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Seduta in mezzo ad alberi
nessuno attorno a me
il nulla incombe.
I pensieri mi tormentano
le lacrime scendono
il cuore sembra scoppiare
e intorno a me,
il nulla.
Conforto Sophia 5AA
Seduta in mezzo ad alberi
nessuno attorno a me
il nulla incombe.
I pensieri mi tormentano
le lacrime scendono
il cuore sembra scoppiare
e intorno a me,
il nulla.
Conforto Sophia 5AA
Chi siamo davvero?
Spesso mi pongo questa domanda. E difficilmente riesco a trovare delle risposte. Però penso che, a prescindere da queste, noi non saremmo nulla senza i nostri genitori, che hanno deciso di metterci al mondo, e in particolar modo dobbiamo tutto questo al sacrificio delle nostre mamme: sono proprio loro che ci hanno fatto nascere, ci hanno fornito il nostro primo nutrimento, ci hanno portati la prima volta fuori da casa, e sono loro che per prime abbiamo visto come guide e maestre di vita. Eppure con il passare del tempo i più tendono a dimenticare tutto ciò.
Tuttavia io penso che, se per entrambi i genitori siano state stabilite delle feste in due giornate diverse vuol dire che qualcuno ancora crede nella loro importanza e ha trovato un modo per dire loro grazie.
Personalmente, dopo aver fatto tale considerazione, mi sono chiesto: ma io, la mia mamma l’ho mai ringraziata per tutto quello che mi ha dato? Data una situazione un po’ particolare non ho potuto dirglielo di persona, così ho deciso di scrivere un biglietto di ringraziamento con parole vere, sentite, e non banali formalità che si sentono di continuo. Poi mi sono recato nei pressi del canale della mia città, in un molo che un tempo fungeva da attracco per le barche, dove lei mi portava sempre, dicendo che i desideri lanciati nel canale si sarebbero avverati, e così ho affidato al corso d’acqua tale biglietto.
Ora posso finalmente dire di averle detto, in qualche modo, GRAZIE!
Anonimo
Giornata pesante,
Pensieri che gridano,
Anni che in realtà sono un istante,
Ansia e paura arrivano,
Per strada cammino e guardo in sù,
Le nuvole mi guardano
Silenzio, per fortuna ci sei tu.
Anonimo
Desideri così tanto tornare indietro nel tempo?
Di aver detto quello che pensavi
Di aver fatto quello che volevi
Ma poi ti rendi conto, che la
colpa non era dello scorrere frenetico del tempo stesso,
Ma di come le tue paure abbiano scelto di vivere l’attimo.
Anonimo
“fa paura” “non voglio morire” “non morire”
In molti pensano queste cose, è normale no?
É nella natura dell’essere umano dopotutto.
Ma cosa vuole dire essere normali?
Sono normale? dubito di esserlo.
In molti hanno paura delle cose non conosciute, di questo
cosiddetto ignoto.
Se dicessi che io non punto alla paura per questo argomento ma
bensì all’interesse che mi suscita? Come reagireste?
Io infatti sono affascinata, anzi quasi incantata dalla morte;
forse così tanto da arrivare a essere totalmente indifferente ad essa.
Se devo morire mi va bene, non mi interessa
io vivo solo aspettando il mio ultimo giorno,
perché in realtà sono voluta viva dalle persone attorno a me.
Ironico vivere in queste condizioni no?
La vita è come un gioco d’azzardo,
potrei morire oggi come potrei morire tra mille anni.
Anche se devo dire che questo gioco è perso in partenza;
tu sai che morirai dalla nascita eppure guarda quanta gente ci sta
giocando.
É esattamente questo che rende tutto più emozionante;
nessuno sa cosa succederà, potrebbe esserci il vuoto
oppure la reincarnazione in una nuova vita.
Esiste un aldilà? E se esiste secondo che criterio ci punirebbero?
La morte è affascinante perché se tu sapessi già quando e come
morirai sarebbe quasi noioso; nessuno correrebbe dei rischi.
Ed è qua che tu hai controllo; vita e morte sono come un libro, sei
tu a decidere quel tuo finale speciale.
/ren.
Come un masso affonda
la mia mente pesa
di urli oppressi da innocenti mani,
di scarne paure incise,
di chiavi smarrite e sorrisi negati
nella vuota sostanza del mio essere.
Un silenzio assordante incombe,
come una nube grigia
che riempie questa gabbia,
questo cadavere
scosso da mille impulsi
mille tentazioni.
