Le autonomous cars e la guida autonoma

Scientifico!

Negli ultimi anni, sta prendendo sempre di più piede il progetto di creare dei veicoli che riescano a guidare da soli, evitando incidenti e senza che l’uomo intervenga. Saranno quindi dei veicoli molto sicuri e che ridurranno drasticamente il numero di incidenti, anche mortali, grazie alla tecnologia.  In questo articolo vi spiegherò questo tema in 5 punti.

1. I livelli di automazione

Dal 2013 esiste uno standard di automatizzazione, elaborato dal dipartimento dei trasporti statunitense, in collaborazione con. Questa classificazione prevede 6 livelli:

  1. Livello 0 – Nessuna automatizzazione

In questo livello il conducente ha il pieno controllo del veicolo e i sistemi che ci rientrano sono quelli di allarme anticollisione e di deviazione dalla corsia;

  1. Livello 1- Assistenza alla guida

Il conducente anche in questo livello ha il controllo della vettura, ma il sistema può intervenire modificando la sterzata e la velocità. I sistemi di questo tipo sono il cruise control adattivo, il limitatore di velocità (che sarà obbligatorio per tutte le auto in circolazione in Europa dal 2025) e il sistema di mantenimento della corsia;

  1. Livello 2 – Automazione parziale

Il conducente non ha più il controllo della velocità e dello sterza, ma deve essere in grado di intervenire se fosse necessario. I sistemi principali che rientrano in questa categoria sono il DISTRONIC PLUS creato da Mercedes, Autopilot di Tesla e i sistemi di parcheggio automatico;

  1. Livello 3 – automazione parziale

Il veicolo ha il pieno controllo di tutte le funzioni, ma il conducente deve essere in grado di intervenire se il sistema lo richiede e può essere attivato solo in strade delimitate da recinzioni e senza incroci. Se il sistema sente che il conducente non riesce a rispondere nel tempo prestabilito, effettuerà una sosta di sicurezza. Il guidatore perciò potrà essere parzialmente distratto. Un esempio di questo livello è il Full Self-Driving di Tesla;

  1. Livello 4 – Alta automazione

Il sistema, come nel livello precedente, ha il completo controllo delle funzioni del veicolo, ma in questo caso non richiede l’intervento di un conducente. Infatti se il sistema nota che il percorso che sta facendo va oltre le proprie potenzialità, effettuerà un parcheggio di sicurezza, non fermandosi nella corsia di marcia come nel livello 3;

  1. Livello 5 – Automazione completa

Questo livello racchiude le stesse funzionalità dell’alta automazione, ma non avrà limiti nei percorsi di guida e perciò non sarà costretto a fare un parcheggio di sicurezza se la guida è troppo complessa. Attualmente non si è ancora arrivati a questo livello.

2. Come le auto a guida autonoma si orientano nello spazio

Le auto a guida autonoma sfruttano un particolare sistema di sensori, telecamere e GPS per orientarsi, ma vediamo più nel dettaglio come funzionano.      

Le autonomous cars hanno dei potenti radar che sfruttano l’effetto Doppler per calcolare la distanza e la velocità della vettura che le precede, fino anche a 200 metri di distanza. I radar funzionano emettendo delle onde radio a modulazione con una frequenza tra i 76 e i 77 GHz che, rimbalzando su un oggetto, ritornano indietro fornendo al computer di bordo numerosi e preziosi dati.

C’è poi un sistema di ultrasuoni e lidar che si attiva alle basse velocità e che scandagliano tutta la zona attorno al veicolo fino a una distanza di 6 metri in modo tale da registrare la presenza di pedoni o di altre auto. Il sistema ad ultrasuoni emette delle onde sonore superiori ai 20 kHz che non sono udibili all’orecchio umano. Queste onde sonore, ritornando ai sensori, forniscono una distanza precisa degli oggetti intorno all’auto.

Il lidar (dall’inglese Laser Imaging Detection and Ranging) è invece un sistema di raggi laser che forniscono una mappa dettagliata e tridimensionale di tutto ciò che si trova vicino il veicolo in un raggio di 150 metri.

