IL FUMETTO

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Buongiorno a tutti! Quest’oggi ho voluto presentarvi un argomento che può interessare sia grandi che piccini: il fumetto. Di certo vi sarà capitato sottomano (magari in una pausa di relax) un fumetto di Topolino o di Dylan Dog e scommetto che, man mano procedevate con la lettura delle vignette, eravate così “avidi” di scoprire come andava a finire la storia e non volevate più smettere di leggere.

Per chi non si sia mai addentrato nell’affasciante mondo dei fumetti, essi sono per definizione storie composte da immagini in sequenza, cioè accostate l’una all’altra in modo da suggerire l’idea del movimento, nelle quali i personaggi parlano spesso per mezzo di “nuvole di fumo” che provengono dalle loro bocche (i fumetti o ballons, in inglese). Colui che invece si occupa della vera e propria progettazione del fumetto, è il fumettista e mangaka per i manga (come vedremo dopo). Egli si occupa delle sceneggiature, della scelta delle inquadrature, della realizzazione dei bozzetti e dell’eventuale inchiostrazione e/o colorazione.

Ora però, scopriamo l’evoluzione e i generi di fumetto …

Avreste mai pensato che il primo fumetto, pubblicato negli Stati Uniti a fine Ottocento e nato dalla fantasia di Richard Felton Outcault, era noto con il nome di Yellow Kid? Si tratta di un bambino molto buffo, caratterizzato da orecchie a sventola e da un camicione giallo su cui venivano scritte le battute che pronunciava.

E Topolino chi se lo scorda? L’uscita del primo fumetto di Mickey Mouse fu pubblicato il 5 maggio del 1930. Topolino, nato dalla penna di Walt Disney  darà il via a tutta una serie di successivi personaggi immaginari conosciuti oggi come i celeberrimi protagonisti Disney. Sempre di questo periodo come non ricordare i Peanuts di Charles Schulz con Snoopy e Charlie Brown? Con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale, le persone iniziano a maturare un desiderio di riscatto sociale, di giustizia e, per quanto riguarda il fumetto, questo si traduce con la scoperta e il bisogno di avere dei supereroi come Superman, l’Uomo Ragno, Capitan America, i Fantastici Quattro e molti altri ancora creati dalla casa produttrice Marvel e DC Comics. Durante gli anni ruggenti negli USA la figura del supereroe diventa uno strumento di propaganda; Capitan America è nato espressamente per appresentare un’America libera e democratica contro un’Europa imperialista e bellicosa.

Nell’ltalia del boom economico, si fanno largo icone come Corto Maltese di Hugo Pratt, Alan Ford, Sturmtruppen, Diabolik, Tex Willer e Lupo Alberto.

I fumetti diventano sempre più diffusi, fino ad arrivare all’altro capo del mondo, in Giappone dove, nel 1990, nascono i manga, divenuti famosi in Europa e, ancora oggi molto apprezzati, anche da più generazioni, grazie ai corrispettivi cartoni animati o anime, per esempio Naruto e Drangonball. Essi si differenziano moltissimo dai classici fumetti a cui siamo abituati, infatti spesso vengono criticati per i loro tratti quasi infantili, come gli occhi grandi o i capelli dalle forme inconsuete, che li fanno risultare come un genere di fumetto destinato unicamente ad un pubblico di bambini e ragazzi. Anche se devo essere sincera, fino a poco tempo fa, non mi piacevano i manga perché superficialmente, li consideravo solo per bambini… da quest’anno invece, grazie ad alcune mie amiche mi sono appassionata a questo mondo e ora non posso più farne a meno… perché ho scoperto che anch’essi trattano tematiche sociali realistiche. Le due caratteristiche che distinguono i manga dai fumetti sono la lettura da destra a sinistra e la colorazione unicamente in bianco e nero. ln base al target troviamo manga per bambini (Kodomo) come Doraemon o Hamtaro, per gli adolescenti (shojo per le ragazze e shonen per i ragazzi), come Lady Oscar e Candy Candy, o con relazioni tra omosessuali (yaoi e yuri) come Death Note, di genere poliziesco e psicologico.

I fumetti sono da considerarsi forme d’arte? “Certo che domande sono!” Diranno certi di voi, ma non tutti la pensano allo stesso modo. A mio parere il fumetto è una vera e propria forma d’arte come la poesia, la scultura e il teatro, infatti è considerata la Nona Arte dai critici d’arte. E voi cosa ne pensate?

Grazie della lettura, Giada Pagnin