Poesia d’amore

Al calar del sole
Io e te stesi sulla spiaggia,
il sole ci punge sulle nostre pelli ignude, le nostre labbra che si sfiorano, il tuo sguardo infinito che mi attrae, il profumo del mare, il sapore del sale;
là a veder i raggi cader all’orizzonte.

Mi immagino noi

Mi immagino noi
Seduti sul tuo letto,
Il tuo sorriso bianco
Che mi colora dentro
E il cuore mi batte forte.
Il blu dei tuoi occhi
Belli non perché sono blu
Ma perché sono tuoi
Perché sono i tuoi miei occhi.
Mi immagino noi
Seduti vicini
Le tue labbra che diventano le mie
In un’esplosione di rosso.
Mi immagino noi
Che ci annoiamo insieme
E non vorremmo altro che noia.
Ti alzi dal letto
E mi offri la mano
Vuoi ballare?
Mi immagino noi
I nostri corpi attaccati
Che si muovono lenti
Seguendo la musica.
Lo sai che non so ballare
E ridi.
E mi accendi.
Mi immagino noi
Le tue mani calde
Sulla pelle dei miei fianchi
Le mie si legano al tuo collo.
Stiamo così, per così
Tanto tempo che arriva la notte.
Mi immagino noi
Sdraiati accanto,
E tu, come sempre,
Ti improvvisi poeta.
Scrivi qualcosa su un pezzo di carta
E mi guardi.
Non stai sorridendo
E mi guardi.
I tuoi occhi dentro i miei
E ci ritroviamo a ballare ancora
Pur non toccandoci,
Pur senza musica.
Mi immagino noi
Tu che smetti di scrivere.
Spegni la luce
Ma ti vedo.
Mi accogli lì
Tra le tue braccia
Sotto le coperte.
E starei così per sempre
Protetta, calda, felice.
C’è silenzio
Ma solo fuori.
Io dentro sto urlando
E il mio cuore un tamburo.
Il tuo respiro forte insieme al mio.
Mi immagino noi
Il tuo braccio
Che mi stringe il fianco,
La mia schiena e il tuo petto.
Mi immagino noi,
Gli occhi chiusi,
Ma ti vedo, non vedo altro.
E ci abbandoniamo,
Ci abbandoniamo al resto
Ma non noi. Noi siamo insieme.
Mi immagino noi.
Mi immagino solo,
Mentre tu sei seduto qui,
Sì, ma siamo lontani.
Mi immagino.
Anonimo

Seconda guerra d’indipendenza italiana

Ho voluto scrivere questa poesia-parodia per ricordare di una guerra (la seconda guerra d’indipendenza italiana) che spesso né viene ricordata né viene capita la sua importanza.
Seconda guerra d’indipendenza 29 aprile 1859-12 luglio 1859
A Plombieres Cavour e Napoleone
strinsero un’alleanza
ma, non essendo Gigi un cattivone,
non lui iniziò la danza.
Allora Cavour mandò sul confine
le truppe a spernacchiare
A ciò Francesco pose presto fine,
e la guerra fece iniziare.
Gyulay e i soldati calmi eran avanzati
ma, col suolo allagato,
si ritrovarono impantanati.
L’ingegner Noè era stato.
Letto un rapporto avevano compreso
di aver preso Torino
ma, a Vienna male avevano inteso:
avevan preso Trino!
Eran partite già feste e colombe
ma, capito lo sbaglio,
presto posarono le care trombe
per prendere un ventaglio.
Poi arrivò lesto coi rinforzi Gigi,
grazie ai treni veloci.
Qui cominciarono i giorni grigi
agendo come soci.
L’impero prese solo che batoste
fino al vecchio trapezio.
Le truppe lì furono ricomposte
e ci fu un bel screzio.
Francesco prese in carico l’armata
per via delle sconfitte.
Realizzarono, poi, un’accozzata
vicino a palafitte.
Vincere, avranno vinto i Giginiani
ma con perdite ingenti.
Dopo il bell’ armistizio gli italiani
rimasero irridenti.

