L’UOMO CHE VOLEVA ESSERE FELICE

di Anna Larosa

Giusto pochi giorni fa ho finito di leggere un libro intitolato “L’uomo che voleva essere felice” e mi è rimasta impressa la volontà del protagonista di arrivare al suo obbiettivo: e noi cosa siamo disposti a dare per essere felici? E non mi riferisco alle parole, ma ai fatti, a quello che realmente fareste.

Non è una ricerca facile e di conseguenza neanche il percorso che bisogna affrontare lo sarà, però volere è potere, no?

Siete giovani, siamo giovani e la vita è nostra, possiamo farne ciò che vogliamo: siamo noi gli artefici del nostro destino e allora proviamo a realizzare quello che abbiamo sempre sognato.

Abbattiamo i muri che ci sono stati o che ci siamo costruiti intorno, nulla è impossibile. Alzatevi da quelle sedie e andate a prendervela quella felicità perché lamentarsi non serve a niente.

Davvero lasciate a una persona o più il potere di rendervi infelici, rinunciando persino a mettervi in gioco? Non vi mettereste in gioco per i vostri sogni? Io sinceramente si, perché è meglio provarci che rimanere con il dubbio e senza sapere cosa sarebbe potuto succedere se l’avessi fatto.

Alla fin fine si tratta di rischiare, di buttarsi e vedere se sotto si troverà qualcosa di morbido o se ci si farà del male, che già ci facciamo ogni giorno vivendo nell’ombra della nostra vita e lasciando i nostri sogni in quel cassetto che raramente vedrà anche un solo spiraglio di luce.

Chi è realmente disposto a tutto per una cosa che agli occhi di molte persone può risultare così banale? Perché i grandi tendono a sminuire questo bisogno che noi ragazzi abbiamo di realizzare i nostri desideri.

Da bambini nulla ci appare irraggiungibile, se non unicamente in un primo momento, perché poi facciamo di tutto per riuscire in ciò che vogliamo e dovremmo prendere quella determinazione e portarcela dietro per tutta la vita in modo di essere all’altezza della maggior parte dei nostri scopi senza lasciare che il tempo cancelli tutti i nostri insuccessi.

Abbiamo una sola vita e dovremmo sfruttarla pienamente, anziché viverla per neanche un quarto.

La felicità è diversa per ognuno di noi ed è anche per questo che potremmo lanciarci in questa “folle” impresa, alla fine che cosa abbiamo da perdere? Essendo giovani abbiamo ancora la maggior parte delle porte aperte, quindi la perdita non sarà così grave.

Siamo gli eroi del nostro tempo, siamo il futuro di questa società, di questo mondo e allora cosa stiamo aspettando?

Finché siamo ancora in tempo usiamo tutte le opportunità che ci vengono date, prendiamo quei treni che passano una sola volta e facciamoci quei viaggi.

Se la nostra felicità è accanto ad una persona, stiamole accanto; se invece è nel nuotare o nel suonare il piano o in qualsiasi altra cosa, nuotiamo e suoniamo quel piano: diamo vita sia a lui che a noi.

Prendiamo in mano la nostra vita e facciamo di essa ciò che riteniamo più giusto, senza badare a cosa si dirà in giro di noi perché una persona felice, dentro è piena, viva, colorata, libera. Chi invece non è realmente felice e si limita a fingere ciò che non è, è semplicemente grigio, chiuso dentro le quattro mura che si è costruito intorno per convincersi di vivere una vita che riesce solo a sognare perché non ha voluto tentare di rincorrere ciò che il suo cuore gli suggeriva per paura di fallire ed essere giudicato negativamente dalla massa di persone da cui è circondato. Magari sarebbe stata l’occasione della sua vita e se l’è lasciata sfuggire o magari sarebbe stata la dimostrazione che aver fallito in una cosa non significa aver perso tutto, ma vedersi aperte nuove porte e opportunità per ritentarci o per ricominciare.

Quindi buttatevi a capofitto nella ricerca della felicità e della realizzazione dei vostri sogni, potrebbe essere la cosa migliore della vostra vita.