupati legati alle malattie mentali che raggiungono stadi avanzati, visto che non è stato dato nessun supporto precedente.

Purtroppo i medici possono controllare solo i casi gravi, cioè con evidenze fisiche, che arrivano in ospedale, ma dietro a questi ci sono migliaia di invisibili che necessitano aiuto non solo economico (ostacolo che si voleva eliminare col bonus) ma anche sociale, personale. Spesso l’andare dallo psicologo è visto come sintomo di pazzia ed è questo che molte volte ci impedisce di farci aiutare. Vorremmo tutelare la nostra salute mentale, ma la figura dello psicologo ci appare come qualcosa di estremo, da folli e per questo tendiamo ad allontanarcene: non vogliamo essere visti come i problematici o disadattati in un certo gruppo sociale.

Questo era tutto ciò che pensavo fino a qualche anno fa. Non a caso appena ho fatto coming out con i miei genitori, alla proposta di consultare uno psicologo ho reagito malamente, bruscamente. Credevo che lo stessero facendo per farmi passare da “malato” (e forse era vero ahahah) o che l’esperto avrebbe dato ragione a loro e per questo ho rifiutato. Riflettendoci ora credo che non sarebbe stata una brutta decisione andarci, anzi, forse avrebbe aperto di più la mente ai miei genitori e a me stesso.

Con l’avvento della pandemia e del lockdown non credo di essere stato l’unico a provare un forte stress ed una solitudine abnorme, di avere avuto quei giorni proprio negativi in cui pensi al peggio perché non riesci più a sopportare la situazione e non hai nessuno con cui parlare e soprattutto che ti ascolta. Il gravoso ruolo di ascoltare e comprendere lo scarichiamo sempre su qualche amico che magari non sa come aiutarci: è per questo che una persona un po’ più esperta e di sicuro paziente ad ascoltarci nei nostri “sfoghi isterici” non farebbe male qualche volta all’anno. Alla fine lo psicologo fa questo. Non ci aiuta in modo mistico, ma ci fa buttare fuori tutto ciò che sta ribollendo dentro di noi.

Noi a scuola siamo fortunati, abbiamo la possibilità di usufruire dello spazio CIC. Anche se per poco tempo, anche se in una modalità non adeguata sfruttiamo al meglio ciò che abbiamo per iniziare pian piano a migliorarci.

 

 

 

Riccardo Alfonso 4BL

 

Achille – un poliziotto in gabbia

Da Cremona a Este Achille primo cane addestrato in forza alla Polizia Locale - Cremonaoggi

 

Ad oggi si leggono costantemente articoli che parlano di campagne e movimenti contro l’odio, la discriminazione, la diversità e via così, ma purtroppo si trascurano spesso altre questioni di grande importanza e che dovrebbero essere messe sullo stesso piano delle precedenti. Una di queste è proprio la violenza sugli animali, l’odio nei confronti di chi non può difendersi da solo e può riservarsi solamente la condizione di subire gli abusi di potere dettati da chi è più forte.

 

Molti saranno a conoscenza di un fatto che qualche settimana fa ha smosso tantissime persone di Este e dintorni, rattristate e deluse per un’ingiustizia avvenuta a discapito del corpo della polizia. Achille, un rottweiler poliziotto di 6 anni e in servizio da 3, è stato rinchiuso in una gabbia al canile senza un apparente motivo, cosa che ha suscitato l’interesse di moltissime persone pronte ad aiutarlo nel ridargli la libertà. Una di queste, nonché protagonista iniziatrice del movimento noto come “#achilleliberosubito”, è l’ex sindaca della città di Este. Lei prima di tutti ha tentato di attirare l’attenzione di più persone possibili sui social, condividendo le foto di Achille e dei suoi accompagnatori, l’elenco dei suoi successi e le ragioni per cui la decisione di allontanarlo dal corpo della polizia fosse sbagliata.

