Unghie scorticate

L’oscurità dell’anima

Buio.
Tra un arpeggio e l’altro della chitarra,
Appari.
Eccoti sei fuori:
In piedi sul ciglio della strada.
Il tuo sguardo fisso cerca il mio
che
dietro al vetro della finestra, ti nota.
Solo un battito di ciglia.
Sei scomparso.
Ti sei dissolto nell’aria come immerso in un acido fortissimo.
Ora la finestra riflette il mio ritratto.
Gli occhi socchiusi si spostano,
stanchi di questi brutti scherzi giocati dall’immaginazione.
Un’altra sigaretta.
Odio l’odore del tabacco ma amo il calore del fumo che avvolge il mio corpo solo.
Quasi mossi da una forza estranea,
i miei occhi corrono.
Fuori. Dentro.
Fuori. Dentro.
Ti cerco, ti cerco.
Ora il mio volto specchiato appare sfocato.
Un secondo piano.
Guardo attentamente la strada vuota.
La ringhiera cupa,
riflette la luce del cielo.
Silenzio. Ti ho perso.
L’ottenebrante, irresistibile voglia di cadere.
Sei la mia vertigine.
La musica si è fermata.
Ogni tanto desidero distruggere brutalmente tutto il mio passato.
Non ricordare niente.
Non ricordarti più.
Ho come l’impressione di star correndo scalza su una valle di vetri rotti.
Sono così colma di ferite sanguinanti che quasi non ricordo più il colore della mia pelle
pulita.
Non ritorno mai.
Una strada infinita.
Mi porti giù,
in basso.
Sto annegando nel dolore.
Le nocche distrutte per i pugni al muro.
La voce roca e spezzata dalle vane grida d’aiuto.
Le unghie scorticate per i troppi tentativi di risalita senza successo.
I polsi tagliati, bruciano di promesse infrante.
Guardami solo un’ultima volta.
Ti prego baciami e non lasciare più il mio corpo marcire nell’oscurità.
Marchetto Sara 3CA