E TU, DA CHE PARTE STAI?

L’attesa della prima assemblea di istituto sta per volgere a termine e noi rappresentanti vogliamo stuzzicarvi con un prequel alquanto provocatorio. E’ giunto il vostro momento, vogliamo sentire la vostra voce.

Il dibattito sulla legalizzazione delle droghe leggere è un tema abbondantemente discusso nei media, nei convegni ma anche nelle scuole e in politica; quest’anno siamo pronti per affrontarlo assieme, per non vivere nella società da cittadini passivi.
Alla base del dibattito sono radicate due fazioni che si scontrano e perseverano imperterrite nella loro lotta alla supremazia. Da una parte troviamo il fronte del “no”, fautore di una sorta di paternalismo dello Stato, convinto che il cittadino debba essere condotto sulla cosiddetta giusta via e indirizzato verso un corretto stile di vita. Dall’altra invece si staglia il fronte del “sì”, sostenitore di un libero arbitrio quasi totalizzante, appellandosi a quella libertà individuale che non può essere violata dall’autorità.
Ma caliamoci ulteriormente nel particolare. I Pro concepiscono il rapporto Stato – cittadino come moderatamente vincolante: lo Stato non deve intaccare l’autonomia di decisionale del singolo. Un paese cinico, rigidamente conservatore e chiuso alle innovazioni risulta retrogrado. Tuttavia le argomentazioni dei Pro sembrano essere tanto numerose quanto facilmente attaccabili dai Contro.
La prima. Per conseguire il loro obiettivo, distinguono le droghe in leggere e pesanti, ritenendo le prime meno pericolose delle seconde e quindi ammissibili nella grande cerchia dei beni di consumo legali.
La seconda. Prendono atto del fatto che viviamo in tempi di revisione della spesa pubblica e che ormai l’utilizzo e commercio delle droghe sono al giorno d’oggi inestirpabili. Se dobbiamo rassegnarci a convivere con le droghe, perche allora non tassarle? Sì, perché se fossero legali sarebbero soggette a una tassazione, come le sigarette, e comporterebbero un giovamento economico non irrilevante (senza contare l’abolizione di tutte le spese per la repressione, come processi, carceri …).
La terza. Noto a tutti è quanto la criminalità organizzata (vedi mafia) si arricchisca di giorno in giorno grazie alla vendita illegale di stupefacenti. La legalizzazione strapperebbe di mano il core business al commercio illecito, incoraggiando la possibilità di una futura abrogazione completa.imm art anna
La quarta. È forse l’argomentazione più gettonata dai giovani, che prende maggiormente piede nelle discussioni informali: una canna non è più dannosa dell’alcol. Lo stesso Umberto Veronesi (ex ministro della salute), spalleggiato da plurime commissioni scientifiche, afferma che i cosiddetti “danni dello spinello” sono praticamente inesistenti. Ecco le sue parole: “Per aver fumato hashish non è mai morto nessuno, mentre si contano a migliaia i morti per tumore al polmone dovuto al fumo di sigarette e le vittime di un’altra droga come l’alcol. È infondata anche la credenza che la marijuana dia dipendenza e apra la strada all’uso delle droghe pesanti, come cocaina e morfina.”
Fedeli al loro conservatorismo, i Contro non si lasciano abbindolare e ribattono. L’utilizzo di droghe simili, dicono, è solamente un mezzo inibitorio per rendere il paese più debole e manipolabile nelle mani dello Stato. La fascia della popolazione che ne fa più utilizzo è quella giovanile, ossia quella più debole e più bisognosa di tutela. Sostanzialmente i Contro si oppongono alla spasmodica ricerca di apatia e di piaceri illusori che denominano la nuova generazione. Ecco le loro obiezioni.
La prima. Il grado di dannosità delle droghe, utilizzato per distinguerle tra pesanti e leggere, è relativo. L’oncologo Umberto Tirelli sostiene che “non esistano droghe leggere; i danni delle droghe leggere in realtà sono molto pesanti. […] Non ci devono essere distinzioni: sono dannose e basta.”
La seconda. È azzardato dire che qualcosa di nocivo per la salute non vada ostacolato solo perche porta benefici economici. In più lo Stato deve poi prendersi carico delle spese per la cura di tutte quelle persone che reclamano problemi causati da queste droghe.
La terza. Dire che “ormai dobbiamo convivere con le droghe” significa affermare che lo Stato esce sconfitto dalla lotta contro la tossicodipendenza. Di certo questo non può essere un messaggio divulgabile.
La quarta. Che cosa autorizza a legalizzare le droghe leggere per il semplice fatto che altre sostanze dannose come alcol e tabacco sono ammesse? A loro avviso, meglio scegliere il male minore.
Sono queste le armi con cui i due fronti si osteggiano. In questa disputa il Paese si divide in due. E tu, da che parte stai?

Anna Piovan

Una risposta a “E TU, DA CHE PARTE STAI?”

  1. Secondo me le droghe leggere non dovrebbero essere legalizzate poiché comunque, comportano danni alla salute come quelle pesanti. Le droghe sono tutte uguali. Io sto dalla parte dei Contro.

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