C’è anche un sistema di telecamere che sostituisce gli occhi umani e che è in grado di calcolare la distanza degli oggetti grazie alla prospettiva. In ogni modello di auto a guida autonoma c’è un numero diverso di telecamere, ma principalmente ci sono tre tipi di telecamere standard. La prima telecamera è quella frontale, che ha il compito di monitorare la strada davanti fino a 150 metri, la seconda telecamera è grandangolare che riesce a vedere fino a 60 metri con una maggiore visuale laterale e infine c’è una telecamera focalizzata che è in grado di vedere fino a 250 metri di distanza.

Non può poi esistere un sistema GPS che monitora la posizione della vettura costantemente in una mappa precaricata. Il sistema GPS è in grado di comunicare con altri sistemi di bordo per anticipare curve o altri tratti potenzialmente pericolosi.

3. La sicurezza della guida autonoma

Le autonomous cars grazie ai sensori e alle telecamere sono molto sicure e infatti si stima che possano ridurre gli incidenti del 94% anche se non potranno eliminarli totalmente e sono soprattutto maggiormente esposte ad attacchi informatici, ma vediamo la loro sicurezza più nel dettaglio.

I sensori possono subire dei guasti, come cortocircuiti o interruzione del passaggio della corrente elettrica che comporta a un malfunzionamento generale del software che controlla la macchina, ma ciò può essere risolto sottoponendo il veicolo a delle revisioni abbastanza frequenti, come può accadere e dobbiamo fare anche per le auto comuni. Questo però non è il “problema” più grave delle auto a guida autonoma, ma la problematica più importante è il rischio di subire un attacco hacker o che il sistema vada in “tilt” non riconoscendo alcuni segnali.

Di ciò ne parla un report fatto da Enisa (l’Agenzia Europea per la Cybersicurezza) e da Jrc (il Centro Comune di Ricerca europeo) che mette in evidenza le problematiche informatiche delle auto a guida autonoma. In questo report viene messo l’accento sui problemi del machine learning che, nonostante l’analisi di migliaia di dati sugli interventi dei conducenti nelle più disparate situazioni, non sarebbe in grado di valutare correttamente che tipo di intervento fare, come accelerare o frenare. Inoltre, l’aggiunta di segnaletica orizzontale o di vernice sul manto stradale potrebbe portare il sistema a fare una valutazione scorretta, causando degli incidenti. Non sono poi esclusi possibili attacchi informatici che possono rendere molto pericolosa l’auto.

4. A che punto siamo oggi nel loro sviluppo

Oggi, gran parte delle case automobilistiche, in particolare BMW, Tesla, Mercedes, Volvo e Audi, ma anche aziende come Google stanno spingendo molto su questa tecnologia, tanto che la gran parte dei loro modelli dispongono di una tecnologia di guida autonoma uguale o superiore al livello 1 e addirittura Waymo (un’azienda controllata da Google) offre dei taxi di livello 4.

Per il momento però le aziende più avanti in questo campo sono Tesla, che con le funzioni di Autopilot e di Full Self-Driving ha sviluppato un sistema di guida autonoma di livello 3, Argo AI e Cruise (di proprietà di General motors).

Waymo è quella più avanzata di tutti che offre robotaxi di livello 4, che sono prenotabili tramite app negli Stati Uniti e che sono in servizio in Arizona e a Los Angeles. Oltre ai robotaxi Waymo offre un servizio di trasporto merci, con furgoni e camion con autopilota.

Questa tecnologia sta insomma prendendo piede e secondo le stime entro il 2030 il 15% delle auto vendute sarà autonoma anche se ciò dipenderà da come il pubblico le accetterà.

Oggi un’auto a guida autonoma costa intorno ai 45.000-50.000€, anche se un’auto a guida autonoma di livello 3 della Mercedes costa tra i 5.000 e i 7.430€ in più rispetto al prezzo di listino.

In Italia le auto a guida autonoma non possono circolare sopra il livello 3 compreso, anche se i test delle auto di livello 3 sono permesse con l’autorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Come tutte le cose, anche le autonomous cars hanno dei pro e dei contro, ma vediamoli più nel dettaglio.

