Basta!

1069 sono le vittime di mafia dal 1861 a oggi: bambini, anziani, uomini e donne. Alcuni uccisi solo per vendetta, altri perché si sono opposti al regime mafioso. 133 le donne, 115 i bambini. 168 le vittime prima del 1961, 16 le vittime innocenti dell’ultimo anno. Perché tutto questo? Perché deve andare avanti così?
21 marzo. Il ritorno, almeno sul calendario, della primavera, simbolo di vita e rinascita, ma oggi non è solo la rinascita della natura, è anche la giornata in cui ci si impegna in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. “Parlatene della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.” questo diceva Paolo Borsellino, magistrato siciliano che dedicò la sua vita alla lotta contro le mafie insieme al collega e amico Giovanni Falcone, entrambi persero la vita per questo scopo e questa è la mia intenzione: scriverne.
Oggi non si ricorda solo chi, come Falcone e Borsellino, ha perso la vita per sconfiggere le mafie, ma anche
tutti quelli che sono morti con loro a Capaci o in via D’Amelio, quelli che sono morti perché si sono ribellati
al sistema mafioso, quelli la cui unica colpa era essere parente di un nemico della mafia e soprattutto quelli
che di colpe non ne avevano: donne e bambini uccisi da proiettili vaganti. Ma i proiettili non vagano da soli.
Serve sempre qualcuno che spari e, indipendentemente dal motivo, è sbagliato.
Mafia, Camorra, ‘ndrangheta, Cosa nostra, Sacra corona unita, Mala del Brenta… tutti nomi per la stessa cosa: la criminalità organizzata. L’organizzazione è capillare, raggiunge ogni minimo centimetro quadrato dell’area in cui agisce e la non collaborazione si traduce in morte.
Bisogna però saper reagire. Bisogna opporsi.
Non tutti abbiamo lo stesso coraggio dei già citati Falcone e Borsellino o di Antonino Caponnetto, del generale Dalla Chiesa, di Rocco Chinnici. Ma basta poco. Basta il coraggio di opporsi a un torto, magari anche una cosa definita come “cosa da poco”, ma è importante perché è dalle piccole azioni quotidiane che iniziano le grandi rivoluzioni.
Mafia è violenza ma è anche omertà, il silenzio sulle azioni scorrette a cui si assiste. Il problema è che questo fenomeno è troppo diffuso, in particolare tra noi giovani, Facciamo un esempio: per aiutare il compagno, si fa copiare, e chi vede questo, spesso non lo riferisce all’insegnante, diventando “colpevole” tanto quanto chi copia e chi fa copiare. Probabilmente questo atto sarà fine a sé stesso, ma se non si interviene su queste piccole azioni sin da subito la situazione potrebbe peggiorare fino a diventare altra criminalità organizzata. So che è una visione drastica delle cose, ma d’altronde come dalle piccole buone azioni nascono le rivoluzioni, da tutti gli atti di ingiustizia o di illegalità nascono i grandi problemi di questo mondo.
Ultimamente “mafia” è una parola che si è sentita spesso in televisione, grazie al recente arresto di Matteo Messina Denaro che, però, è solo un minuscolo traguardo rispetto all’immensità della mafia. Infatti, lui era uno dei boss di Cosa nostra, ma probabilmente prima dell’arresto aveva già “passato il testimone” all’erede successivo. Però, bisogna continuare a combattere per gli ideali di quanti sono morti difendendo la giustizia per un mondo libero dalla mafia. “Gli uomini passano, le idee restano” diceva Giovanni Falcone, ma oltre che restare, devono restare vive e alimentare l’umanità che è dentro tutti noi. La mafia magari non commette più omicidi eclatanti, le stragi, ma continua a esistere ed esiste in tutto il mondo, non solo in Sicilia o nel Sud Italia. Esiste nel traffico di migranti, esiste nel mercato della droga, esiste nella corruzione politica, esiste.
E questo deve smettere di essere vero.
Bisogna combattere la mafia, magari c’è, tra chi leggerà quest’articolo, qualcuno che un giorno avrà una carriera politica, e in quel ruolo dovrà farsi valere contro la mafia e la corruzione. Ma tutti dobbiamo combatterla quotidianamente, contrastando le ingiustizie e l’omertà.
“Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola” – Paolo Borsellino
I nomi e i numeri si possono trovare nel sito di “LIBERA” https://vivi.libera.it/
Pietro Grosselle, 3BSA