La strage dei rospi sulle strade italiane


Sempre più spesso nelle nostre strade diventa facile trovare decine di carcasse di rospi che, cercando in numerosi di attraversarle, soprattutto dopo le piogge, vengono schiacciati dalle automobili. In questo articolo vorrei sensibilizzare su due temi principali: perché lo fanno e qual è il motivo per cui dobbiamo salvaguardare i rospi.
Nella zona attorno ai Colli Euganei, ma anche in tutto il Veneto, vivono il rospo smeraldino (Bufotes viridis) e il rospo comune (Bufo bufo). Sono due specie anfibie, insettivore, protette dal trattato di Berna per la protezione della fauna e si riproducono nei nostri corsi d’acqua tra febbraio e maggio.

Un esemplare di rospo comune

(Bufo bufo)

Il rospo smeraldino

Trascorrono l’inverno all’interno di tane scavate nel terreno e tra febbraio e aprile si risvegliano grazie alle piogge primaverili e all’innalzamento delle temperature. Da subito hanno l’istinto di riprodursi e iniziano una migrazione verso gli specchi d’acqua, ciò genera una carneficina. Questi anfibi, infatti, devono attraversare le strade per raggiungere i laghetti, gli stagni e i fossi dove le femmine depongono le uova e i maschi le fecondano. Purtroppo, molti di loro vengono investiti dagli automobilisti che non si accorgono della loro presenza o non rallentano abbastanza, anche se spesso molti li investono apposta per commettere una bravata.
I corpi di questi animali morti sulle strade sono anche poi un ulteriore rischio per gli automobilisti, perché rendono la carreggiata più scivolosa e pericolosa.
I rospi sono animali importanti per l’ecosistema, perché si nutrono di insetti e altri piccoli organismi che possono essere dannosi per le colture e la salute umana. Inoltre, sono indicatori della qualità dell’ambiente, in quanto sensibili agli inquinanti e ai cambiamenti climatici. Per questo motivo, è fondamentale proteggerli e salvaguardare la loro biodiversità.
Per evitare la strage di questi anfibi sulle strade italiane, sono state adottate diverse soluzioni, come la realizzazione di tunnel sotterranei che consentono agli anfibi di passare al sicuro sotto la carreggiata, o l’installazione di barriere che li indirizzano verso i sottopassaggi, detti rospodotti. In alcuni casi, sono anche intervenuti dei volontari di associazioni ambientaliste che hanno aiutato i rospi a superare gli ostacoli e a raggiungere il loro habitat.


Un rospodotto

Reti anti-attraversamento


Tuttavia, queste misure non sono sufficienti a garantire la sopravvivenza dei rospi, infatti solo un numero esiguo viene salvato, perché l’installazione di reti e barriere è stata limitata a circa un centinaio di chilometri in tutta Italia, ciò deve essere accompagnato da una maggiore sensibilizzazione degli automobilisti. Infatti, basterebbe ridurre la velocità e prestare attenzione alla presenza di anfibi sulla strada per evitare di investirli e causare danni irreparabili alla fauna locale. In alcuni Paesi europei, come il Regno Unito, si è arrivati anche
a chiudere temporaneamente alcune strade durante le migrazioni di questi animali, per favorire il loro passaggio.
In conclusione, la strage dei rospi sulle strade italiane è un problema serio che richiede l’impegno di tutti per essere risolto. Questi anfibi sono animali meravigliosi e utili che meritano il nostro rispetto e la nostra cura. Se vogliamo preservare la natura e la sua bellezza, dobbiamo imparare a convivere con le sue creature e a proteggerle dai pericoli che noi stessi creiamo.


Francesco Savio, 1^ASA