La mia pelle brucia e stringe e stritola,
ma porta i segni di quelle notti senza stelle,
le cicatrici di quell’ intenso desiderio di dissolvere nel vento
e di quel disperato tentativo di raggiungere la quiete.
Anonimo
Ho visto il mare,
non quello di sempre,
ma quello nei tuoi occhi,
quando ho posato lo sguardo su di te.
Quegli occhi marroni,
ormai lame per incisioni,
una lama che incide tutta me stessa,
il mio cuore.
Non incide quel mio cuore in modo negativo,
ma in modo così amorevole,
che ho paura di riguardarli,
ma allo stesso tempo ho paura di non poterci perdermi di nuovo.
Le farfalle che sento quando li guardo,
sono più di quelle che volano sui prati della primavera e dell’estate,
le parole che vorrei poterti dire,
sono incise nei miei, più scuri ma meno profondi dei tuoi.
È un peccato per me non guardali sempre,
perché sarei felice di potercimi tuffare di nuovo,
quasi annegandomi
oppure galleggiarci.
Evitarli è un guaio,
guardarli anche,
perché evitarli mi renderebbe triste,
ma incrociare il mio sguardo con il tuo mi renderebbe felice.
Anonimo
Suicidio.
Immatura decisione puramente egocentrica.
Talvolta però
mi sono sentita chiamare da quel vuoto,
quella vertigine ignota che si apre sotto i nostri piedi come un oscuro abisso silenzioso.
Forse
ho paura della morte.
-Si spengono le luci, il sipario si chiude e una quiete sovrumana strega gli attori che
silenziosi si trascinano verso le loro fredde stanze-
Forse
siamo solo attori di una storia che non ci appartiene.
Una fioca e nascosta stella si che fa spazio nelle ombre altrui.
Tiepida luce spoglia che tremando urla.
-silenzio-
Non odo nessun suono.
Parole lievi al vento vengono trascinate via, lontano.
Alcun’ anima osa frantumare il sordo silenzio buio che lento striscia nelle secche radici
umane come un fungo parassita.
-vuoto-
Chi siamo?
Marchetto Sara 3CA
Non mi vuole nessuno,
forse è meglio così.
La solitudine fa bene, tuttavia
trovo che l’eccessivo pensare corroda l’uomo.
La vita non è dentro alla mente delle persone, non è immaginazione.
Forse è vero,
siamo solo storie
ma non tutte meritano d’esser raccontate.
Alcune vengono trascinate,
legate da pesanti catene e buttate nel letto del tempo.
Leggende, canzoni, sussurri;
Volano veloci attraverso l’infinita barca della vita.
Un traghetto infernale, assoluto, eterno.
Marchetto Sara 3CA
Apro di nuovo un libro profumato di fantasia,
spengo la mente
e inizio a viaggiare,
così vicino, ma lontano.
A volte ho paura di smettere di respirare,
mi si mozza il fiato.
A volte ho paura di incrociare il mio sguardo smarrito,
percepisco come sono semplicemente persa.
A volte ho paura di mostrare un sorriso:
so che sembrerebbe forzato.
Lasciami entrare nel tuo mondo,
partecipare alla tua storia,
riportami in vita regalandomi un diverso finale
tra parole piccole e scorrevoli,
trascinami dove nessun altro può trovarmi.
Lasciami amarti e ammirarti
prima di tornare alla realtà,
sono ammaliata dalla tua incantevole magia.
Lasciami scappare,
donami la tua disarmante bellezza
e profonda saggezza.
Anonimo
Come un masso affonda,
la mia mente pesa
di urli oppressi da innocenti mani,
di scarne paure incise,
di chiavi smarrite e sorrisi negati
nella vuota sostanza del mio essere.
Un silenzio assordante incombe,
come una nube grigia
che riempie questa gabbia,
questo cadavere
scosso da mille impulsi
mille tentazioni.
La mia pelle brucia e stringe e stritola,
ma porta i segni di quelle notti senza stelle,
le cicatrici di quell’ intenso desiderio di dissolvere nel vento
e di quel disperato tentativo di raggiungere la quiete.
Anonimo
“fa paura” “non voglio morire” “non morire”
In molti pensano queste cose, è normale no?
È nella natura dell’essere umano dopotutto.
Ma cosa vuole dire essere normali?
Sono normale? dubito di esserlo.
In molti hanno paura delle cose non conosciute, di questo
cosiddetto ignoto.
Se dicessi che io non punto alla paura per questo argomento ma
bensì all’interesse che mi suscita? Come reagireste?
