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L’Italia purtroppo perde contro la Svezia.

E con ciò non si intende il solito sconforto che, ognuno di noi almeno una volta, ha provato mentre montava un mobile della potenza scandinava e si trovava a contemplare un agglomerato di viti, bulloni e matitine…

Nella sera del 13 novembre 2017, infatti, si è  riscontrata nella penisola italica una gran percentuale di popolazione maschile che, incollata al televisore,  ha pianto fiumi di lacrime.

I poveri tifosi hanno dovuto assistere alla sconfitta definitiva, grazie  alla quale la nazionale dovrà criogenarsi insieme a Fry nell’attesa del 2022, per poter ritentare ancora. Durante il match un umore sali e scendi, dettato da vane speranze, ha afflitto gli italici che, non dandosi per vinti e dimostrando patriottismo, hanno comunque fischiato all’inno dei gialli e blu.

Criticate molto le palle volate alte, ingiustizia con un rigore negato e due fatti passare ai nordici: ovviamente, come sempre, tutta colpa dell’arbitro, Mateu Lahoz. Mateu fischia anche cartellini gialli per Chiellini e Barzagli che  avevano provato ad alzare il tasso agonistico-fisico, come gli scandinavi all’andata; in particolare Barzagli rischia un secondo richiamo sul rigore non assegnato.

Nella stessa sera persa pure la leggenda, Buffon, che ha giocato a San Siro la sua ultima partita per gli azzurri, dopo circa 20 anni di servizio.

Sui social unanime solidarietà per la squadra e slogan incoraggianti, poesie, dediche da parte dei tifosi. Nella vita reale visi tristi e capi chini.

L’Ikea inoltre risponde alle virtuali offese offrendosi di fornire una panchina (già assemblata, tranquilli) per Ventura; il nostro caro Gian Pietro, attuando una strategia abbastanza confusionaria contribuisce ad un punteggio invidiato dalla farina: 0-0. Intascherà comunque mezzo milione per un’Italia non qualificata; le dimissioni previste per giugno 2018, mese in cui avverrà anche lo scontro Russia vs Svezia: si prevede che i patriottici sconnetteranno il decoder, mentre i più sadici e vendicativi invocheranno la vittoria per l’Est.

Forte comunque la voglia di rimettersi in campo; frattanto che il Quatar aspetta, gli italiani cominciano a riassemblare le schegge dei loro cuori e si preparano a quattro anni di allenamenti e rassicurante sostegno, per poter tornare ai mondiali più gloriosi di prima.

~Boscolo Sara