In alto le bandiere (arcobaleno)

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Disclaimer: Il fantastico articolo che state per leggere è risalente a giugno 2020, ci dispiace pubblicarlo con un così ampio ritardo, ma tenerlo chiuso nell’armadio tra ansie, pare, smalti e maglioni “poco etero” di cattivo gusto mi dava fastidio, per cui ho deciso di riproporvelo proprio adesso che la mia “gay-agenda” (cit. per pochi) e bella piena tra esami e tour mondiali sotto la doccia, per cui buona lettura!

-Il vostro ragazzo dell’armadio

 

Car* lettor*,

Ci rivediamo per la seconda volta nel luogo in cui la parità di sesso diventa realtà e il razzismo risulta sopportabile quanto un tormentone estivo del 2015.

Con l’arrivo dell’estate, oltre che alla solita “Summertime sadness” (cit. per pochi) penso ai gelati, le piscine, al tè alla pesca in polvere (mi dispiace per il team limone) e soprattutto al mese più colorato e GAY dell’anno, il “PRIDE MONTH” detto anche semplicemente giugno (where’s the flavour!?).

Per cui se non si fosse capito, in questo breve ma intenso articolo, vi illuminerò su cosa sia il pride month e quale sia la sua storia.

Che cos’è il pride month?

Innanzitutto penso sia fondamentale capire cosa sia il “Pride month”:

tradotto dall’inglese come “mese dell’orgoglio“, che coincide con il mese di giugno, rappresenta il mese che promuove l’orgoglio, l’autoaffermazione, la dignità, L’ESISTENZA e soprattutto la visibilità della comunità LGBTQ+.

Poiché spesso accompagnato da parate è per questo che si è soliti sentire parlare di quelli che è il “Gay pride” o semplicemente di “Pride“.

Perchè proprio giugno e non un altro mese?

Diciamo che il mese non rappresenta una scelta così casuale, proprio perché nel lontanissimo e caldissimo 28 giugno del 1969, quando la disco era ancora in voga e non un semplice concept, la community LGBT decise di farsi valere rispondendo a modo alla violenza di un gruppo di poliziotti che irruppe all’interno dello “Stonewall” di New York, locale lgbt-friendly, per punire l’”oscenità” di giovani dello attratti dallo stesso sesso oppure intrappolati nel corpo sbagliato, intenti a divertirsi.

Ricordando come tale evento diede inizio ad una serie di manifestazioni e scontri simbolicamente indicati come il momento della nascita del movimento moderno  di liberazione e autodeterminazione della LGBTQ+ community in tutto il mondo.

Alla luce di ciò tutte le parate che dunque vediamo al giorno d’oggi durante il mese di giugno non sono nient’altro che una celebrazione di un momento storico di grande importanza per la community, debutto della lotta contro le ingiustizie nei confronti della community lgbt e manifestazione di orgoglio nei confronti di coloro che per primi non si arresero alla repressione incitando al vero potere della community sotto lo slogan “Say it clear, say it loud, gay is good, gay is proud!”, per i non linguisti “dillo chiaramente, urlalo, gay è bene, gay è orgoglio”.

Due figure iconiche:

Trattando di Stonewall non si possono dimenticare le figure di “Sylvia Rivera” e “Marsha P, Johnson”, attiviste transgender statunitensi , icone dei moti di Stonewall, che per prime, rispondendo alla violenza dei poliziotti newyorkesi lanciarono, leggenda vuole, i propri tacci a spillo (di cui mi duole non sapere il numero) contro coloro, poliziotti e omofobi compresi, che stavano aggredendo ingiustamente ed ingiustificatamente decine di giovani omosessuali, lesbiche, transgender ecc. con manganelli e pugni.

Quando nacquero i gay pride?

Come detto in precedenza i moti dello Stonewall diedero inizio al movimento LGBT ed esattamente un anno dopo quel tacco a spillo lanciato ad un poliziotto, il primo gay pride venne organizzato sotto il nome di “Christopher Street Liberation Day March”, manifestazione durante la quale in numerosissimi scesero in strada indossando i vestiti più sgargianti che potessero avere, a ricordare come le regole sociali fossero regole di repressione e alle quali nessuno aveva più voglia di sottomettersi.

Sarà successivamente a Los Angeles che nello lo stesso anno (1970) verrà organizzata una vera e propria parata, simile a quelle odierne.

Ma che cos’è un gay pride? È un carnevale!?

I più “bigotti” o le più “bigotte” (gender equality be like) affermerebbero che il pride sia paragonabile ad un carnevale, ma per quanto la somiglianza possa essere palpabile, si tratta comunque di una definizione leggermente superficiale

È vero, il pride è un’esplosione di colori, brillantini, coriandoli, strass e paillettes, ma dietro le quinte di tutto ciò abbiamo festival del cinema, come il “GBLF Film festival” di Torino, presentazione di libri, dibattiti, di cui i media spesso non parlano, in quanto eventi minori, ma non per importanza.

Il fatto che il pride sia un evento così sgargiante è strettamente correlato alla cultura LGBT, stravagante per eccellenza, e alla necessità di rompere gli schemi e mostrare al mondo la propria esistenza, come per dire “se non ci volete vedere, noi ci rendiamo ancora più visibili!”, una tattica brillante!

Posso partecipare se non sono LGBT+?

Assolutamente sì, non è necessario essere gay, lesbica, trans, bisessuale ecc. per poter partecipare al pride, non esistono delle regole, degli standard, dei prerequisiti, dopotutto il pride è anche la celebrazione della diversità!

Senza dimenticare che l’unione fa la forza ed in più si è meglio è, perchè questo vuol dire che il mondo sta imparando ad accettare anche ciò che sembra non andargli a genio a causa di leggi o regole prive di senso.

Inoltre alla fine il pride rappresenta una lotta per i diritti, è se non mi sbaglio i diritti sono per tutti e lottare per i diritti non è per niente una cosa sbagliata!

Per cui se ne hai la possibilità raggiungi i tuoi amici lgbt e supportati nella loro causa, fa sempre piacere avere qualcuno che ci accetta e ci copre le spalle.

Cosa significa per me il gay pride/pride month?

Tralasciando strass, luci e  bellissimi ragazzi a torso nudo (chi vuole intendere intenda), il tutto sulle note di “Born this way” il gay pride è molto più che una mera parata, è un momento di celebrazione, di comunità, di condivisione di quella gioia che è sentirsi parte di qualcosa più grande, di supporto reciproco di fronte alle continue discriminazioni e difficoltà che noi “non-etero” siamo costretti a subire passivamente in una società che spesso non ci vuole o semplicemente non ci capisce, perchè c’è molto da capire quando si tratta d’amore no!?

In qualsiasi caso questa grande festa è il segno della nostra forza, della nostra volontà di lottare e del nostro amore per le differenze che ci rendono tanto speciali, perché volete mettere un mondo in bianco e nero? Anche no, perchè quest’anno va di moda il giallo!

 

Siamo dunque giunti alla fine di questo articolo, per chiudere in tutto in bellezza desidero dunque congedarmi con una cit. di un’artista di cui non penso sia necessario fare il nome (Lady Gaga):

Don’t hide yourself in regret

Just love yourself and you’re set

I’m on the right track, baby, I was born this way