Io infatti sono affascinata, anzi quasi incantata dalla morte;
forse così tanto da arrivare a essere totalmente indifferente ad essa.
Se devo morire, mi va bene, non mi interessa
io vivo solo aspettando il mio ultimo giorno,
perché in realtà sono voluta viva dalle persone attorno a me.
Ironico vivere in queste condizioni no?
La vita è come un gioco d’azzardo,
potrei morire oggi come potrei morire tra mille anni.
Anche se devo dire che questo gioco è perso in partenza:
tu sai che morirai dalla nascita, eppure, guarda quanta gente ci sta
giocando.
È esattamente questo che rende tutto più emozionante:
nessuno sa cosa succederà, potrebbe esserci il vuoto,
oppure la reincarnazione in una nuova vita.
Esiste un aldilà? E se esistesse, secondo che criterio ci punirebbe?
La morte è affascinante perché se tu sapessi già quando e come
morirai, sarebbe quasi noioso; nessuno correrebbe dei rischi.
Ed è qui che tu hai controllo; vita e morte sono come un libro, sei
tu a decidere quel tuo finale speciale.
/ren.
Ho visto il mare,
non quello di sempre,
ma quello nei tuoi occhi,
quando ho posato lo sguardo su di te.
Quegli occhi marroni,
ormai lame per incisioni,
una lama che incide tutta me stessa,
il mio cuore.
Non incide quel mio cuore in modo negativo,
ma in modo così amorevole,
che ho paura di riguardarli,
ma allo stesso tempo ho paura di non poterci perdermi di nuovo.
Le farfalle che sento quando li guardo,
sono più di quelle che volano sui prati della primavera e dell’estate,
le parole che vorrei poterti dire,
sono incise nei miei, più scuri ma meno profondi dei tuoi.
È un peccato per me non guardali sempre,
perché sarei felice di potermici tuffare di nuovo,
quasi annegandomi
oppure galleggiarci.
Evitarli è un guaio,
guardarli anche,
perché evitarli mi renderebbe triste,
ma incrociare il mio sguardo con il tuo mi renderebbe felice.
Anonimo
Negli ultimi anni, sta prendendo sempre di più piede il progetto di creare dei veicoli che riescano a guidare da soli, evitando incidenti e senza che l’uomo intervenga. Saranno quindi dei veicoli molto sicuri e che ridurranno drasticamente il numero di incidenti, anche mortali, grazie alla tecnologia. In questo articolo vi spiegherò questo tema in 5 punti.
1. I livelli di automazione
Dal 2013 esiste uno standard di automatizzazione, elaborato dal dipartimento dei trasporti statunitense, in collaborazione con. Questa classificazione prevede 6 livelli:
In questo livello il conducente ha il pieno controllo del veicolo e i sistemi che ci rientrano sono quelli di allarme anticollisione e di deviazione dalla corsia;
Il conducente anche in questo livello ha il controllo della vettura, ma il sistema può intervenire modificando la sterzata e la velocità. I sistemi di questo tipo sono il cruise control adattivo, il limitatore di velocità (che sarà obbligatorio per tutte le auto in circolazione in Europa dal 2025) e il sistema di mantenimento della corsia;
Il conducente non ha più il controllo della velocità e dello sterza, ma deve essere in grado di intervenire se fosse necessario. I sistemi principali che rientrano in questa categoria sono il DISTRONIC PLUS creato da Mercedes, Autopilot di Tesla e i sistemi di parcheggio automatico;
Il veicolo ha il pieno controllo di tutte le funzioni, ma il conducente deve essere in grado di intervenire se il sistema lo richiede e può essere attivato solo in strade delimitate da recinzioni e senza incroci. Se il sistema sente che il conducente non riesce a rispondere nel tempo prestabilito, effettuerà una sosta di sicurezza. Il guidatore perciò potrà essere parzialmente distratto. Un esempio di questo livello è il Full Self-Driving di Tesla;
Il sistema, come nel livello precedente, ha il completo controllo delle funzioni del veicolo, ma in questo caso non richiede l’intervento di un conducente. Infatti se il sistema nota che il percorso che sta facendo va oltre le proprie potenzialità, effettuerà un parcheggio di sicurezza, non fermandosi nella corsia di marcia come nel livello 3;
Questo livello racchiude le stesse funzionalità dell’alta automazione, ma non avrà limiti nei percorsi di guida e perciò non sarà costretto a fare un parcheggio di sicurezza se la guida è troppo complessa. Attualmente non si è ancora arrivati a questo livello.
