Pelle nuda

La tua pelle nuda contro il freddo marmo della doccia e la bollente acqua che scorre. Il vapore ti annebbia la vista, pensi, ma è un menzogna: non vedi perché sei stanca, stremata e senza forze. I tuoi occhi sono rossi e a stento si tengono aperti, ma rifiuti di accettare di star piangendo, rifiuti che le lacrime siano quasi più, in numero, delle gocce che escono dal getto. Senti bruciare ovunque, ma girarsi e vedere di scorcio il tuo riflesso sarebbe peggio.

La verità ti è davanti, accettala.

Hai smesso lentamente di mangiare a merenda. Hai rinunciato ai dolci e agli sfizi. Hai gettato la torta che mamma aveva preparato appositamente per te e la sera le hai detto che era buonissima e che eri grata per il suo gesto, nonostante non la avessi gustata neanche con il pensiero. Hai avuto il coraggio di infilarti due dita in gola e buttare fuori tutto: ma uscivano davvero le critiche e i pensieri negativi o solo pezzi di te stessa?

Anche abbassare ulteriormente la testa potrebbe essere fatale. Stai perdendo peso per te stessa, per le critiche altrui o per chi non hai mai avuto la possibilità di essere? Vorresti un corpo più sano per avere meno difficoltà, dei fianchi più larghi per piacere di più ai ragazzi o semplicemente che il seno ti scomparisse definitivamente per non vederti più per quello che purtroppo sei? Sei davvero una donna o è solo un apparenza? Vorresti solo prendere una forbice e tagliare, eliminare ogni traccia di grasso, di eccesso.

Vedere il tuo petto piatto, o femminile e ben proporzionato? Cosa preferisci, o ti attrae veramente?

Hai comprato vestiti nuovi, pantaloni larghi e felpe due taglie più grandi; hai imparato a truccarti ed ogni mattina non riesci ad uscire di casa se non hai almeno un filo di correttore a coprire le occhiaie prorompenti.

Ogni giorno scorri i social: non presti neanche attenzione alle scritte, ai messaggi, alle parole, ma solo alle bellissime ragazze che vedi.

Ogni pensiero è un filo aggrovigliato, ogni tentativo di semplificarlo lo rende più complesso ancora.

Ti chiedi “Loro come sono?”.

Sono belle, magre, ben vestite e ben truccate.

“E tu come sei?”.

Sono, però non sono come loro. E vorrei essere come loro. Anzi, vorrei essere loro.

“Ma non cambia nulla tra di voi fisicamente”.

Non è vero. Io non ho un corpo così.

“O forse non riesci a vederlo…”

Ti sbagli. Loro sono meglio di me e lo saranno per sempre. Loro vogliono, fanno, riescono e vengono apprezzate. Neanche la me stessa apprezza ciò che faccio.

“E perché?”.

Perché non faccio nulla di giusto.

Sarei dovuta nascere più intelligente.

Sarei dovuta nascere più sociale.

Sarei dovuta nascere bella e magra…

Sarei dovuta nascere un’altra persona.

O sarei dovuta non proprio nascere?

Perché esisto?

Perché proprio io dovevo vivere questa vita?

Non riesco a soddisfare le aspettative delle persone. Non riesco nemmeno a farmi piacere da queste.

Non merito di esistere.

“Non è vero”.

Taci. Stai zitta. Tu non capisci.

Sei solo capace di vedere possibilità che non hai, che non esistono. Accetta la realtà.

Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento. Sei solo un fallimento.

“Basta”.

Non riesco a sopportarlo, mi sento…

“Come ti senti?”.

Non mi sento più. Non voglio più sentire.

Non voglio accettare che mi sto distruggendo.

Non voglio accettare che mi faccio del male da sola.

“Ma se me lo stai raccontando, perciò vuol dire che lo sai”.

“Perché non rispondi?”

Valentina Grigio 1BL