Colpevole

La società…questa famelica bestia che si impone sulla gente,

una manipolatrice, che impone le sue regole su di noi,

una presenza che ci schiavizza e ci opprime,

una serpe che con i suoi occhi infernali ci fissa,

e con il suo sibilo e parole piene di infamità ci giudica.

Figlio della società…è lo standard.

Il giudizio, lo sguardo critico, l’oggettificazione della bellezza,

un tribunale dell’inquisizione,

che sottopone a costanti prove,

continui controlli, misurazioni, stime,

come se gli esseri umani fossero delle cavie da laboratorio,

atte a garantire una sorta di distorta e irraggiungibile,

curante solo del corpo e della carne, e non della bontà e dello spirito,

al quale se ci si oppone,

viene negata la possibilità di essere apprezzati, riconosciuti, amati.

Dal seme dello standard…nasce la perversione.

I feticismi, l’erotomania, il sadismo sessuale,

mostruosità inumane, istintive, animalesche,

che si nutrono della carne e della bellezza delle loro vittime,

seducono le menti dei tentatori, e si alimentano e si diffondono grazie al loro seme.

Questi mostri…queste credenze, queste visioni perverse della realtà,

a mio profondo malincuore…hanno raggiunto anche me.

Per molto tempo, ignaro di tutto, ho convissuto con i miei feticci, le mie fantasie,

badando soltanto al mio piacere, non chiedendomi ciò che ci fosse dall’altra parte…

Ora risulto più cosciente, e consapevole, della sofferenza che queste mie fonti di piacere ha causato…

Costante dolore, mancanza di approvazione di povere anime buone e pure,

continue prove per sottoporsi a queste regole imposte dal piacere sessuale della società,

Sconforto, sofferenza, isolamento, solitudine…ascetismo…senso di colpa…suicidio.

Se da una parte vi è la disperazione e il desiderio di raggiungere una tale bellezza, dall’altra vi sono coloro che di questa “bellezza” carnale ne sono in possesso…

ma che in fondo…non avrebbero mai voluto averla.

Difficoltà nella vita di tutti i giorni, paura di venire giudicati per invidia o di venire derisi, sensazione di essere inadeguati, fuori posto, inappropriati…profani.

Gli sguardi… quegli sguardi orridi, disgustosi e ignoranti, attratti solo da quella bellezza di carne, e disposti a fare di tutto pur di metterci sopra le loro viscide e deformi mani,

e usarla come valvola di sfogo.

Tutto ciò hanno causato le mie passioni carnali,

passioni che si sono radicate nella mia psiche per troppo tempo,

feticismi che vanno oltre ogni regola di pudore e decenza.

Ogni volta che osservo coloro che si sono liberati da questa oppressione,

ai quali non importa di questi attributi fisici, che li nascondono,

o di cui si sono sbarazzati completamente,

dietro alla mia bontà, al mio supporto, alla mia moralità,

nelle parti più oscure e recondite della mia mente,

alle volte con un sibilo appena percettibile, altre volte con strilli, grugniti o rantoli bestiali,

la mia erotomania si oppone e cerca di liberarsi e di appropriarsi di ciò

che ritiene le spetti di diritto.

Quando penso a questo, non riesco a non rimanere incredulo,

di fronte a ciò che sono, a questi miei desideri che portano cotanta sofferenza,

e a mettere in dubbio la mia innocenza, la mia purezza.

Non importa quanto ci provi a convincermi del contrario,

anche se non sono io l’artefice di questo male e di questa corruzione dell’animo umano per la carne,

io, in quanto questa fonte di sofferenza per i più,

è per me fonte di goduria e piacere,

sono colpevole di tutto questo dolore,

e non c’è altro modo per me per rimediare se non con la punizione…

e se necessario…l’annientamento del mio io.

– Davide Maratini 3BSA