Indignazione

Roma, mercoledì 30 ottobre 2019:
Viene approvata in Senato, con 151 voti favorevoli, la cosiddetta “Commissione Segre”, un nuovo organo collegiale volto a monitorare e combattere i fenomeni razzisti e antisemiti del nostro paese.
Ebbene sì, i voti favorevoli su 249 votanti sono stati solo 151; infatti 98 esponenti del centrodestra hanno ben pensato di astenersi dal voto, e, durante il lungo applauso che è seguito all’approvazione, di starsene seduti in silenzio ad osservare.
Dunque sorge spontanea una domanda: com’è possibile, nel ventunesimo secolo, astenersi da un tema che dovrebbe creare, in qualunque democrazia degna di tale denominazione, un sentimento di coalizione?
Dovete sapere infatti che Liliana Segre, la senatrice che dà il nome a questa commissione, non è soltanto una delle tante personalità politiche del nostro Paese; è bensì una superstite dei campi di sterminio nazisti, testimone oculare delle atrocità perpetrate durante la Seconda Guerra Mondiale a danno di ebrei, rom, omosessuali, disabili e oppositori politici del Reich quali comunisti e socialdemocratici.
Una storia “vecchia” 70 anni, per qualcuno già da dimenticare, ma oggi più attuale che mai.
Ora che le aggressioni razziste sono all’ordine del giorno, ora che l’arte degli slogan è più forte che mai, ora che “Prima gli Italiani” conta più del “Prima gli esseri umani”, e, per finire, ora che in una ricca cittadina vicentina, viene rifiutata una mozione presentata dal Partito Democratico per il posizionamento di pietre d’inciampo in memoria dei deportati in quanto “portatrici di odio e divisioni”.
Pare uno scherzo ed invece è proprio questo lo scempio ideale e culturale che arriva da Schio.
Ma com’è possibile strumentalizzare politicamente una questione del genere?
Charlie Chaplin nel film “Il Grande Dittatore” del 1940 recitava così:
“Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti, la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato”.
Chiedo adesso a voi che leggete di fermarvi un momento; di riflettere sulle parole di Charlot.
Personalmente, e con grande dispiacere, constato che il mondo d’oggi non è poi così cambiato da quel quaranta, ed è proprio l’astensione di quasi cento senatori a confermarmelo.
L’antisemitismo, così come l’odio e il razzismo sono ancora nei nostri cuori e da ciò segue che della Commissione Segre ce n’è bisogno più che mai.
Abbiamo il dovere morale di ricordare ciò che è successo, di non dimenticarlo mai, di fare in modo che mai ricapiti, e di difendere anche i nuovi oppressi.
La lotta all’antisemitismo e al razzismo deve, e sarà volere unanime.
Una crisi umanitaria, a forza di slogan, è stata trasformata, per ragioni di consenso, in una crisi politica.
Ma vi pare davvero che insistendo su questa linea di indifferenza, e talvolta addirittura di indulgenza e legittimazione nei confronti dei numerosi episodi di razzismo susseguitisi negli ultimi anni, andremo mai da qualche parte?
Se provassimo davvero, mettendo da parte la perenne campagna elettorale, a porre fine a questo imbarbarimento della società, a combattere all’unanimità i fenomeni di razzismo, antisemitismo e di qualunque altro tipo di discriminazione, forse potremmo avere tutti più decenza e autostima.

Desidero infine rivolgermi direttamente a coloro che contribuiscono a dare vita a questo clima d’odio e di violenza:
Se esiste ancora dentro di voi una parvenza di umanità, ogni tanto mettetevi una mano sul cuore, e fatevi un esame di coscienza. Prima le persone, prima la memoria, dopo le differenze culturali ed etniche.
Nel ’47 Primo Levi scriveva:
“Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scalfitele nel vostro cuore Stando in casa, andando per via,
Coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi”.

Giuseppe Maria Toscano