2. Come le auto a guida autonoma si orientano nello spazio
Le auto a guida autonoma sfruttano un particolare sistema di sensori, telecamere e GPS per orientarsi, ma vediamo più nel dettaglio come funzionano.
Le autonomous cars hanno dei potenti radar che sfruttano l’effetto Doppler per calcolare la distanza e la velocità della vettura che le precede, fino anche a 200 metri di distanza. I radar funzionano emettendo delle onde radio a modulazione con una frequenza tra i 76 e i 77 GHz che, rimbalzando su un oggetto, ritornano indietro fornendo al computer di bordo numerosi e preziosi dati.
C’è poi un sistema di ultrasuoni e lidar che si attiva alle basse velocità e che scandagliano tutta la zona attorno al veicolo fino a una distanza di 6 metri in modo tale da registrare la presenza di pedoni o di altre auto. Il sistema ad ultrasuoni emette delle onde sonore superiori ai 20 kHz che non sono udibili all’orecchio umano. Queste onde sonore, ritornando ai sensori, forniscono una distanza precisa degli oggetti intorno all’auto.
Il lidar (dall’inglese Laser Imaging Detection and Ranging) è invece un sistema di raggi laser che forniscono una mappa dettagliata e tridimensionale di tutto ciò che si trova vicino il veicolo in un raggio di 150 metri.
C’è anche un sistema di telecamere che sostituisce gli occhi umani e che è in grado di calcolare la distanza degli oggetti grazie alla prospettiva. In ogni modello di auto a guida autonoma c’è un numero diverso di telecamere, ma principalmente ci sono tre tipi di telecamere standard. La prima telecamera è quella frontale, che ha il compito di monitorare la strada davanti fino a 150 metri, la seconda telecamera è grandangolare che riesce a vedere fino a 60 metri con una maggiore visuale laterale e infine c’è una telecamera focalizzata che è in grado di vedere fino a 250 metri di distanza.
Non può poi esistere un sistema GPS che monitora la posizione della vettura costantemente in una mappa precaricata. Il sistema GPS è in grado di comunicare con altri sistemi di bordo per anticipare curve o altri tratti potenzialmente pericolosi.
3. La sicurezza della guida autonoma
Le autonomous cars grazie ai sensori e alle telecamere sono molto sicure e infatti si stima che possano ridurre gli incidenti del 94% anche se non potranno eliminarli totalmente e sono soprattutto maggiormente esposte ad attacchi informatici, ma vediamo la loro sicurezza più nel dettaglio.
I sensori possono subire dei guasti, come cortocircuiti o interruzione del passaggio della corrente elettrica che comporta a un malfunzionamento generale del software che controlla la macchina, ma ciò può essere risolto sottoponendo il veicolo a delle revisioni abbastanza frequenti, come può accadere e dobbiamo fare anche per le auto comuni. Questo però non è il “problema” più grave delle auto a guida autonoma, ma la problematica più importante è il rischio di subire un attacco hacker o che il sistema vada in “tilt” non riconoscendo alcuni segnali.
Di ciò ne parla un report fatto da Enisa (l’Agenzia Europea per la Cybersicurezza) e da Jrc (il Centro Comune di Ricerca europeo) che mette in evidenza le problematiche informatiche delle auto a guida autonoma. In questo report viene messo l’accento sui problemi del machine learning che, nonostante l’analisi di migliaia di dati sugli interventi dei conducenti nelle più disparate situazioni, non sarebbe in grado di valutare correttamente che tipo di intervento fare, come accelerare o frenare. Inoltre, l’aggiunta di segnaletica orizzontale o di vernice sul manto stradale potrebbe portare il sistema a fare una valutazione scorretta, causando degli incidenti. Non sono poi esclusi possibili attacchi informatici che possono rendere molto pericolosa l’auto.
4. A che punto siamo oggi nel loro sviluppo
Oggi, gran parte delle case automobilistiche, in particolare BMW, Tesla, Mercedes, Volvo e Audi, ma anche aziende come Google stanno spingendo molto su questa tecnologia, tanto che la gran parte dei loro modelli dispongono di una tecnologia di guida autonoma uguale o superiore al livello 1 e addirittura Waymo (un’azienda controllata da Google) offre dei taxi di livello 4.
Per il momento però le aziende più avanti in questo campo sono Tesla, che con le funzioni di Autopilot e di Full Self-Driving ha sviluppato un sistema di guida autonoma di livello 3, Argo AI e Cruise (di proprietà di General motors).