5. I pro e i contro

Come tutte le cose anche le auto a guida autonoma hanno dei pro e dei contro, elencati qui sotto:

Pro:

  1. Il conducente può avere un po’ di più di tempo per dedicarsi ad altre attività come il lavoro;
  2. il consumo di carburante può essere ottimizzato evitando brusche accelerazioni e frenate;
  3. riduzione del traffico poiché i veicoli comunicano costantemente tra di loro scambiando dati come velocità, posizione e altre informazioni;

Contro:

  1. Possibilità di hacking o di malfunzionamenti dei sensori;
  2. non sono economiche e potrebbero trasformarsi in una soluzione per pochi;
  3. mettono a rischio molti lavoratori, come i tassisti e gli autotrasportatori.

In questo articolo spero di avervi spiegato al meglio l’argomento.

Francesco Savio, 1ASA

Pensieri

Speranze

Vuoto informe,
incolmabile.
Guardo fuori dalla finestra
nella remota speranza di incontrarlo.
Ogni sera, ogni pomeriggio, ogni attimo si tramuta in una nostalgia che vertiginosamente mi
fa cadere nei ricordi.
Sono una persona che ha paura di non essere
abbastanza.
Lo sono sempre stata.
Non voglio vivere per un’altra figura che come me vaga nella notte buia della vita cercando
un
solido appiglio.
Il mio punto di forza è crollato.
La mia colonna portante è andata in frantumi.
Ora chi sono io?
Vorrei solo fosse un incubo da cui risvegliarmi.
Perché una persona può inconsciamente provocare una tale sofferenza in un’altra?
Forse sono io ad aver sbagliato ogni cosa.
Sotto sotto, forse, sono io a sbagliare a sperarci ancora.
La mia paura più grande è quella di non riuscire ad andare avanti,
di non innamorarmi più.
Non voglio essere come un arredo che invecchia, senza anima, senza emozioni.
Senza colore.
Marchetto Sara 3CA

Assenza

Vuoto dell’essere

-Incolore-
Uno spazio privo d’alcuna particella di luce.
Assenza d’aria rende impossibile il respiro.
Ansimando con incombe fatica,
le lacrime percorrono gli angoli squadrati del volto e lo segnano come fiumi in aride terre.
Scontato vero?
Marchetto Sara 3CA

Ballando sotto la pioggia

Nuvole sporche piangono,
io abbasso il finestrino
e ti penso sospirando.


Lacrime inondano mondo e anime,
tingendo maschere
di tristezze vane.


Corro sotto incessanti gocce spente,
ti penso e urlo il tuo nome,
ma rimbomba solo la mia voce.

Anonimo

“Sii libero”

” Volevo solo scomparire in un abbraccio” come dice Calcutta in una delle sue canzoni.
Avrei voluto solo un abbraccio, nulla di più.
Non volevo la rabbia, non volevo rimanere sola, non in quel momento.
C’è solo uno spazio infinito tra me e te, e le tue braccia attorno al corpo di qualcun’altra.
Non sono più quella persona a cui stringere la felpa mentre si è abbracciati, quando il momento viene interrotto da una leggera voce che dice “mi sento bene qui, non andare ti prego”.
Queste parole non sono più qui, tu non sei più qui. Tu sei lì, con qualcun’altro.
Io aspetterò qui, ti aspetterò, ma non tornerai.
Se tornerai non ci sarà più tutto quello che c’è stato.


Ti farò solo del male guardandoti, perché ti sentirai in colpa.
Allora vai, corri nei prati in cui abbiamo corso insieme, corri nelle braccia di chi ti fa stare bene, corri e vivi.
Vivi libero, corri più distante possibile, così che tu possa esser leggero. Leggero da ciò che non ti appartiene più. Libero…
“Volevo solo scomparire in un abbraccio…”
Un abbraccio senza fine, un abbraccio senza parole, un abbraccio che ti sfiora e senti piano piano che se ne va.
Se ne va assieme al vento, un vento delicato che ti sposta i capelli.
Un vento che ti accarezza il volto, e che va via assieme alla tua espressione, i tuoi occhi, le tue labbra, i tuoi sorrisi, i tuoi respiri…

Anonimo

La strage dei rospi sulle strade italiane


Sempre più spesso nelle nostre strade diventa facile trovare decine di carcasse di rospi che, cercando in numerosi di attraversarle, soprattutto dopo le piogge, vengono schiacciati dalle automobili. In questo articolo vorrei sensibilizzare su due temi principali: perché lo fanno e qual è il motivo per cui dobbiamo salvaguardare i rospi.
Nella zona attorno ai Colli Euganei, ma anche in tutto il Veneto, vivono il rospo smeraldino (Bufotes viridis) e il rospo comune (Bufo bufo). Sono due specie anfibie, insettivore, protette dal trattato di Berna per la protezione della fauna e si riproducono nei nostri corsi d’acqua tra febbraio e maggio.