 

Achille è un abilissimo aiutante a quattro zampe, istruito ed addestrato come cane antidroga, impiegato nell’eliminazione dello spaccio e delle sostanze stupefacenti, ma anche nella ricerca di persone scomparse e nella difesa dei propri colleghi. Negli ultimi anni ha totalizzato un gran numero di successi e si è guadagnato la stima di moltissime persone intorno a lui. È stato coinvolto in indagini importanti e perquisizioni, ha aiutato a svolgere controlli antidroga per i quali, come già citato precedentemente, è stato addestrato, ha presenziato nelle scuole per il progetto di sensibilizzazione “Tavolo contro le dipendenze” e infine ha dato un aiuto fondamentale nel ritrovare due persone scomparse. In questi ultimi giorni il suo nome e la sua storia sono stati nella bocca di tutti e ciò ha comportato evidenti e inevitabili fraintendimenti e la diffusione di informazioni false sul suo conto.

 

Il nuovo capitano della polizia locale di Este, in accordo con il sindaco della città, aveva preso la decisione di mandare via Achille fin dal primo momento in cui l’aveva visto e apparentemente nulla sembrava potergli far cambiare idea. La questione è rimasta per un po’ silenziosa e le sue intenzioni non sono state rese note almeno fin quando, due giorni fa, uno dei due poliziotti accompagnatori di Achille, impossibilitato ad accudirlo per alcuni giorni, si è dovuto assentare dal lavoro. È stato allora che sono stati firmati di immediato i documenti per farlo andare via e rinchiuderlo in canile. Negli articoli adesso si possono leggere testimonianze che affermano che Achille sia un cane pericoloso e in procinto di “pensionamento” per l’età avanzata (età che spesso viene sbagliata: Achille ha 6 anni, non 8) e che, vista l’impossibilità di uno dei due poliziotti di occuparsi di lui, non sia sicuro permettere ad una sola persona di badargli.

 

Ovviamente, vista la rivolta nata nell’ultima settimana, cercare scuse per giustificare le proprie azioni sembra la mossa migliore, ma c’è chi non si ferma e continua a lavorare per far riottenere la libertà al rottweiler. L’avvocatessa Laura Massaro che ha preso a cuore la storia di Achille si è impegnata nella causa e ha trovato una soluzione che, a queste condizioni, è certamente la migliore. Achille, dopo essere rimasto per molte ore in gabbia, è stato liberato. Adottato dal suo istruttore e addestratore, il cane ha abbandonato la sua carica e riserva il resto della sua vita a correre felice nella più totale spensieratezza.

Dopo la sua liberazione, il mondo ha ottenuto un successo e all’animale innocente è stato dato l’adeguato riconoscimento per il servizio che ha offerto.

Purtroppo cose di questo genere accadono tutti i giorni e non sempre si riesce a farsi ascoltare, a totalizzare vittorie e soddisfazioni come queste, ma adesso, grazie al nostro aiuto, Achille è finalmente di nuovo libero e pronto per una nuova avventura.

 

 

Rowena Polato 3BL

LA NEXT GEN (PS5/XBOX SX/S)

Come yin e yang
Come yin e yang

Sono arrivate!!!! Direi finalmente, ormai ultimamente nel mondo del gaming e tech non si parlava d’altro. Di questa nuova gen si distinguono tre novità, sia per xbox sia per playstation: L’introduzione del tanto acclamato ssd, design nuovi, il quick resume e il 4k a 60 fps ( ma varia a seconda delle due console).
Parliamone però più nello specifico:

SSD

Nuovi ssd che vanno ormai a sostituire l’ormai vecchi e lento hard disk. Questi ssd permettono di avere tempi di caricamento pressappoco inesistenti (ovviamente nei giochi usciti nella scorsa generazione non saranno inesistenti ma considerevolmente ridotti). Unica pecca è che per adesso, in entrambe le console, non è possibile un’espansione e gli a malapena 800 giga effettivi, sono pochi dato che i nuovi giochi che usciranno saranno molto pesanti e occuperanno sempre di più spazio.