Waymo è quella più avanzata di tutti che offre robotaxi di livello 4, che sono prenotabili tramite app negli Stati Uniti e che sono in servizio in Arizona e a Los Angeles. Oltre ai robotaxi Waymo offre un servizio di trasporto merci, con furgoni e camion con autopilota.
Questa tecnologia sta insomma prendendo piede e secondo le stime entro il 2030 il 15% delle auto vendute sarà autonoma anche se ciò dipenderà da come il pubblico le accetterà.
Oggi un’auto a guida autonoma costa intorno ai 45.000-50.000€, anche se un’auto a guida autonoma di livello 3 della Mercedes costa tra i 5.000 e i 7.430€ in più rispetto al prezzo di listino.
In Italia le auto a guida autonoma non possono circolare sopra il livello 3 compreso, anche se i test delle auto di livello 3 sono permesse con l’autorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Come tutte le cose, anche le autonomous cars hanno dei pro e dei contro, ma vediamoli più nel dettaglio.
5. I pro e i contro
Come tutte le cose anche le auto a guida autonoma hanno dei pro e dei contro, elencati qui sotto:
Pro:
Contro:
In questo articolo spero di avervi spiegato al meglio l’argomento.
Francesco Savio, 1ASA
Vuoto informe,
incolmabile.
Guardo fuori dalla finestra
nella remota speranza di incontrarlo.
Ogni sera, ogni pomeriggio, ogni attimo si tramuta in una nostalgia che vertiginosamente mi
fa cadere nei ricordi.
Sono una persona che ha paura di non essere
abbastanza.
Lo sono sempre stata.
Non voglio vivere per un’altra figura che come me vaga nella notte buia della vita cercando
un
solido appiglio.
Il mio punto di forza è crollato.
La mia colonna portante è andata in frantumi.
Ora chi sono io?
Vorrei solo fosse un incubo da cui risvegliarmi.
Perché una persona può inconsciamente provocare una tale sofferenza in un’altra?
Forse sono io ad aver sbagliato ogni cosa.
Sotto sotto, forse, sono io a sbagliare a sperarci ancora.
La mia paura più grande è quella di non riuscire ad andare avanti,
di non innamorarmi più.
Non voglio essere come un arredo che invecchia, senza anima, senza emozioni.
Senza colore.
Marchetto Sara 3CA
-Incolore-
Uno spazio privo d’alcuna particella di luce.
Assenza d’aria rende impossibile il respiro.
Ansimando con incombe fatica,
le lacrime percorrono gli angoli squadrati del volto e lo segnano come fiumi in aride terre.
Scontato vero?
Marchetto Sara 3CA
Nuvole sporche piangono,
io abbasso il finestrino
e ti penso sospirando.
Lacrime inondano mondo e anime,
tingendo maschere
di tristezze vane.
Corro sotto incessanti gocce spente,
ti penso e urlo il tuo nome,
ma rimbomba solo la mia voce.
Anonimo
” Volevo solo scomparire in un abbraccio” come dice Calcutta in una delle sue canzoni.
Avrei voluto solo un abbraccio, nulla di più.
Non volevo la rabbia, non volevo rimanere sola, non in quel momento.
C’è solo uno spazio infinito tra me e te, e le tue braccia attorno al corpo di qualcun’altra.
Non sono più quella persona a cui stringere la felpa mentre si è abbracciati, quando il momento viene interrotto da una leggera voce che dice “mi sento bene qui, non andare ti prego”.
Queste parole non sono più qui, tu non sei più qui. Tu sei lì, con qualcun’altro.
Io aspetterò qui, ti aspetterò, ma non tornerai.
Se tornerai non ci sarà più tutto quello che c’è stato.
Ti farò solo del male guardandoti, perché ti sentirai in colpa.
Allora vai, corri nei prati in cui abbiamo corso insieme, corri nelle braccia di chi ti fa stare bene, corri e vivi.
Vivi libero, corri più distante possibile, così che tu possa esser leggero. Leggero da ciò che non ti appartiene più. Libero…
“Volevo solo scomparire in un abbraccio…”
Un abbraccio senza fine, un abbraccio senza parole, un abbraccio che ti sfiora e senti piano piano che se ne va.
Se ne va assieme al vento, un vento delicato che ti sposta i capelli.
Un vento che ti accarezza il volto, e che va via assieme alla tua espressione, i tuoi occhi, le tue labbra, i tuoi sorrisi, i tuoi respiri…
Anonimo
Tema Seamless Cooking Flavor, sviluppato da Altervista
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