LOGICO

“Sapete, sono veramente felice di essere qui. Vi sembrerà strano, potreste non crederci, ma io con il Veneto ho un legame strano, quasi magico. Mi ci é voluto un po’ di tempo per capirlo ma poi, come in quei giochi sulla Settimana Enigmistica, congiungendo tutti i vari punti della mia vita, mi sono reso conto di ritrovarmi sempre qui, a Padova. E di questo vi ringrazio, anche se non mi so spiegare il perché!”

logicoComincia così il concerto di Cesare Cremonini, svoltosi 27 novembre 2014 al Palafabris di Padova. Inizia in questo modo una notte da sogno, una festa che sembrava non finire mai, l’ultima data di un Tour nazionale che aveva lasciato dietro di se una scia Sold Out da far montare la testa a chiunque altro artista, ma non di certo a Cesare. Ora lo so, molti di voi, leggendo di chi sto per parlare, staranno già chiudendo la pagina, però prima vorrei farvi una domanda. Chi di voi lettori non ha mai cantato una sua canzone a squarciagola in una serata d’estate tra amici o chi di voi non lo ha mai citato come didascalia di una foto in Facebook? Pensateci. “50 special” “Un giorno migliore”, “Mondo” “Il Comico (sai che risate)” “La Stella di Broadway” “Logico#1” “GrayGoose”. Questi sono solo alcuni degli straordinari titoli che Cesare Cremonini negli anni ci ha regalato, successi incredibili che sono entrati nella testa di ognuno di noi, anche se non eravamo fan sfegatati. Per la stessa ragione, quel giovedì sera, non eravamo presenti solo noi “ragazze delle transenne” (ovvero quelle povere pazze, di cui mi vanto di far parte, che hanno passato un pomeriggio intero fuori dal palazzetto, per cinque o sei ore, con un panino, una coperta, un mazzo di carte e dieci gradi di temperatura, ad aspettare che i cancelli venissero finalmente aperti e che la prima fila fosse finalmente loro) ma il palazzetto ha continuato a riempirsi fino all’ultimo di persone radunatesi in un unico luogo, accomunate dalla curiosità di sentire, dopo quasi due anni di silenzio, il Cremonini sempre uguale a se stesso ma che presenta diverse sfaccettature ogni qual volta comincia un nuovo Tour. É proprio questa peculiarità della sua personalità rende unici e speciali i suoi concerti fino dalle prime note.
Lo spettacolo inizia. Buio. Sul palco solo un telo bianco, illuminato da un caleidoscopio di luci, come lui stesso definisce il suo tour. Silenzio. Cuori che battono in trepida attesa. Poi un boato e le prime note di “Logico#1” arrivano alle orecchie facendo salire a mille l’adrenalina accumulata prima del concerto. Cesare compare, una giacca maledettamente argentata e quell’energia spietata che ti fa saltare e cantare e ballare e urlare incondizionatamente, tutto in pochi minuti e secondi, ripetuti per ore. La parterre trema, le tribune cantano all’unisono. Lui salta, corre da una parte all’altra del palco e senza fermarsi gira ancora, balla e, al finire della canzone, con un grande inchino si presenta. ” Il palco è il posto dove mi sento più sicuro, non sono contro 10.000 persone ma assieme a 10.000 persone. Non ho paura, ho eccitazione”, ha spiegato Cesare subito dopo aver concluso l’intro di questo grande ReaveParty autorizzato. Cosi comincia uno spettacolo straordinario in continua evoluzione, sentimento dopo sentimento, emozione dopo emozione, la serata si articola, lo scenario cambia, i musicisti si alternano sul palco e il concerto diventa una grande festa tra amici. Questa é infatti un’altra delle cose straordinarie che caratterizzano i concerti di Cesare: la familiarità con cui accoglie tutti, da coloro che lo seguivano fin dai tempi dei Lunapop a quelli che, colti dalla curiosità dell’ultimo album, gli hanno dato fiducia e hanno comprato un biglietto. Di certo quell’incertezza che ha colpito i più scettici fino alla fine, é stata ripagata in maniera sublime. Sul palco si alterna infatti un Cremonini spensierato, che fa ballare tutti con i suoi pezzi più ritmati e colorati, coronati da gag divertenti e simpatiche, messe in scena da Cesare stesso accompagnato dal bassista e fratello di una vita Nicola “Ballo” Balestri.
Da queste esilaranti scene e duetti voce-basso, nel giro di un cambio d’abito si passa ad un pianoforte, comparso magicamente da sotto il palco. L’atmosfera si fa più intima, le luci più soffuse, la voce si spezza, divenendo più calda. Il repertorio assume un’altra direzione, più dolce, con canzoni d’amore che risuonano ancora più d’altri tempi, dato l’unica tromba ad accompagnarlo per tutta la durata di questo mini acustico. Scende qualche lacrima. Il sorriso dei lupi che fino a poco fa avevano cantato e saltato si fa più dolce, si distende sul viso e l’aria si fa sognante, sospesa in un mondo perfetto, dove l’amore é quel che si vuole, dove l’amore é quel che si sente veramente e dove l’amore é ciò che ci anima. Alla fine di questo dolce concerto privato, come se fossimo stati ad ascoltarlo nel divano di casa nostra, Cesare ci catapulta nuovamente nel suo caleidoscopio di colori, si salta, si balla, si fa festa fino all’ultimo, fino a che si può “facciamo crollare questo palazzetto” urla, alla fine. Stanco e stremato, ci dedica le ultime parole di quel tour che l’ha portato in giro per l’Italia, a contatto con il suo pubblico, con quella che ama definire la sua seconda famiglia “perché se sono qui é solo grazie a voi, se sono su questo palco é perché mi avete dato fiducia ancora una volta. Non dovrei essere io qui sopra, ma voi. Io dovrei stare li, seduto al centro della parterre a guardare quanto siete belli. Posso solo ringraziarvi” poi scompare. Così si conclude il Logico Tour 2014 e così un pezzo d’anima di tutti i presenti se n’è volato via sulle note di una canzone ancora da scrivere.

..di Angela _Angie_ Vettorato