Design

Le due console in questo ambito hanno optato per design molto slanciati verso l’alto, ad esempio la playstation ha sviluppato una console molto alta e grande con due pannelli bianchi rimovibili che di sicuro saranno soggetti a fantastiche personalizzazioni da parte degli utenti. D’altro canto xbox è andata sul semplice con un parallelepipedo nero molto minimalista. I due design sono stati sviluppati anche per favorire il raffreddamento delle due console.

Quick Resume

Si tratta di una funzionalità che in parte già esisteva, ma che non era sfruttata al massimo. In parole povere consiste nel poter chiudere un gioco in un punto preciso della storia e poterlo riprendere direttamente senza caricamenti. Questa funzione consente di tenere fino a 10 giochi in quick resume. Consente inoltre di poter tenere aperti i giochi quando si mette in modalità di riposo la console.

Descritti i tre punti generali andiamo a parlare più nello specifico delle console:

 

Playstation 5

È un miscuglio di potenza misto ad eleganza.

Playstation 5
Playstation 5

Caratteristiche (per i più ferrati)

  • CPU: 8x Zen 2 Cores at 3.5GHz
  • GPU: 10.28 TFLOPs, 36 CUs at 2.23GHz (frequenza variabile)
  • Architettura GPU: RDNA 2 personalizzata
  • Memoria: 16GB GDDR6/256-bit
  • Larghezza di banda della memoria: 448 GB/s
  • Spazio di archiviazione interno: Custom 825 GB SSD
  • Throughput I/O: 5.5GB/s (Raw), Typical 8-9GB/s (Compresso)
  • Spazio di archiviazione espandibile: NVMe SSD Slot
  • Spazio di archiviazione esterno: USB HDD Support
  • Lettore ottico: 4K UHD Blu-ray Drive

Dashboard

Le novità più importanti sono di sicuro i trofei nei vari giochi. Ogni gioco ti guiderà nell’acquisizione di ogni trofeo grazie anche a dei video tutorial che spunteranno in piccolo mentre si gioca. Al conseguimento di ogni trofeo, sarà salvato nella galleria il video del momento in cui lo si è sbloccato, in modo da poter condividere il momento con gli amici.

Altra novità è la possibilità di poter vedere il proprio amico giocare a un altro gioco mentre si sta giocando al proprio grazie allo share play presente nei party (Bfunzionalità già presente nella scorsa gen).

Dual Sense

Si tratta del nuovo controller sony di cui si è parlato tanto. Questo nuovo controller sarà in grado di dare un feed aptico grazie ai suoi grilletti adattivi e alla miglioria della vibrazione del controller. Hanno inoltre inserito un microfono, in modo da poter parlare con i propri amici senza l’uso di cuffie con microfono. Il controler si potra provare al massimo delle prestazioni con il gioco Astro’s Playroom, già installato nella console. Questo controller è compatibile sia con ps4 sia con pc ma perderà le funzioni di feed aptico.

4K, e i 120 fps

Con questa nuova console saremo in grado di giocare grandi titoli a 4k 60 fps in modalità prestazioni oppure in modalità qualità, ma a soli 30 fps. I 120 fps saranno supportati in soli 5 giochi:

  •  Call of Duty: Black Ops Cold War
  •  Devil May Cry 5 Special Edition
  •  Dirt 5
  • Monster Boy and the Cursed Kingdom
  • Rainbow Six Siege

Retrocompatibilità

La console supporta quasi tutti i titoli ps4 migliorandone anche qualcuno. I giochi non supportati sono i seguenti:

  •  DWVR
  • Afro Samurai 2 Revenge of Kuma Volume One
  • TT Isle of Man – Ride on the Edge 2
  • Just Deal With It!
  • Shadow Complex Remastered
  •  Robinson: The Journey
  •  Hitman Go: Definitive Edition

Xbox series X

Una console minimalista ma molto potente e performante. Guardiamola però da più vicino.

