Tutto quello che mi passa per la testa: iter del pensiero

Esplora la mente.
Lascia che le dita scorrano sulla tastiera senza alzare lo sguardo per scoprire se le parole siano scritte
correttamente.
Chiudi gli occhi e pensa. Una canzone ti viene in mente, anche se oggi non l’hai ascoltata. Ti rilassi
percependo appena il suono dei tasti che vengono premuti velocemente.
Veloci come cavalli al galoppo su uno sfondo di sole, prima della sera. Tramonto e mare. Immagini
della testa che si susseguono e costruiscono un posto sicuro. Un porto sicuro. Porto, mare.
Sole che brucia la pelle e acqua salate che pizzica, rinfrescante come nient’altro in questo piccolo
universo.


Sott’acqua. Tieni il respiro e affoga, immersa nel piacere. Lascia andare ogni preoccupazione e respira
tutto ciò che fuori di lì non puoi avere. Come ossigeno.
I cavalli proseguono la loro corsa, senza inciampi. Il sole scende e la notte soffoca l’intera prateria. Una
stella, due, cento e mille. Puntini bianchi tanto amati da tutti e mai compresi da nessuno.
E mentre la corsa prosegue, ti corichi sotto la chioma folta di un salice, magico come quando eri
bambina. Tra le fronde di un verde chiaro e brillante immaginavi elfi e fate rincorrersi di qua e di là e
accoglierti nell’abbraccio caloroso dell’estate, sotto l’ombra dell’innocenza. Guardi quella fune su cui
ti arrampicavi da piccola e senti il cuore pervaso da malinconia e pace, insieme. Un tutt’uno.


Da sola, tu e il battito del galoppo. Continua imperterrito, loro non si fermano mai.
Torni a fissare la notte, tanto diversa da quella del famoso pittore. Cerchi pennellate vorticose, il blu
che mescolato al giallo dà vita al viscerale dissidio interiore.
Però poi la vedi, la tua stella. È lì per te, senza avvisarti del suo arrivo. La strappi dal cielo e la appoggi
al petto, vicino al cuore. Risana le ferite, ti abbraccia, ti culla. Non puoi tenerla. Non rubare al cielo
l’isola che non c’è. La porta per il mondo felice. Il passaggio verso tutto ciò che di meglio esiste. La lasci
andare, ti gira intorno, scorre tra le foglie del salice maestoso e arriva in alto. Ancorata come un
diamante nella roccia, ti guida e ti dà la certezza di esserci per sempre, per portarti dove vuoi, quando
vuoi.


Esci dal tuo rifugio. Il galoppo è cessato. Ti avvicini ad una di quelle creature e le tue dita scorrono
lente tra la bianca criniera. E in un attimo, a ritroso, torni indietro.
Il cavallo, la stella, le fronde, la notte, il sole, il mare, il porto… qui. Ti fermi qui. Sali le scale del faro
raggiunto, apri il cancello arrugginito e ascolti la tua canzone preferita, quella del mare. E le onde,
contro gli scogli, ti riportano giù, da dove tutto è iniziato.
E continui ad annegare.


Elisa Polato, VAC