Non ti ho mai amato

Non ti ho mai amato, eppure anche quando riesco a scappare, torno
Non ti ho mai amato, però necessito di te
non ti ho mai amato, ma vorrei saperlo fare.
Mi fai essere dipendente,
mi fai crollare,
mi controlli, e vorrei essere io a controllare te.
Sei il mio più gran nemico,
sei un acido che mi corrode all’interno.
Mi bruci lentamente, fino a disintegrarmi totalmente,
lasci tutto quel vuoto, e io riesco solo a odiarlo.
Vorrei essere in grado di amare, di amarti,
ma mi fai collassare ogni volta che ci provo.
Non ti lasci amare, e mai lo farai, mi distruggi ogni volta che ti chiedo di combattere con me al posto di
crollare.
Collasso suo pavimento del bagno, e capisco che hai vinto ancora, perché non possiamo solo finirla?
Perché non possiamo amarci?
Una volta ci siamo amati.
Una volta amavo la vita, o almeno l’idea che mi ero creata di essa, perché in realtà non ho mai saputo come
fosse una vita da amare.
Una volta amavo quell’idealizzazione di com’è sentirsi vivi.
Una volta provavo ad amare la vita, e tentavo di equilibrare all’insostenibile pesantezza, la leggerezza che mi
potesse far emergere, anche se per dei singoli momenti.
Una volta amavo la leggerezza, amavo sentirmi capace di poter essere il mio equilibrio, ed essere la mia
leggerezza nella mia insostenibile pesantezza.
Una volta amavo vivere la vita, anche se amavo solo la vita fuori di me.
Una volta amavo bere, amavo le persone e la musica.
Una volta amavo ridere e scherzare.
Una volta amavo provare a essere felice, nei miei momenti di leggerezza.
Una volta amavo il saper essere leggera.
Ma non ho mai amato me,
non ho mai amato il cibo,
non ho mai amato il mio corpo,
non ho mai amato la gabbia della mia mente e la prigione del mio corpo.
Non ho mai amato la mia ansia e il mio panico,
e non ho mai amato la vita dentro di me.
Mi hai fatto sentire lontana da tutto ciò che poteva rendermi felice, non ero più in grado di essere felice,
nemmeno per un momento.
Non sapevo più come emergere dalla pesantezza,
che ormai aveva inghiottito ogni parte di me.
Io non amerò mai la pesantezza,
e mi sono alzata.
Qualcuno mi ha porto la mano e mi sono alzata.
Mi sono rialzata e mi sono sentita felice.
Mi sono sentita davvero felice,
ho smesso di lasciarti avere il controllo,
ho iniziato a togliere le sbarre alle tue finestre.
Ho iniziato a togliere quel grigiore dalle tue pareti e le ho dipinte di verde, giallo, bianco, celeste e rosa.
Le ho dipinte di tutti i colori per formarne uno che avesse il sapore di luce e felicità.
Ho iniziato ad alzarmi dal pavimento su cui collassavo, e ho iniziato a ballarci sopra,
ho preso i tuoi spazi stretti e claustrofobici, e li ho fatti diventare un prato aperto,
ho cercato di toglierti il controllo, perché la verità è che tu non hai il controllo, sai fingere di averlo.
E ora sembra che tu stia tornando ad averlo,
sono tornata a contare quante calorie ci sono in quel piatto,
sono tornata ad avere paura dei cibi che entrano dentro di te,
e sono tornata a non riuscire più a guardarti.
Potrai anche farmi male, e convincermi a farmi male di nuovo,
potrai togliermi l’appetito, e farmi vomitare quando la fame sarà stata troppa,
potrai farmi bere acqua o the per non mangiare
e potrai anche farmi indossare la tuta al posto dei jeans, per nasconderti meglio, ma non ti lascerò più farmi
vivere nelle tue pareti grigie.
Perché dopo essere collassata sul pavimento voglio alzarmi e ballare,
voglio vedere tutti i colori in uno,
voglio sentirmi splendere in tutti i colori in uno,
voglio sentire le mie emozioni brillare,
voglio vivere veramente,
voglio essere felice.
Forse non ti ho sconfitto, forse hai ancora le sbarre alle finestre,
ma potremmo litigare solo quando siamo davanti a quel piatto,
litighiamo a ogni pasto, ma non controllarmi più.
Litighiamo a ogni pezzo di pane, o biscotto nel the, ma lasciami vivere veramente perché ho una voglia
assurda di vivere.
Ho una voglia assurda di vivere veramente.
E ne necessito incondizionatamente.
Non ti amerò mai, e avrai sempre un po’ di potere su di me,
ma vorrei iniziare a piantare dei fiori, magari qualche vaso su quelle finestre con le sbarre,
magari non ti amerò comunque, ma vorrei vedere quei fiori uscire da quelle sbarre.
La vedo la luce là fuori, quella che inseguono i fiori.
Appena inizieremo ad amarci, ti prometto che ti ci porterò.
Amati, anche se io non so farlo
amami, anche se io non so farlo.
Ti amerò, e tu ama me.
Amiamoci.
Un giorno, ci ameremo, intanto pianterò dei fiori, te lo prometto.


Anonimo