Xbox serie x
Xbox serie x

Caratteristiche

  • Processore APU AMD x86-64 Jaguar 1.75 GHz a 8 core
  • Processore video AMD GCN Radeon a 12 unità da 853 MHz
  • Potenza 1,3 TFLOPS
  •  Memoria RAM 8 GB di tipo DDR3 (5 GB sfruttabili per i giochi)
  • Disco fisso da 500 GB o 1 TB (in base al modello), rimovibile e sostituibile
  •  Uscita HDMI
  •  Wireless 802.11 b/g/n
  • Porte USB 3.0
  • Ethernet Gigabit
  • Dimensioni 34,3 x 26,3 x 8 cm
  • Peso 3,5 Kg

Dashboard

In questo ambito la console non è avanzata e ha tenuto pressappoco la stessa della scorsa xbox.

Controller

Anche questo è rimasto all’incirca invariato anche se hanno migliorato un pò il design e hanno aggiunto il tasto share. In più è stata ridotta la latenza e quindi la risposta dei tasti sarà più veloce.

Game Pass

L’ormai noto game pass approda anche su xbox series x con nuovi titoli,tra cui quelli Bethesda (recentemente comprata da microsoft) e tutti i nuovi titoli che usciranno in esclusiva xbox. L’abbonamento costa 12.99 euro al mese nella versione base. Fra i titoli più interessanti vi sono: need for speed, rivals e payback Anthem, Gears, Fifa 20 e 19, Battlefield 1, nfl 2020 e madden 2020, Star Wars Battlefront 1 e 2, i vari Halo e tanti altri giochi.

4k e 120 fps

Anche qui saremo in grado di giocare i grandi titoli a a 4k 60 fps o 30, ma con ancor meno frame lag rispetto alla ps5. La cosa in cui eccelle l’xbox è la compatibilità dei giochi con i 120 fps. I seguenti giochi potranno girare a 120 fps:

  • Dirt 5
  • Call of Duty Black Ops Cold War
  • Halo Infinite
  • Exomega
  • Metal Hellinger
  • Monster Boy And The Cursed Kingdom
  • Orphan of the Machine
  • Gears 5
  • Second Extinction
  • Tom Clancy’s Rainbow Six Siege
  • Devil May Cry 5 Special Edition
  • Ori and the Will of the Wisps
  • The Falconer

Conclusioni finali

Entrambe le console sono ottime e ognuna ha i suoi punti di forza. Ve le consiglio entrambe ma poi va a gusti.

Riccardo Andreetto

Google crash: la caduta di un colosso?

Nella tarda mattinata del 14 dicembre abbiamo assistito a un episodio che ha suscitato molto scalpore e perplessità in tutta la popolazione mondiale, in particolare tra noi studenti. Per circa 45 minuti, si è verificata una brusca interruzione del funzionamento di Google e di alcune piattaforme a esso associate.
Nella nostra vita, soprattutto per noi del Ferrari, le applicazioni di Google hanno assunto un ruolo importante negli ultimi 2 anni: Google Meet, Classroom e Gmail vengono utilizzate dagli studenti quotidianamente. Ciò che più ci ha colpito è come, per un banale bug dovuto a un sovraccarico dei server, la DAD sia stata quasi totalmente compromessa e l’incessante susseguirsi delle lezioni, anche solo per 10 minuti, si sia dovuto arrendere di fronte a tale causa di forza maggiore.
Questo avvenimento ci ha fatto riflettere sull’importanza e il peso di Google nella nostra vita: con il lockdown infatti non possiamo più incontrare gli amici o impegnarci in modo serio in qualche passione extrascolastica, ma, al contrario, tutti i nostri sforzi sono concentrati sulla scuola, che ormai occupa il centro delle nostre giornate. Un congelamento più prolungato delle piattaforme Google porterebbe a un’apocalisse digitale, poiché non si limiterebbe solo a privarci di un utilizzo personale e di svago, ma anche del nostro dovere e lavoro.
Un imprevisto di tal genere ha messo in evidenza l’esistenza di un monopolio assoluto e incontrastabile da parte di Google: infatti le sue applicazioni sono le più usate del web e ci facciamo ricorso durante tutto l’arco della giornata per via del nostro dovere da studenti. In secondo luogo, ci ha aperto gli occhi su quanto siamo dipendenti dalla tecnologia, di cui non riusciamo né possiamo fare a meno.
Ciò che è successo la scorsa settimana non ha di certo stravolto le nostre vite, bensì ha lasciato spazio a una spontanea riflessione: quanto è cambiato il nostro rapporto con Internet per via della didattica a distanza? In che modo tale mezzo d’istruzione ha influito sull’uso dei servizi Google? È evidente come, in seguito alla chiusura delle scuole, l’utilizzo delle piattaforme annesse a Google da parte degli studenti, in particolare per noi del G.B. Ferrari, abbia subito una costretta deviazione, passando da avere un fine d’interesse quasi puramente personale e dilettevole ad assumere un impiego maggiore nell’ambito scolastico e informativo. Ciò ha portato anche ad enormi conseguenze sull’utilizzo di app come Classroom e Meet, che hanno conosciuto un aumento degli utenti a partire da marzo 2020, con il risultato di un incremento considerevole del patrimonio del grande colosso di Mountain View.
-Giacomo De Carlo, Elisa Renzulli e Carlo Saffioti della 3^BS

