LO SPETTACOLARE, ADESSO.

di Laura Spolverato

Quante volte, durante la nostra carriera scolastica, ci siamo chiesti il perché dell’esistenza di alcune materie? Quante volte ci siamo chiesti quale sia lo scopo di imparare i tre criteri di congruenza dei triangoli? Quante volte abbiamo pensato che è inutile studiare il latino? E soprattutto, quante volte abbiamo cercato di entrare nella mente di Dante Alighieri per capire il motivo che l’ha spinto a scrivere la Divina Commedia?

Una sola parola è la risposta a tutte queste domande.

FUTURO. Questa parolona è molto gettonata, soprattutto tra i genitori. La sentiamo ripetere ogni giorno, come una sorta di mantra. “Studia, ti servirà per il tuo futuro”, “la matematica è importante per il tuo futuro”, “vai all’università che poi avrai un futuro”.

Tutti noi, quando avevamo circa quattordici anni, siamo stati post di fronte a una scelta: la scuola superiore. L’abbiamo scelta in base alla nostra idea di futuro, pensando a cosa avremmo voluto diventare, una volta finiti i cinque anni. Ci siamo detti: da grande sarò un bravissimo medico! Oppure, quando finirò il liceo mi iscriverò a giurisprudenza! O ancora, alla fine delle superiore farò l’accademia d’arte! Avevamo un progetto in testa, e le scelte che abbiamo compiuto, da quel giorno a oggi, hanno contribuito a renderlo un po’ più vero.

Ma non per tutti è così.

Ci sono ragazzi che non hanno mai pensato a cosa fare tra un anno, due, tre. Questi ragazzi sentono di voler vivere al momento, senza preoccuparsi del domani. Domani, sì, sarà come deve essere. Il futuro non appartiene a loro, vivono il presente e tanto basta.

Il titolo di questo articolo l’ho “rubato” a un film che ho visto qualche settimana fa. Ogni personaggio viveva l’ultimo anno di superiori in previsione di ciò che avrebbe fatto dopo. Tutti, tranne uno: il protagonista. Era un ragazzo come siamo tutti noi, ma senza la minima idea di ciò che volesse fare nella vita. E gli andava bene così. Desiderava avere lo spettacolare adesso, a 17 anni, perché era questo che contava. Non il diploma, non un lavoro, non una casa o una famiglia. Solo ciò che poteva ottenere facilmente e subito. Ma non è così facile accettare una vita così, viverla, godersela. Non tutti vogliono lasciar perdere il futuro per vivere il presente. E così, convinto delle proprie idee, rimane solo con la sua vita dal futuro incerto.

È proprio questo il messaggio che voglio trasmettere a tutti voi lettori. Vi invito a non volere tutto e subito, ma vivere in prospettiva di ciò che sarà, affinché questo grande punto di domanda chiamato futuro sia un po’ più certo.