Circe

Il romanzo che racconta della dea e maga Circe, figlia del titano Elios e della ninfa Perseide, è diventato molto famoso sui social, in particolare su Tiktok. È grazie ad un video visto su quest’ultima piattaforma, infatti, che ho deciso di cominciare la lettura del libro di Madeline Miller Circe; volevo avere qualche dettaglio in più su questo personaggio molto famoso, ma al tempo stesso poco conosciuto e “misterioso”.

 
Questo romanzo è un incredibile viaggio all’interno della mitologia greca. Alla vita della protagonista, infatti, si intrecciano svariati personaggi che conosciamo bene anche grazie ai nostri libri di scuola. Prima di iniziare questo libro, credevo di sapere molto sulla vita della maga Circe, accorgendomi, però, di essermi sbagliata parecchio.

 
Il romanzo racconta la lunga ed estenuante vita della dea, della quale, secondo me, viene costruito un ritratto con caratteristiche perlopiù umane. All’interno del libro, l’autrice ci presenta la dea con tutte le sue debolezze, paure, sofferenze e i suoi difetti ed errori. Molto spesso riusciamo a riconoscere situazioni tipiche della nostra realtà contemporanea, che non ci sembrano affatto assurde o irrealizzabili; questo ci fa rendere conto di quanto i miti riescano ad insegnare anche a distanza di millenni.

 
Circe fin da bambina viene vista come quella “diversa” o “strana” dai suoi familiari; per questo è emarginata, messa in ridicolo, sottovalutata, rifiutata. Nella prima parte del libro, dove lei vive ancora nella casa del padre, Circe è una ragazzina molto debole: non trova mai il coraggio di dire la propria opinione o di fare ciò che desidera davvero. Per questo motivo, credo che la lettura si possa definire un romanzo di formazione. Infatti, veniamo accompagnati piano piano nei pensieri della protagonista, vedendone l’evoluzione. La crescita personale di Circe è dettata dalle numerose sofferenze ed esperienze negative che la vita le pone davanti, non è una crescita improvvisa e casuale, al contrario molto lenta e anche dolorosa.

 
Ad un certo punto, però, scoprendo di essere una maga, viene mandata in esilio sull’isola di Eea. La parte centrale del romanzo si svolge su quest’isola, che piano piano Circe adatterà ai suoi bisogni grazie alla sua magia. Mentre noi aspettiamo con impazienza l’arrivo di Odisseo (o almeno io, convinta che la maggior parte del libro trattasse del loro incontro), Circe vivrà molte altre avventure. Il modo in cui l’autrice narra questi episodi mi ha tenuta incollata alle pagine. La Miller ha una scrittura molto poetica e dettagliata, le descrizioni sono sempre minuziose e precise, soprattutto quelle che riguardano le emozioni e le sensazioni dei personaggi.

 
Alcuni argomenti mi hanno particolarmente toccata tanto da volerli presentare cercando di non fare spoiler (guai a chi ci prova!).

 
Per me è stata una scena molto forte la descrizione dello stupro di cui è stata vittima. Da questo momento in avanti, inizierà a trasformare in maiali tutti gli uomini che approderanno ad Eea, dopo averli sufficientemente saziati e ristorati. “La verità è che gli uomini sono dei pessimi maiali” pensa Circe; immagino voglia dirci che in realtà certi uomini non sono solo “dei maiali”, ma addirittura peggiori di questi. Da queste pagine abbiamo la dimostrazione che una donna (non escludendo tuttavia gli uomini) non può mai sentirsi al sicuro, soprattutto quando è da sola; l’autrice scrive “ero una donna ed ero sola, era tutto ciò che contava”. Potrei aprire una parentesi infinita (ma non lo farò, perché spero che questo libro vi possa parlare da solo) sulla violenza contro le donne e sul fatto che l’unico colpevole sia l’oppressore e mai la vittima “per il suo atteggiamento” o “per ciò che indossa”.

 
Dopo la permanenza di Odisseo sulla sua isola, Circe avrà da lui un figlio, Telegono. Ho riconosciuto anche qui il ritratto umano che viene fatto della nostra dea. Lei sarà una madre premurosa, dolce e forse un po’ assillante, ma metterà sempre al primo posto la felicità e la sicurezza del figlio, in ogni occasione. Dalle pagine, capiamo quanto sia forte l’amore materno e quanto riesca ad andare contro ad ogni sfida o difficoltà: Circe farà di tutto per proteggere il bambino, si metterà contro Atena e scenderà negli abissi per sfidare Trigone. Il rapporto tra i due mi ha fatto accorgere di quanto a volte possa essere difficile per i nostri genitori lasciarci liberi di fare quello che desideriamo, poiché, avendo più esperienza, sanno che una determinata cosa potrebbe esserci nociva e provocarci dolore.

 
In questo libro, quindi, Circe non è tanto una dea, una maga o una titana; è soprattutto una bambina indifesa, una figlia, una sorella, un’amante, una madre, una moglie, una donna.

 

 

È un romanzo molto coinvolgente, ti rende infatti partecipe delle scelte e delle azioni della protagonista; mi sono sentita molto spesso triste, arrabbiata o nostalgica con lei. Credo che questo romanzo meriti pienamente la fama che ha acquistato.

 

 

 

Matilde Martinelli 3AC