IKEA

L’Italia purtroppo perde contro la Svezia.

E con ciò non si intende il solito sconforto che, ognuno di noi almeno una volta, ha provato mentre montava un mobile della potenza scandinava e si trovava a contemplare un agglomerato di viti, bulloni e matitine…

Nella sera del 13 novembre 2017, infatti, si è  riscontrata nella penisola italica una gran percentuale di popolazione maschile che, incollata al televisore,  ha pianto fiumi di lacrime.

I poveri tifosi hanno dovuto assistere alla sconfitta definitiva, grazie  alla quale la nazionale dovrà criogenarsi insieme a Fry nell’attesa del 2022, per poter ritentare ancora. Durante il match un umore sali e scendi, dettato da vane speranze, ha afflitto gli italici che, non dandosi per vinti e dimostrando patriottismo, hanno comunque fischiato all’inno dei gialli e blu.

Criticate molto le palle volate alte, ingiustizia con un rigore negato e due fatti passare ai nordici: ovviamente, come sempre, tutta colpa dell’arbitro, Mateu Lahoz. Mateu fischia anche cartellini gialli per Chiellini e Barzagli che  avevano provato ad alzare il tasso agonistico-fisico, come gli scandinavi all’andata; in particolare Barzagli rischia un secondo richiamo sul rigore non assegnato.

Nella stessa sera persa pure la leggenda, Buffon, che ha giocato a San Siro la sua ultima partita per gli azzurri, dopo circa 20 anni di servizio.

Sui social unanime solidarietà per la squadra e slogan incoraggianti, poesie, dediche da parte dei tifosi. Nella vita reale visi tristi e capi chini.

L’Ikea inoltre risponde alle virtuali offese offrendosi di fornire una panchina (già assemblata, tranquilli) per Ventura; il nostro caro Gian Pietro, attuando una strategia abbastanza confusionaria contribuisce ad un punteggio invidiato dalla farina: 0-0. Intascherà comunque mezzo milione per un’Italia non qualificata; le dimissioni previste per giugno 2018, mese in cui avverrà anche lo scontro Russia vs Svezia: si prevede che i patriottici sconnetteranno il decoder, mentre i più sadici e vendicativi invocheranno la vittoria per l’Est.

Forte comunque la voglia di rimettersi in campo; frattanto che il Quatar aspetta, gli italiani cominciano a riassemblare le schegge dei loro cuori e si preparano a quattro anni di allenamenti e rassicurante sostegno, per poter tornare ai mondiali più gloriosi di prima.

