Tra i soffioni

Sto qui, in mezzo a un campo di soffioni, a lasciarmi trasportare dal vento.
Migliaia di testoline bianche e soffici mi accarezzano, e per un attimo mi sento parte di
questa immensa bellezza che mi circonda.
Mi sento libera di volare come quei piccoli semi che aspettano il vento per essere trasportati
altrove, per fiorire in nuovi campi a primavera.
Mi sento, al tempo stesso, fragile, piccola e silenziosa. Ho paura che un mutamento
improvviso di questo stato di quiete mi privi di questa incantevole dolcezza.
Sono qui tra i soffioni e la mia mente vaga irrequieta, naviga tra le sue fantasie, ma poi
ritorna alle sue radici, ritorna a terra e si sente debole.
Sono un soffione anche io o è solo una sensazione la mia? Potrò mai volare?
Mi perdo in questo attimo di indescrivibile serenità e a poco a poco mi lascio andare. Riapro
infine gli occhi e i soffioni sono ancora qui, forti e pronti al loro viaggio, mentre i miei pensieri
sono già altrove, partiti verso chissà quale orizzonte.
Vorrei anche io un prato che mi coccolasse tutte le volte che ne ho bisogno, e un vento che
accompagnasse i miei desideri.
Intanto sogno e immagino che i soffioni saranno in grado di udire i miei segreti e vorranno
forse seminarli in terreni fertili lontani.
Avverto una figura avanzare a passo lento dietro di me, e in pochi istanti le mie spalle sono
coperte da un’ombra che mi appare famigliare.
Tu arrivi e ti siedi qui accanto a me, io ti prendo le mani: forse è questo lo spazio che ci ha
riservato l’universo, qui tra i soffioni a pensare…


Beatrice Marta Fedrigo, 5AC