Follia

Inebriante pazzia dell’essere

Ho bisogno del calore del tuo corpo per sciogliere il mio cuore di ghiaccio.
Afferrami con fermezza e trascinarmi via da
questa bianca distesa inerte.
Piano piano,
questa solitudine mi diverte.
Sussurrami i tuoi più profondi pensieri e
fammeli arrivare dritti all’anima.
Ti osservo attenta.
Guardandoti bene non sei perfetto.
Sei solo un colore smorto, sbiadito, insipido su di una vecchia e sporca tela macchiata dal
tempo.
Piangi
lacrime amare all’alba del nuovo giorno.
Il cielo stanco
scruta la gente che da sempre gli sfreccia davanti in una vorticosa sinfonia frenetica.
L’anziana signora siede affaticata
sulla panca gelata e usurata.
Sul suo volto corrono tristi solchi profondi,
raccontano storie di tempi lontani,
terre calde,
musiche d’angoscia,
vecchi gitani.
Nell’aria percepisco sfumature d’odio,
d’oscura e latente paura.
Rovinoso
l’amore che provo vedendo i tuoi occhi brillare di luce intrinseca e cangiante.
Un’artista che non riconosce nulla al di fuori di sé stesso non è altro che un cumulo di
putrida materia stolta che nera si confonde con il buio delle anime sole.
Vago
alla ricerca di un corpo che mi doni il più sincero tepore.
L’aria tetra mi colpisce con una sonora sberla funesta,
troppi pensieri per la testa.
Danza lenta,
disastrosa.
Cammino sul filo della vita come fa un funambolo sulla corda.
Fluttuo nell’aria rarefatta cercando di non perdere l’equilibrio e,
quando mi sarai abbastanza vicino,
cadrò in basso
guardandoti mentre mi fondo con la nebbia incolore.
È follia,
brilla nelle mie verdastri iridi alla luce del sole calante.
Prepotente, arrogante.
Marchetto Sara 3CA