Il cavaliere della foresta oscura

C’era una volta un giovane cavaliere. Era forte e coraggioso, uno dei più dotati del villaggio.

Il piccolo paese era affiancato da una fitta e oscura foresta in cui nessun uomo o donna che sia ha il coraggio di addentrarsi.

Negli ultimi tempi però molti altri impavidi cavalieri e giovani dame erano scomparsi, ma prima di essere persi di vista erano stati avvistati nei pressi della selva oscura.

Il capo del villaggio, spaventato e preoccupato dalle improvvise sparizioni, aveva deciso di mandare alcuni dei suoi uomini migliori a controllare, ma nessuno di loro vi aveva fatto ritorno.

Al giovane cavaliere era stato ordinato di addentrarsi nella foresta insieme ad alcuni suoi compagni a cui era stato ordinato lo stesso. Il gruppo era formato da cinque ragazzi: George, il capogruppo, Michel, Luke, Steve e Harry, il giovane cavaliere.

Si erano da poco addentrati nell’oscurità della foresta quando George iniziò a parlare:” La foresta è troppo grande, e noi siamo solo in cinque, sarà meglio dividerci e setacciare per bene la zona. Prima troviamo qualunque cosa sia la causa delle scomparse e prima ce ne andremo da qui”.” Se ci dividiamo diventiamo più vulnerabili e visto che non sappiamo cosa aspettarci è meglio rimanere uniti così da poterci aiutare a vicenda. Inoltre George sono scomparse molte persone dopo essersi addentrate in questo posto, cosa ti fa pensare che a noi non spetti lo stesso destino se ci dividiamo?”. George iniziò ad avvicinarsi lentamente a Harry con fare intimidatorio al galoppo del suo cavallo, ma Harry non mostrò alcun segno di timore. “Lo penso perché gli altri poveri cavalieri non avevano me al loro comando.” “Oh caro Harry, dovresti essere grato di poter essere nella mia squadra invece che contestare ogni singola parola che dico. E ora inizia a dirigerti verso nord, non vorrai per caso essere ancora all’interno di questo ammasso di alberi quando il sole sarà calato?”.

Harry, consapevole del fatto di non poter fare nulla se non ubbidire, iniziò a galoppare verso nord, per dirigersi proprio nel bel mezzo della foresta

Erano ormai passate un paio d’ore da quando la sua perlustrazione era cominciata, ma non aveva visto o sentito nulla di strano. A un certo punto però udì un fruscio, come se qualcuno avesse urtato uno dei tanti cespugli, e subito dopo vide con la coda dell’occhio un’ombra che si dirigeva a tutta velocità nella direzione opposta a Harry. Gli ci volle qualche secondo prima di realizzare cosa effettivamente fosse quell’ombra fugace: una giovane dama.

Subito Harry iniziò a inseguirla e a pregarla di fermarsi, ma la ragazza non sentiva ragioni. Arrivarono in un punto in cui il sentiero della foresta era bloccato a causa del tronco di un albero che era caduto. ”Vi prego fermatevi! Voglio solo parlare con voi, non voglio farvi del male signorina!”. La ragazza invece di fermarsi iniziò ad accelerare e a prepararsi al salto che riuscì a eseguire con incredibile disinvoltura. La stessa cosa non si può dire per il povero Harry, il quale cavallo, spaventato dal salto, lo fece cadere all’indietro facendogli sbattere la testa.

Quando si risvegliò non si trovava più nella foresta, bensì in una stanza calda e accogliente, che era inondata da un intenso profumo di erbe. Di fianco al letto su cui era disteso si trovava la misteriosa ragazza, il cui splendido volto non era più un mistero.

“Ecco bevete questa miscela, vi allevierà il dolore alla testa.” Harry accettò la tazza e dopo il primo sorso iniziò a parlare: ”Cosa ci faceva una signorina come voi nel bel mezzo di una foresta?”

”Potrei farvi la stessa domanda mio signore.” Disse con un pizzico di fastidio nella voce.” Non credo sia il momento di scherzare signorina, una foresta non è un luogo adatto a una giovane dama, specialmente dopo tutte quelle sparizioni.” 

“Sparizioni? Non capisco proprio a cosa vi stiate riferendo, siete sicuro che non sia colpa della caduta?” 

”Mi state  dicendo che non sapevate nulla?”

”Permettetemi di chiamare un medico” sono sicura che lui potrà aiutarvi.” 

”No, fermatevi un secondo!” Harry bloccò il polso della ragazza e la guardò negli occhi.

Lei ricambiò lo sguardo e allentò la presa della mano di lui sul suo polso. “Non mi avete nemmeno detto come vi chiamate.” La damigella si avvicinò lentamente ad Harry e allungò una mano verso di lui. Schiuse la bocca e proprio quando stava per parlare…”Mio signore.” Harry si svegliò di soprassalto nella sua camera in cui era presente solo un servitore. Nessuna ragazza.

Harry non sapeva se essere sollevato o no del fatto che fosse stato tutto un sogno.

“Mio signore, il capo villaggio vorrebbe incontrarvi, dice di dovervi parlare di alcune sparizioni.”