Stop al linguaggio violento

Attraversando i corridoi della scuola, mi sono soffermato davanti ai cartelloni dedicati a Giulia e Filippo. Ogni post-it, con i suoi commenti e le dichiarazioni sui due ragazzi, ha attirato la mia attenzione, portandomi a riflettere su quanto è stato detto e scritto (“Mamma, se domani non torno, voglio essere l’ultima”, “Non ti meritavi questa fine”, “Fatti forza Giulia”…), (“Mi faceva schifo, ma quando è carne, è carne!”, “Puttana!”, “Mi piace quando facciamo sesso, non quando parli”, “Uomini, fatevi un esame di coscienza!”).

Ritengo che questi commenti parlino da soli, e non mi sto riferendo solo a quelli su Giulia, ma anche a quelli su Filippo. Non sto giustificando le azioni di Filippo nei confronti di Giulia; è un comportamento disumano, orribile e inaccettabile, e dico STOP a tutto ciò! Sfido chiunque a giustificare le azioni di Filippo. Tuttavia, ciò che mi preoccupa è il modo in cui stiamo cercando di fare giustizia per Giulia.

Uno dei principi fondamentali che dovremmo imparare a scuola è il rispetto per ogni individuo, indipendentemente dall’orientamento sessuale, dal genere, dalla disabilità, o da qualsiasi altra caratteristica. Se rispondiamo alla violenza con altra violenza, anche in forme diverse, stiamo commettendo un grave errore.

Sostenere idee estremiste che generalizzano e colpevolizzano tutti gli uomini è sciocco, ignorante e dannoso. Scrivere slogan offensivi su Filippo, facendo riferimento a violenza sessuale, è altrettanto sbagliato. Invito chiunque a fornire fonti concrete che dimostrino che Filippo ha commesso violenza sessuale contro Giulia. Non esistono! Pertanto, perché diffondere affermazioni come “Mi piace quando facciamo sesso, non quando parli” o “Mi faceva schifo, ma quando è carne, è carne!”?

Dico STOP non solo alla violenza sulle donne ma anche a incolpare tutti gli uomini per presunte azioni violente. Dobbiamo smettere di confondere la violenza psicologica con quella fisica, verbale o sessuale.

Iniziamo a responsabilizzarci ed a usare un linguaggio non violento a partire dal contesto scolastico e familiare!

– Francesco Ferlito 1BS