Vorrei smettere di scrivere qualcosa di triste

“Come stai?”


Suona come una frase spenta,
parole vengono pronunciate vacuamente,
come se la voce sbattesse
su una bolla di spesso vetro,
un muro
che mi separa
da questo mondo dolente.


“Bene.”


Percepisco uscire una voce
da me,
una risposta così automatica
che mi sono accorta
in ritardo
di averla pronunciata.


Un sorriso,

che non mi appartiene,
concilia la conversazione
di questa triste giornata.


Lacrime trattenute
bruciano i miei occhi.

Vorrei che le persone
non si sentissero così deboli,
nell’atto di crollare
e lasciarsi andare.


Vista appannata,
volgo gli occhi al mio riflesso,
osservando scrupolosamente il mio sguardo perso,
smarrito in questo buio oblio.


La voce sembra bloccata
dentro al guscio
cui io stessa sono intrappolata.


“Che ne diresti di tornare bambini?”

Solo per un giorno,
solo per un secondo,
E poter piangere senza la paura
di essere giudicati
da questo mondo così grigio,
quanto i tuoi occhi quando trattengono le lacrime.

Anonimo