Un esemplare di rospo comune

(Bufo bufo)

Il rospo smeraldino

Trascorrono l’inverno all’interno di tane scavate nel terreno e tra febbraio e aprile si risvegliano grazie alle piogge primaverili e all’innalzamento delle temperature. Da subito hanno l’istinto di riprodursi e iniziano una migrazione verso gli specchi d’acqua, ciò genera una carneficina. Questi anfibi, infatti, devono attraversare le strade per raggiungere i laghetti, gli stagni e i fossi dove le femmine depongono le uova e i maschi le fecondano. Purtroppo, molti di loro vengono investiti dagli automobilisti che non si accorgono della loro presenza o non rallentano abbastanza, anche se spesso molti li investono apposta per commettere una bravata.
I corpi di questi animali morti sulle strade sono anche poi un ulteriore rischio per gli automobilisti, perché rendono la carreggiata più scivolosa e pericolosa.
I rospi sono animali importanti per l’ecosistema, perché si nutrono di insetti e altri piccoli organismi che possono essere dannosi per le colture e la salute umana. Inoltre, sono indicatori della qualità dell’ambiente, in quanto sensibili agli inquinanti e ai cambiamenti climatici. Per questo motivo, è fondamentale proteggerli e salvaguardare la loro biodiversità.
Per evitare la strage di questi anfibi sulle strade italiane, sono state adottate diverse soluzioni, come la realizzazione di tunnel sotterranei che consentono agli anfibi di passare al sicuro sotto la carreggiata, o l’installazione di barriere che li indirizzano verso i sottopassaggi, detti rospodotti. In alcuni casi, sono anche intervenuti dei volontari di associazioni ambientaliste che hanno aiutato i rospi a superare gli ostacoli e a raggiungere il loro habitat.


Un rospodotto

Reti anti-attraversamento


Tuttavia, queste misure non sono sufficienti a garantire la sopravvivenza dei rospi, infatti solo un numero esiguo viene salvato, perché l’installazione di reti e barriere è stata limitata a circa un centinaio di chilometri in tutta Italia, ciò deve essere accompagnato da una maggiore sensibilizzazione degli automobilisti. Infatti, basterebbe ridurre la velocità e prestare attenzione alla presenza di anfibi sulla strada per evitare di investirli e causare danni irreparabili alla fauna locale. In alcuni Paesi europei, come il Regno Unito, si è arrivati anche
a chiudere temporaneamente alcune strade durante le migrazioni di questi animali, per favorire il loro passaggio.
In conclusione, la strage dei rospi sulle strade italiane è un problema serio che richiede l’impegno di tutti per essere risolto. Questi anfibi sono animali meravigliosi e utili che meritano il nostro rispetto e la nostra cura. Se vogliamo preservare la natura e la sua bellezza, dobbiamo imparare a convivere con le sue creature e a proteggerle dai pericoli che noi stessi creiamo.


Francesco Savio, 1^ASA

Luce di ricordi frammentati

Pioggia.
Ticchettii creano cerchi astratti
su onde tristi,
in questa fredda spiaggia.
Occhi luccicano,
mentre il mio cuore corre veloce.
Lacrime su gote arrossate,
anche le nuvole ormai piangono.


Pioggia.
Goccioline scivolano sul vetro appannato
e io oggi, ancora, ti ho pensato,
scie di gocce infelici precipitano con furia.


Pioggia.
Suoni di clacson, ma tutto è bloccato,
ancora non ti ho dimenticato
e io ieri, ancora, ti ho sognato.

Anonimo

Amo l’amore

Occhi dolci,
dipinti d’un celeste cristallino,
sfumature grigie come il vetro:
fragile, delicato.


Trasmetti attimi di purezza e profonda passione.