~Boscolo Sara

L’ULTIMO

balloSamiiir siamo tornati!
Questa sarà davvero l’ultima volta, abbiate pazienza.
Si torna a parlare di Prom, di serate di Gran Gala, come se ne vedono poche a Este. Anche per dimenticare per una notte il debito in matematica che vi attanaglia, la maturità incombente. Non solo: una serata per immergervi -letteralmente- nell’umida atmosfera di Venezia. Perché ormai il binomio “Ballo del Liceo-Diluvio universale” è più consolidato di quello che associa Marx al comunismo o la Antonella alle fotocopie o, ancora, Luca Targa al tramezzino tonno e olive (sia mai che gli portiate quello alle cipolline). Ma la vita del rappresentante è un po’ questa: il numero dell’Arpav deve essere tra i preferiti. Il maltempo aveva, in effetti, condizionato pure la riuscita del tanto atteso torneo di calcetto. Un imprevisto che, in fin dei conti, tra un pallone di spugna e un occhio chiuso -ringraziamo i piani alti- ha portato forse ad una delle edizioni più frizzanti della competizione (importante il contributo del Tanga Puggiarelli alias Daniele Puggina nella composizione dei gironi) chiusasi con il remake della scorsa finale e la rivincita concessa agli Enzimi (5ASA). Decisivo il rientro dopo mesi d’infortunio del veterano Alberto Bellamio, velocità 37 ma qualità del capitan Francesco. Come decisiva la scelta del portiere, raccattato al bar della scuola e convinto a firmare il contratto con una brioche al pistacchio. Ipnotizzati di fronte a lui, ai calci di rigore, tutti gli esponenti della CN Bombe (5BS) in particolare il rappresentante-fantoccio, così lo chiamavano, piantato nelle sue scarpe da clown. Per chiudere questa digressione calcistica, una menzione va fatta d’obbligo ad Antonio Sattin e la sua banda, autori di calcio champagne e tanta poesia. È probabilmente lui il Fenomeno che tanto cerca Fabri Fibra nel suo ultimo pezzo. Che sia un azzardo candidarlo al titolo di Re del Ballo?
Sì ecco, di Prom si doveva parlare. Perché ormai il conto alla rovescia è cominciato e forse questo articolo arriva tardivo per i vostri ordini su Amazon. A quanto pare potrete mettere a lavare la vostra tanto attesa felpa del liceo per calarvi negli abiti più eleganti e chic. Non si tratterà di pellicce rosa -penso di essere una Barbie sck- bensì di trame nere o dorate o ancora rosse. Utili in questo frangente potranno esservi i post di @emrata, in questi giorni a Cannes, esempio che farà interessare persino la componente maschile all’outfit della serata. Ben accette pure le maschere, possibilmente il meno possibile simili a quelle indossate dai medici della peste del nostro amico Manzoni. Se Emily e ChiaraF (impegnata a trovare un paio di scarpe per il suo matrimonio) non potranno essere dei nostri, ha assicurato invece la sua presenza Mariano Di Vaio, il fashionB Made in Italy ora datosi alla produzione di un’improbabile hit estiva. A suonarla per noi, direttamente da Coachella, GiulioGiulio Delo e Dj Kekko Simbola che ancora sembra non essersi stufato del liceo. A convincere Mariano sembrano, però, non essere stati i due abili disc jokey. La stampa portoghese ha fatto trapelare infatti che il vip sia rimasto in contatto con la solita Anna Canola, ormai stufa di finire nella nomination per il titolo di Reginetta, dopo che i due per poco non si erano incontrati sulle spiagge dell’Atlantico. Sarà lui ad incoronarla quest’anno? Ma molte sono le teste ad ambire il diadema. In primis, Silvia Marchesoni, pure lei una habitué. Non solo: ci riprova anche Sara Bettanin, l’anno scorso persa nella selva oscura al momento della possibile elezione, e con lei la compagna Greta Zaggia. Salgono le quote pure per Camilla Negrello, confermando il trend positivo del linguistico. Dalla sede del Corradini a tentare sono due giovani leve, Beatrice Cecchini, già donna immagine dello scorso ballo, e Anna Zangirolami, che in molti attendevano al torneo di calcetto, curiosi di capire se sapesse palleggiare solo in foto o meno. Infine l’outsider, Eleonora Cerchiaro, che ci ha abituati ai selfie tra Palazzo Pitti e Santa Maria del Fiore. Presenzierà?
Escludendo i soliti noti, ad entrare nella short list per il futuro Re del Ferrari entra di prepotenza Andrea Rinaldo, sinonimo del giusto connubio tra eleganza e spavalderia, insomma un nobile di altri tempi. Scendono le percentuali di successo di Edoardo Rende, dopo l’esibizione in palestra sulle note di “Baila come El Papu”, in favore del Barbu. Lui non ha nome, la fama parla da sè. Grazie al suo giro losco di conoscenze potrebbe addirittura guadagnarsi la corona, come riuscì ad Alberto Turra, classe 96. Inoltre Davide Santinello, ripresosi dal brutto incidente in sella suo velocipede, pare essersi rimesso in carreggiata e puntare al titolo. Sul taccuino del comitato compaiono sempre i nomi della 5BS, che dopo la delusione della finale persa sembra avvicinarsi alla maturità per inerzia, spendendo tutte le proprie energie tra Fantacalcio e schedine (basti pensare che pure la compagine femminile piuttosto che dedicarsi alla tesina ha optato per tentare la fortuna con il gioco d’azzardo).
Tra gli special guest, oltre alle note figure del mondo della spettacolo, compare pure il Prof. Maddalena. Voci di corridoio hanno fatto trapelare che sia coinvolto anche nell’organizzazione di questo evento. (Un modo per riconoscere i meriti di queste nuove leve nel corpo docenti davvero lodevoli per la loro intraprendenza).
Per avviarci alla conclusione di questo articolo, scritto in una bozza dell’iPhone alle ore 23:14 (in genere oltre le ore 22 non sono più attendibile) tra una tesina non iniziata e una P attaccata al parabrezza, la redazione augura a tutti una buona fine e una serena E-state (come dice Gabbani, che abbandonata la scimmia e il buon vecchio oppio dei popoli, sembra essersi appassionato alla Divina commedia per la sua nuova canzone da spiaggia). Con la speranza che questo articolo non sollevi un polverone del livello di Morgan ad Amici e con la consapevolezza che la satira è un’arma potente ma a doppio taglio, per davvero, per l’ultima volta vostro

