“Usciamo sul tetto? Ti va?”
Mi guardò come se avesse paura di fare qualche nuova esperienza, allo stesso tempo però, sembrava volerlo. Ricordo che rispose con un: “Va bene, aspetta che metto la felpa che fa freddino, ne vuoi anche tu una?”
Non avevo voglia di mettermi la felpa, però alla fine accettai.
“Ecco, tieni. Aspetta, ti aiuto a metterla”
“Grazie”, risposi.
“Stai attento a scavalcare la finestra”, gli dissi, ” non voglio che tu ti faccia male”. Lui poi rispose con: “Tranquillo, tutto ok. Ce la faccio, visto? Sono un grande…”
Nessuna luce è accesa qui, la luna c’è però. È dietro casa, quindi non si vede così tanto. Il tetto, copre un bel po’ della sua luce, quindi qui vive il buio. Quest’ultimo però, si interrompe.
Ecco il tuo volto, che si illumina per qualche istante. L’accendino, sembra scarico dal rumore che emette, nel silenzio delle parole non dette.
Ogni volta, nell’intento di accenderlo per consumare la sigaretta, riesco a vedere un particolare in più della tua pelle. Poi, ancora buio. Solo qualche lucina proveniente dalla cenere che brucia qua e là, e di quella attaccata verso la fine della sigaretta, che tende ad illuminarti un po’ il viso.
Chissà a cosa pensi, mi chiedo. Cerco di immaginare le tue espressioni nel buio, e in quegli intervalli di tempo, in cui non aspiri. Negli istanti in cui non riesco a vederti…
Mi chiedo, perché sento la necessità di vederti, anche se sei qui vicino…
Forse, ho paura che sia un’illusione. Che tu lo sia, ma anche io.
-Anonimo