Mi rifletto sulle tue pupille e le osservo splendere,
mentre le mie precipitano nella voragine della tua luce.


Se dovessi parlare dell’amore,
parlerei di te,
parlerei di noi.

Anonimo

Nei tuoi occhi

Riflesso di luce.
Dentro quel bagliore scorgo uno squarcio di infinito;
spalanca il mio sguardo verso la meraviglia, senza però accecarmi per il suo
splendore.


Mare calmo e profondo.
Non ci sono scogli,
se non quelli creati dalla mia incapacità di vedere oltre, di capire in quale
oceano sfocino queste acque;
annego e mi trovo dai flutti cullata,
salva.


Specchio del mondo che hai dentro.
Dalla loro limpidezza ti si intravvede l’anima, così pura e misteriosa al tempo
stesso.


Miracolo d’amore.
Incontrandoli per caso mi hanno riportata a casa,
come stella polare in una fredda notte di luna piena.


Occhi belli.
Di una bellezza che forse solo io sono in grado di cogliere davvero.
Tutto questo per il semplice fatto che ormai abiti in me.
In quelle due sferiche perle azzurre ho trovato un nuovo inizio: il nostro inizio…


Beatrice Marta Fedrigo, 5AC

A rose in Harlem

Le spine le sono cresciute con il tempo e hanno coperto ogni centimetro del suo corpo.

“Proteggiti dagli altri”, le dicevano.

“Resisti al freddo”, le dicevano.

“Lotta per non farti spezzare”, le dicevano.

Ingenui, cosa ne può sapere un fiore di campo di cosa vuol dire crescere nel cemento?
Tutto inizia quando finisci nella crepa di qualche marciapiede per caso o per destino, trasportato dal vento o
dalle sporche suole di qualcuno troppo preso dalla sua vita per accorgersi della terra che ruota intorno a lui.
All’improvviso sei solo, al buio, confinato in strette pareti che sanno di fumo e sogni infranti. Senti la terra
reclamarti piano ogni volta che cerchi di sbirciare attraverso la fessura che ti separa dal resto dell’atmosfera.
Piccoli “non te ne andare” si mescolano lievemente, fin troppo perché tu ti senta in dovere di prenderli alla
lettera. Così inizi a salire e salire, in cerca di quei raggi di sole che hai visto qualche volta nei tuoi sogni. Ti
contorci, ti allunghi, ti comprimi, ti allarghi, ti riaggiusti. Tutto in virtù di quel fatidico momento in cui sarai
capace di guardare in faccia il sole. Ti sei immaginato spesso come sarebbe stato incontrarlo: avresti alzato la
testa e lui sarebbe stato proprio lì ad aspettarti. Probabilmente, vi sareste sorrisi a vicenda e poi ognuno
avrebbe proseguito con la sua storia, come se condividere lo stesso cielo non vi rendesse già più intimi di due
amanti. Due amanti che, silenziosamente, si professano il loro amore da due parti opposte della stessa stanza.
Eppure, quando quel momento è finalmente arrivato, dopo che hai combattuto contro la pioggia e la siccità,
contro le sigarette e i fazzoletti di carta, contro il sangue di un bambino caduto mentre giocava a pallone e le
lacrime amare di una madre che ha perso il figlio. Alzi la testa e non vedi il sole, vedi solamente una palla di
fuoco troppo timida per farsi guardare negli occhi più di qualche secondo. Non vedi le nuvole ma mucchi di
cristalli di ghiaccio troppo impauriti per potersi separare l’uno dall’altro. Non vedi la luna ma un ammasso di
polvere e sassi troppo arrogante per pensare di mostrarsi solo durante la notte. Non vedi le persone ma
accozzaglie di ossa, muscoli e cuori palpitanti pronti ad essere spezzati dal prossimo sconosciuto che
incontreranno o dalle impervie che il fato deciderà di mettergli sul cammino.