Tammeo Doscari

PS: Un ringraziamento speciale alle mie muse di questi 5 anni, Aurora Ambrosi e gli altri due miei morosi, Matteo Bottaro ed Edoardo CM Zago (alias James Joyce). Verserete molte lacrime in questi anni e auspicherete di non venirci più a scuola, al più presto. Vi passerà perfino la voglia di uscire il sabato sera. Bè…Vi avviso di goderveli, perchè è tra queste mura che farete gli incontri più decisivi della vostra vita e conoscerete cosa il mondo vi può offrire.
Se non venite sabato 20 siete solo dei BUFU!

L’ULTIMA CROCIATA- EUROPA vs ISIS

La guerra è cambiata, e non si combatte più nelle trincee, ma col terrorismo. Il bersaglio non è più il soldato, ma la popolazione civile. Non si parla più di guerra di logoramento, ma di guerra ideologica.
In questo contesto si inseriscono i movimenti estremisti che hanno spaventato la civiltà contemporanea, tra i quali figurano al-Qaeda, fondato da Bin Laden e l’ISIS, anche se sarebbe più giusto parlare di IS, ossia Islamic State, fondata da al-Baghdadi. Quest’ultimo recentemente ha compiuto atroci barbarie (seppellimento e combustione di persone vive, decapitazione, lapidazione, uso di civili come scudi umani negli scontri a fuoco incrociato etc.) nei confronti di Cristiani, ribelli siriani e Curdi in particolare; facciamo riferimento per esempio alle stragi di Parigi, Bruxelles, Berlino, Istanbul, Bangladesh, Turchia, Aleppo, Westminster, San Pietroburgo e Stoccolma.

