DIETRO LE QUINTE

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Il laboratorio teatrale Elisa è al suo quindicesimo anno di vita. Diversi ex alunni che hanno deciso di far del teatro un mestiere cominciarono qui il loro percorso. Le figure di riferimento sono ormai da molti anni il professor Paolo Bottaro, la professoressa Giuseppina Garro (che pur avendo lasciato lo scettro alla figlia Elisabetta Borille, continua comunque a portare ai teatranti i consueti dolci diventati tradizione) e il buon Emilio Milani che da sempre si dedica ai ragazzi regalando emozioni ed esperienze indimenticabili. Grazie all’impegno di tutti in questi quindici anni sono stati vinti molti premi e il laboratorio è stato più volte gratificato con riconoscimenti importanti. Credo però che la vittoria più grande per tutti sia sempre l’immensa gioia e l’adrenalina che si prova alla conclusione di ogni anno. La vera conquista è quella di aver trasmesso a tantissimi ragazzi la forte passione per il teatro. Quest’anno a occuparsi di noi poveri giovani allo sbando sono: Emilio Milani, conosciuto da tutti nella scuola come l’uomo bianco/nero. Non certo perché sia juventino, ma semplicemente perché è facile vederlo circolare vestito o tutto di bianco o tutto di nero sempre in cerca di un caldo abbraccio. Elisabetta Borille, il detto dice “botte piccola fa buon vino”. Giovane donna dal passo felpato che riesce ad ammaliare tutti con il suo dolce canto. Ad aiutarli due special guest, nonché ex alunni, Francesco Fortin e Francesca Donato (la scelta del nome non è assolutamente casuale, come si può ben notare). A completare il cerchio il professor Bottaro che si occupa degli affari burocratici e di mantenere l’ordine, che spesso può sfuggire con un’ottantina di giovani fanciulli pieni di energie chiusi in aula di fisica. Il lavoro che abbiamo intrapreso quest’anno è del tutto nuovo ed offre oltre ad un grande divertimento, un’ottima possibilità di crescita personale e di confronto su temi che nella vita di tutti i giorni non sono sempre trattati con la dovuta attenzione. L’errore comune che si potrebbe fare sarebbe quello di pensare che le due ore a settimana impiegate dal laboratorio siano dedite all’arte di dimenticare se stessi per diventare un personaggio a nostra scelta, ma è tutto il contrario. E’ un momento al di fuori del tempo e delle convenzioni sociali in cui si impara a conoscere la parte più vera della natura umana liberandosi dalla timidezza e dalla paura. La cosa incredibile, per me, è il risultato. Credevo che una cosa del genere fosse possibile solamente a livello concettuale,invece no. L’alchimia che si crea è indescrivibile e ci permette di capire meglio noi stessi per poi vivere in maniera più serena all’interno della società. In sintesi: una banda di pazzi che si ritrova due ore ogni giovedì pomeriggio per tentare di risolvere i loro gravi disagi mentali. In mezzo a tutto ciò si tenta di raccogliere le esperienze per mettere in scena uno spettacolo. Si tenta… Per la gioia di tutti noi il sempre buon Emilio ha confermato che quest’anno si tornerà a Serra San Quirico per l’uscita di più giorni, dove si farà teatro con laboratori di varie scuole, altra sana tradizione direi. Concludo lasciandovi una breve citazione di Giorgio Strehler che racchiude un po’ quello che per me è stato e continua ad essere il teatro

“Io so e non so perché lo faccio il teatro, ma so che devo farlo. Che devo e che voglio farlo facendo entrare nel teatro tutto me stesso, con quello che sono e penso di essere e quello che penso e credo sia vita. Poco so, ma quel poco lo dico.”

Chiara Businaro

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