Sei deluso, eh? Tutta questa fatica, tutto questo sudore, tutte queste energie e questo è quello per cui hai
lottato tanto? Un mondo rotto alle appendici e una natura piegata ad esso? Non rimpiangi almeno un po’ le
strette pareti del tuo marciapiede? Oppure sei disposto ad accettare questa dura realtà solo perché sembra più
reale di quella in cui sei nato? Sicuramente non sta a me o a te giudicare, ma di una cosa possiamo essere
certi: una volta sbocciata, la rosa non può più tornare ad essere un seme. Quindi pensaci bene la prossima
volta che sceglierai di seguire i consigli di un fiore di campo.

Anonimo

Follia

Inebriante pazzia dell’essere

Ho bisogno del calore del tuo corpo per sciogliere il mio cuore di ghiaccio.
Afferrami con fermezza e trascinarmi via da
questa bianca distesa inerte.
Piano piano,
questa solitudine mi diverte.
Sussurrami i tuoi più profondi pensieri e
fammeli arrivare dritti all’anima.
Ti osservo attenta.
Guardandoti bene non sei perfetto.
Sei solo un colore smorto, sbiadito, insipido su di una vecchia e sporca tela macchiata dal
tempo.
Piangi
lacrime amare all’alba del nuovo giorno.
Il cielo stanco
scruta la gente che da sempre gli sfreccia davanti in una vorticosa sinfonia frenetica.
L’anziana signora siede affaticata
sulla panca gelata e usurata.
Sul suo volto corrono tristi solchi profondi,
raccontano storie di tempi lontani,
terre calde,
musiche d’angoscia,
vecchi gitani.
Nell’aria percepisco sfumature d’odio,
d’oscura e latente paura.
Rovinoso
l’amore che provo vedendo i tuoi occhi brillare di luce intrinseca e cangiante.
Un’artista che non riconosce nulla al di fuori di sé stesso non è altro che un cumulo di
putrida materia stolta che nera si confonde con il buio delle anime sole.
Vago
alla ricerca di un corpo che mi doni il più sincero tepore.
L’aria tetra mi colpisce con una sonora sberla funesta,
troppi pensieri per la testa.
Danza lenta,
disastrosa.
Cammino sul filo della vita come fa un funambolo sulla corda.
Fluttuo nell’aria rarefatta cercando di non perdere l’equilibrio e,
quando mi sarai abbastanza vicino,
cadrò in basso
guardandoti mentre mi fondo con la nebbia incolore.
È follia,
brilla nelle mie verdastri iridi alla luce del sole calante.
Prepotente, arrogante.
Marchetto Sara 3CA

Amore

Tutto ciò che ho da dire

Sull’amore potrei dire tutto come niente;
potrei dire
per me l’amore è come la neve,
come il bianco candore del cielo,
come il freddo,
come una tazza di tè fumante.
Tuttavia
ognuna di queste risposte non è abbastanza.
A parer mio l’amore
non si può descrivere a parole.
Potrei dire
cosa mi provoca
ma sicuramente mancherebbe qualcosa.
I sentimenti
non li capisco nemmeno io.
Potrei dire
l’amore è come il dolore,
come la sofferenza,
come un coltello rovente
conficcato nella pancia.
Potrei dire anche
l’amore è come correre in un prato di fiori al chiaro di luna.
Posso affermare solo questo;
l’amore è come una droga,
non si può stare senza una volta che lo si ha provato.
Forse
meglio dire che esserne privati,
provocherebbe una sofferenza maggiore di quella inflitta dell’amore stesso.
-Non avere paura di amare.-
Marchetto Sara 3CA

Hey dad… You’re gone

Hey dad… I want to ask you a question…
“…”
What did you do when you felt like giving up? Did you give up or did you not…?
“…”
I don’t think I can handle all of this anymore, dad… should I… should I really keep trying? Are there any
reasons for me to do that?
“Is there a reason for you to not keep going?”
I whish you could say that to me… it would make me feel better… but I have no one by my side, or well, it
feels like I have no one…
“…”
I’m sorry I can’t be that perfect kid you always wished to have… I’m just a poor little child who is
misunderstood and lonely… in the end, even you left me…
I can’t trust everyone, but i want someone to be by my side and make me feel alive again… like you did…

