PUBBLICIZZARE LA PUBBLICITA’

Quante volte vi capita mentre guardate un film di sbuffare stizziti, stanchi delle cotinue interruzioni pubblicitarie? Quante volte, proprio a causa della pubblicità, vi siete persi gli istanti cruciali della ripresa nei quali avveniva il famigerato colpo di scena finale? Ebbene quella fastidiosa interruzione che noi cerchiamo di evitare faccendo zapping su altri canali, in realtà è qualcosa di molto più sottile e studiato. Se però siete convinti di averla scampata semplicemente cambiando canale, mi spiace deludervi. Infatti, anche mentre guardate la vostra telenovela preferita, se presterete attenzione noterete numerosi marchi pubblicitari. Un banale esempio? Lo spreco di Iphone ultimo modello che nei film d’azione vengono spesso impiegati al banalissimo scopo di inneschi per ordigni.
La pubblicità però può essere molto di più di semplice tempo perso tra uno spezzone di film e l’altro: a volte serve a promuovere campagne, per esempio contro la mafia o in favore della ricerca o ancora, per ricordare a noi, popolo di smemorati, di pagare le tasse.
Quante volte, vedendo uno spot, ci chiediamo: “Ma che senso ha?”. A noi comuni mortali, infatti, le pubblicità spesso sembrano assurde e ci viene naturale chiederci come mai la pubblicità dell’intimo da uomo sia impersonata da fantastiche modelle che sfoggiano i loro slip nuovi fiammanti. Intendono forse lanciare una nuova moda? Abbasso i boxer, da oggi per i nostri uomini solo slip e reggiseni! Ovviamente non è così, il messaggio in realtà è: “Caro uomo compra i nostri prodotti e sicuramente riuscirai a conquistare le donne più fantastiche del mondo”.
In pratica le pubblicità offrono i loro prodotti come soluzione ai nostri problemi, di qualsiasi tipo essi siano. Vuoi una famiglia perfetta? Compra un bel pacco di biscotti! Vuoi dimostrare ai tuoi chi ha qualche conto in sospeso con te chi è che comanda? Nessun problema, grazie alle mie gomme da masticare non temo rivali! Hai appena litigato con tua madre? Niente paura, con questa mozzarella ritornerà la pace in famiglia in un battibaleno!
Anche se sotto sotto c’è un messaggio profondo e sincero ciò non toglie che a volte le pubblicità si rendano ridicole: insomma trovatemi la persona che si sveglia in piena notte per andare a controllare la freschezza dei suoi prodotti! E, mistero dei misteri, perchè le fabbriche di assorbenti e dentifrici hanno dei laboratori da far invidia alla NASA?
Ecco, la pubblicità tenta di farci capire quanto sarebbe più bella, comoda, facile la vita con i prodotti che ci offre e quanto sarebbe altrettanto brutta, scomoda, diffcile senza di essi. Spesso la pubblicità promuove mode, a volte ci fa venire dei bisogni che non abbiamo.
Per convincerci a comprare, la pubblicità ci segue dappertutto: sui mezzi, a casa, a scuola, al lavoro, persino in bagno; dovunque ci sia umanità c’è pubblicità. Addirittura nell’era di internet ecco che la pubblicità diventa personalizzata, su misura per ognuno di noi: per esempio se cercate in internet delle case in vendita e poi interrompete la vostra ricerca decidendo di leggere le ultime novità che riserva la vostra bacheca di Facebook, probabilmente vi ritrovrete tra la pubblicità anche quelle di agenzie immobiliari, e questo accade anche con i pochi secondi di pubblicità prima di un video e quando frequentiamo la maggior parte dei siti.

Individuare la pubblicità può essere utile ma è anche utile saper riconoscere se una persona cerca di fregarvi, quindi ecco alcune piccole informazioni:

  • Su qualsiasi prodotto voi acquistiate da un venditore in Europa, sia in internet che in negozio, c’è una garanzia sui danni di fabbrica di due anni, per l’usato invece è di un anno;
  • Fatevi sempre una fotocopia dello scontrino di acquisti importanti, questo simpatico pezzo di carta, infatti, ha il brutto vizio di sbiadire e in due anni potrebbe diventare illeggibile;
  • Se il vostro prodotto dovesse avere dei problemi nel periodo di garanzia, rivolgetevi al vostro venditore: è tenuto a sostituirvelo o a ripararvelo, scelta che spetta a voi nella maggior parte dei casi.

…di E.T. (Elisa Tidona)