Il movente di tali violenze è dar vita in Europa e non solo ad un nuovo califfato, un sistema politico arabo in cui in un’unica figura coesistono la massima autorità politica e religiosa, ovviamente islamica e di confessione sunnita; per questo usano come pretesto la religione per giustificare la loro jihad. Lo Stato islamico propaganda con forza questi ideali, tanto che i suoi militanti vengono pagati un terzo di un operaio siriano di bassa manovalanza.
Tuttavia al di là di questo casus belli, i reali motivi della guerra come sempre non hanno nulla a che fare con la religione. Queste aberrazioni infatti rappresentano in buona parte una violenta reazione nei confronti dell’oppressione neocoloniale esercitata da alcuni paesi occidentali e oltreoceano. In altre parole con gli attentati terroristici, l’IS cerca non solo di liberarsi dai governi fantoccio imposti in Medio Oriente dagli USA e dalla Francia in particolare (questo spiegherebbe la feroce avversione di tale movimento nei confronti della nazione francese), ma anche di rivendicarsi di questa loro intromissione rispondendo allo stesso modo: facendo breccia in Europa.

Alla base tuttavia concorrono anche delle importanti cause economiche. Non per nulla infatti gli jihadisti hanno cercato in tutti modi di appropriarsi per via militare di pozzi petroliferi e della diga di Mossul che sfruttano per finanziarsi. Il finanziamento è anche lo scopo per cui commerciano, tramite il mercato nero, reperti archeologici di inestimabile valore che vengono trafugati in Siria.

Ma cosa spingerebbe una persona non interessata da queste situazioni politiche, un cosiddetto foreign fighter, a partecipare a tale progetto politico, così folle e crudele?
Rispondiamo con le stesse parole usate da Khaled Hosseini nel suo libro “Il cacciatore di aquiloni”, che consigliamo vivamente:

«Non sai che cosa significhi l’aggettivo “liberatorio” finché non ti trovi in una stanza con decine di bersagli e lasci volare le pallottole, senza colpa e senza rimorso, con la consapevolezza di essere virtuoso, buono e giusto. Con la consapevolezza che ti stai guadagnando un posto in Paradiso. Un’esperienza mozzafiato.»

In queste righe lo scrittore denuncia che la guerra jihadista offre a chiunque provi piacere nella violenza la possibilità di uccidere liberamente qualsiasi persona ostile o semplicemente “antipatica”, con il falso pretesto di farlo per qualcosa di più grande, senza alcun rimorso. Questo sembra essere uno dei più importanti motivi per cui molti foreign fighters partecipano al movimento fondamentalista.
Tuttavia al di là delle apparenze lo Stato islamico, pur essendo diramato in tutto mondo, si scopre molto debole ed eterogeneo al suo interno. Questo è dimostrato dal fatto che in Siria e in Iraq i miliziani islamici stanno perdendo inesorabilmente terreno.

Cosa succederà se però le guerre future saranno combattute contro un esercito privo di nucleo, ma radicato in tutto il mondo e accomunato da una stessa ideologia? Come potremo affrontarlo?
Forse la risposta, per quanto pessimistica, è già stata fornita quasi settant’anni fa da George Orwell nel suo classico “1984”. Forse la risposta sta nel controllo di pensiero, che permetta di individuare e sopprimere ogni forma di proliferazione di movimenti di questo tipo. Vi immaginereste una società priva di libertà di pensiero, di parola, di stampa, di opinione…? Quella società rischia di diventare la nostra. Il nostro compito è dunque quello di impedire che ciò accada, evitare la guerra, e promuovere il dialogo, che permetta finalmente una convivenza pacifica tra Oriente e Occidente.war is changed

By i Pεriπateticy

Antipasto di Ballo

Dopo aver spostato il ballo di Natale e il rocambolesco torneo di calcetto, potremo considerare finalmente bandita la malignità di fortuna? Non si scherza quando si parla di Ballo di fine anno che, come da tradizione, si svolgerà nel classicheggiante giardino del Corradini, locus amoenus di fiducia dei nostri artisti di Viale Fiume. Nel mondo social è già bufera: snoccioliamo la questione.

Ma come mai così presto? Questa la domanda che ricorre tra gli scettici. La risposta è quasi scontata e proviene decisa dalla schiera maschile e non solo (Chicca Smanio e Claudia Scucchiaro dichiarano (altro…)