Semplicemente me

Spazio

È come fluttuare nello spazio, fatico a controllare i miei movimenti e le mie emozioni.
Le guance avvampano e banalmente mi si stampa un sorriso ebete in faccia
quando ho te davanti o quando mi passi vicino,
mi guardi ma di sfuggita.
“Mi pensi mai?”
Questa è una domanda che mi pongo spesso,
ogni volta che io penso a te penso a questa domanda.
Quindi tutti i giorni e tutto il giorno,
tutte le notti e tutta le notte,
non ti ho mai parlato,
o almeno nella realtà,
nella mia mente dialoghi, sorrisi, carezze,
ma ho paura di parlarti, perché ho paura che tu mi possa guardare con occhio
diverso,
infastidito,
dopo essermi presentata.
Ma una parte di me mi dice di rischiare
di provare, perché è stanca di stare sola nello spazio,
perché ne ha abbastanza dell’astratto,
ne ha abbastanza di rifugiarsi in quelle emozioni
che sono come un rifugio,
dallo spazio devo attraversare l’atmosfera e ritornare in questo mondo.

EyeDreamer

Bianco

Colore dell’anima


Il Bianco è una corsa a cavallo in una boscaglia innevata.
Come unico rumore percepibile vi è il frenetico sbattere dei possenti zoccoli equini sulla
neve fresca.


Se si allunga lo sguardo si intravede un piccolo ruscello ghiacciato anch’esso ricoperto da
neve candida e pura.
Il cielo, travolto da grandi nubi, è sfumato di tutte le tonalità più bianche in grado di essere
viste dall’occhio umano.


D’un tratto il cavallo si ferma.
Il suo respiro affannato si fonde con quello del fantino facendo fuoriuscire vapore, il quale
spezza la trasparenza dell’aria circostante.


Il Bianco è la semplicità di una carezza meritata, data all’animale albino che ha
accompagnato l’uomo per tutto il viaggio.
Una carezza pura e candida come i cristalli di neve che cadono lievi sul suolo ghiacciato.


Il Bianco è un volto di cadavere congelato.
Gli occhi fissi persi nel vuoto, riprendono il colore della fredda stagione e risplendono di una
luce morta e tetra.
Forse
la pelliccia non era abbastanza calda per quell’anima solitaria che vagava per i deserti di
neve.
Il corpo giaceva incollato a terra, compatto e gelido.
Quasi non si distingueva dal colore del suolo.


Il Bianco è una stanza d’isolamento di un ospedale psichiatrico con le pareti imbottite di
spugna che non lasciano trasparire alcun rumore.
Collocata nel mezzo di un’infinita radura governata da cristalli di sale che rendono tutto
omogeneo e lucente,
si perde nel silenzio stridente di questo colore pieno di storie che mai ha potuto raccontare.


Dopotutto,
il Bianco è anche questo.


-Semplice complessità dell’immaginazione

Marchetto Sara 3CA

Non lasciarmi sola

Vorrei riuscire ad apprezzarmi,
lasciarmi andare,
vivere e sentirmi semplicemente ok,
ma mi saboto da sola,
non lo faccio apposta.


Io voglio solo imparare a stare bene,
io voglio solo imparare a sorridere
anche a me stessa,
amare me come amo te,
amare me come amo ogni aspetto
di questo mondo ambiguo.


Vorrei riuscire a superare le mie insicurezze,
spesso ho la sensazione di sprofondare,
ho paura di non riuscire a risalire.


Inondami con le tue braccia
e proteggimi da me stessa,
non lasciarmi sola.


Tutto quello che voglio è essere felice.


Ti prego, non lasciarmi mai da sola.

Anonimo

IDK

They tell me to move on,
they told me that everything was going to be alright.
They said that even if it hurts I will find a way to feel better.
They keep telling me that day after day the lack and love will fade away,
but everything I sense is that you own
my thoughts,
my heart.
You’re a part of me that will never fade away and I keep hurting me with your remembrance, with the memory of what we were and what we couldn’t be anymore.

It’s hard to love you from distance, it’s hard not to be able to show it… and the thing that hurt the most is to behold you falling in love with someone else.

I’m trying so hard to keep going, not to give everything up, but I’m tired of living this way, I’m tired of feeling unable to live without you, without your hugs, kisses or caresses, without your genuine laughter and smiles.

And I’ve tried hard enough to live in spite of all the shit that happens… I’m sorry but I don’t think I can do il like this anymore.

Remember,
I will always love you.

Anonymous