Sport: una marcia in più nella ricerca di un’occupazione?

5Asp, foto dei -100 giorni; A.S. 2020/2021
5Asp, foto dei -100 giorni;
A.S. 2020/2021

La Commissione britannica per l’occupazione e le competenze (2014) fornisce la definizione di occupabilità in termini di abilità, descrivendola come la sintesi delle competenze necessarie per svolgere quasi tutti i tipi di impieghi. L’occupabilità contiene in sé l’insieme di risultati, delle abilità, delle comprensioni e degli attributi personali che rendono i laureati più qualificati ad ottenere un lavoro e ad avere successo nelle professioni scelte, a vantaggio di loro stessi, della forza lavoro, per la comunità e per l’economia (Accademia di Istruzione Superiore, 2012, Pedagogia per l’occupabilità). In quale modo il profilo di un neolaureato può rispondere contemporaneamente alla definizione di un percorso di acquisizione di competenze disciplinari e a quello della maturazione di abilità di vita? Quali occasioni episodiche o processuali possono presentarsi nella vita di un giovane studente tali da fargli sperimentare esperienze di relazione, di autonomia o di competenza?

5Asp, A.S. 2020/2021
5Asp, A.S. 2020/2021

L’impegno di un individuo in una pratica deliberata per l’acquisizione di performance esperte ogni giorno, per anni, per decenni quando la maggior parte dei coetanei della stessa età gioca e si svaga, rende queste persone non semplicemente capaci in un ambito specifico, ma qualificate a mantenere alti livelli di pratica (Ericsson et al., 1993). Un’esperienza sportiva iniziata presto nella vita può fornire un ambiente eccellente per accumulare una serie di risultati in cui le abilità possono essere apprese, sviluppate, applicate, mantenute ed adattate. 

Negli ultimi anni l’interesse crescente per l’occupabilità dei laureati ha portato alla pubblicazione di numerosi studi di indagine sui vari attributi e abilità richieste nel mondo delle imprese. In particolare i datori di lavoro danno priorità ad abilità come la risoluzione di problemi, l’autogestione, il lavoro di squadra, la consapevolezza degli affari e del cliente e le capacità di comunicazione. (Coffee et al., 2014). Le competenze stanno diventando insufficienti in relazione all’occupabilità poiché ciò che rende qualcuno di successo in un ruolo particolare oggi, potrebbe non esserlo domani; se cambia l’ambiente competitivo, cambia la strategia dell’organizzazione e la modalità di collaborare o gestire un diverso gruppo di colleghi. Questo rende il mercato del lavoro uno dei più difficili della storia. Poiché i lavori stanno cambiando così rapidamente sembra quasi impossibile prevedere le competenze necessarie nei prossimi anni. Alcuni dati suggeriscono che i contesti accademici non producono laureati che soddisfano le competenze richieste dai datori di lavoro. Le prove hanno dimostrato che una laurea da sola spesso non è sufficiente ad ottenere un impiego; i laureati devono dimostrare altri modi in cui hanno appreso, sviluppato, applicato, mantenuto e adattato determinate abilità e attributi.

Recenti studi hanno dimostrato che l’impegno nello sport competitivo avvantaggia il laureato in quanto predispone il datore di lavoro a ritenere che quell’esperienza gli abbia fornito un alto grado di disciplina, responsabilità e perseveranza (Pfeifer & Cornelissen, 2009). Smismans e colleghi (2020) hanno mostrato che l’atleta possiede quattro competenze significative e rilevanti per l’occupabilita nelle varie tipologie di aziende. La prima competenza, “Carriera e gestione dello stile di vita”, sottende  l’importanza di un’ autodisciplina ben sviluppata, del senso della responsabilità e della capacità di dare delle priorità, di saper dosare l’impegno e di essere disciplinati.  Gli atleti percepiscono marcatamente il possesso di qualità come l’abilità di orientare i traguardi e la determinazione ad eccellere nelle diverse richieste di vita. Ciò conferma la tipica forza degli sportivi e il potenziale trasferimento di questa dallo sport d’ élite al mercato del lavoro.  

La seconda competenza, Career Communication, indica il buon sviluppo delle capacità interpersonali e della pianificazione della carriera, sia nella fase pre che in quella post ritiro. Terragrossa e colleghi (2015) enfatizzano che una bilanciata multi-identità personale facilita il passaggio degli sportivi in una nuova carriera in quanto fornisce gli atleti di più risorse già da loro sperimentate (transazione di competenze).

L’identificazione della terza competenza, Career Resilience, supporta la capacità di autonomia della gestione dello stress e della consapevolezza emotiva. Il successo nell’autocontrollo acquisito con la pratica dello sport d’élite viene traghettato al mercato del lavoro (Park et al., 2013). 

Come quarta competenza questo studio ha riconosciuto l’importanza dell’impegno professionale e della flessibilità. L’identificazione di questa competenza incrocia le richieste dei datori di lavoro che attribuiscono grande importanza all’impegno professionale e alle qualità personali correlate, come la capacità di presentare le idee in modo chiaro, l’attitudine ad identificarsi con la cultura e la volontà di fare di più per la propria organizzazione, facendo leva sul proprio senso di responsabilità. 

In generale, più alta è una posizione in un’organizzazione, più gli attributi sociali ed emotivi contano; per gli individui in posizioni di leadership, l’85% delle loro qualità appartengono al dominio sociale ed emotivo. Perciò coniugare la valorizzazione della dimensione accademica con quella umana significa vedere il giovane laureato sotto una duplice luce e riconsiderare i moltissimi atleti sparsi per i trentanove fusi orari del mondo come una realtà ad altissimo potenziale umano.

5Asp in pista di pattinaggio, Piazza Maggiore, Este; A.S. 2020/2021
5Asp in pista di pattinaggio, Piazza Maggiore, Este; A.S. 2020/2021

Le penne di Sara Muraro, Giorgia Piccirilli, Kevin Aggio, Antonio Sattin, Martino Doni, Matteo Noventa, la classe tutta 5 ASP e la Professoressa Biino