Mela(nina)

Il figlio dell'uomo, René Magritte
Il figlio dell’uomo, René Magritte

Croccante e succosa, dolce e melodiosa;
Vellutata e corposa, tonda e formosa.
Di tutti, il più celebre e più insigne frutto
È la mela, ch’i oggi ne voglio celebrare tutto.
Frutto ingegnoso, vario e multiforme
Diversa in ogni dove, ma la sostanza riman conforme.
Si fosse persona sarebbe dama di nobil radice,
Dalla carnagione chiara ch’a regina s’addice.
Tal pallidore coperto da vesti pregiate di mille colori:
Rosse, gialle, nere e verdi. Le sete indiane sembran pallori
A confronto con così tanta eleganza e raffinatezza
E da ogni artista ne vien copiata la bellezza.
Essa com gioiello di natura può ch’esser rubino
Tanto compatta e lucente, il rosso appare sopraffino.
Ma povera disgraziata, quanto sei stata diffamata
Quando la prima coppia ti morse e dal paradiso fu cacciata
(Probabilmente ad Adamo sei andata di traverso
Visto c’or la sua stirpe presenta il pomo paterno).
E vogliam parlare dei crediti che ti han levato?
Steve Jobs ricco sfondato e Newton se la ride beato
Poiché entrambi ti usaron come mezzo ingiusto
Per farsi pubblicità e ricever fama senza gusto.
E ch’è sta storia che levi un medico di torno
Nel momento in cui ti si mangia ogni giorno?
Però, siam onesti un secondo. La mela sotto sotto
Non è così dolce e zuccherina e non inganna il dotto.
Infatti i semi di essa sono abbastanza velenosi,
Quindi domani evita di dar alla mela morsi copiosi.

 

~Enrico Pinton