Ape e fiore

Stanco afferravo, arruffavo gravato da un peso,

arrancavo francobollato ai miei pensieri,

arruffavo i suoi disagi,

afferravo le sue malinconie,

prendevo i suoi dolori, sommavo.

Venivo sovrastato e i suoi mali, di me

si nutrivano.

Se un’ape si gode il dolce nettare,

il fiore se ne priva, credendo nella non detta amicizia.

Lei ape, io fiore.

Le parole non dette, un’amicizia in bilico.

A me, incapace di vedere, mostrami il nettare depravato,

mostrami, ti supplico, che il mio frutto non sia stato buttato,

che l’amore rimane, che i suoi segni non mi abbandonino.

 

Nicola Ramin 2BSA