Anonimo

Articolo nr. 1

Il vento sulla faccia mi ricorda quella notte
Crediti
la sabbia sui piedi
le scarpe rotte
Crediti
In mezzo a mille pensieri,
dolori,
addii,
emozioni, poi ritorno a me.
Crediti

Marco Valdisolo 5AC

Estate

Le giornate si allungano, lente e liete,
un tepore dolce avvolge ogni cosa.
Le foglie verdi donano fresca quiete,
mentre l’estate con grazia si posa.
I fiori sbocciano in un tripudio di colori,
spargendo profumi nell’aria che
respiro.
Il caldo accarezza il corpo, senza clamori,
mentre il vento sussurra un dolce sospiro.

Anonimo

Ballando sotto la pioggia

Nuvole sporche piangono,
io abbasso il finestrino
e ti penso sospirando.


Lacrime inondano mondo e anime,
tingendo maschere
di tristezze vane.


Corro sotto incessanti gocce spente,
ti penso e urlo il tuo nome,
ma rimbomba solo la mia voce.

Anonimo

Luce di ricordi frammentati

Pioggia.
Ticchettii creano cerchi astratti
su onde tristi,
in questa fredda spiaggia.
Occhi luccicano,
mentre il mio cuore corre veloce.
Lacrime su gote arrossate,
anche le nuvole ormai piangono.


Pioggia.
Goccioline scivolano sul vetro appannato
e io oggi, ancora, ti ho pensato,
scie di gocce infelici precipitano con furia.


Pioggia.
Suoni di clacson, ma tutto è bloccato,
ancora non ti ho dimenticato
e io ieri, ancora, ti ho sognato.

Anonimo

Amo l’amore

Occhi dolci,
dipinti d’un celeste cristallino,
sfumature grigie come il vetro:
fragile, delicato.


Trasmetti attimi di purezza e profonda passione.


Mi rifletto sulle tue pupille e le osservo splendere,
mentre le mie precipitano nella voragine della tua luce.


Se dovessi parlare dell’amore,
parlerei di te,
parlerei di noi.

Anonimo

Nei tuoi occhi

Riflesso di luce.
Dentro quel bagliore scorgo uno squarcio di infinito;
spalanca il mio sguardo verso la meraviglia, senza però accecarmi per il suo
splendore.


Mare calmo e profondo.
Non ci sono scogli,
se non quelli creati dalla mia incapacità di vedere oltre, di capire in quale
oceano sfocino queste acque;
annego e mi trovo dai flutti cullata,
salva.


Specchio del mondo che hai dentro.
Dalla loro limpidezza ti si intravvede l’anima, così pura e misteriosa al tempo
stesso.


Miracolo d’amore.
Incontrandoli per caso mi hanno riportata a casa,
come stella polare in una fredda notte di luna piena.


Occhi belli.
Di una bellezza che forse solo io sono in grado di cogliere davvero.
Tutto questo per il semplice fatto che ormai abiti in me.
In quelle due sferiche perle azzurre ho trovato un nuovo inizio: il nostro inizio…


Beatrice Marta Fedrigo, 5AC

Non lasciarmi sola

Vorrei riuscire ad apprezzarmi,
lasciarmi andare,
vivere e sentirmi semplicemente ok,
ma mi saboto da sola,
non lo faccio apposta.


Io voglio solo imparare a stare bene,
io voglio solo imparare a sorridere
anche a me stessa,
amare me come amo te,
amare me come amo ogni aspetto
di questo mondo ambiguo.


Vorrei riuscire a superare le mie insicurezze,
spesso ho la sensazione di sprofondare,
ho paura di non riuscire a risalire.


Inondami con le tue braccia
e proteggimi da me stessa,
non lasciarmi sola.


Tutto quello che voglio è essere felice.


Ti prego, non lasciarmi mai da sola.

Anonimo

IDK

They tell me to move on,
they told me that everything was going to be alright.
They said that even if it hurts I will find a way to feel better.
They keep telling me that day after day the lack and love will fade away,
but everything I sense is that you own
my thoughts,
my heart.
You’re a part of me that will never fade away and I keep hurting me with your remembrance, with the memory of what we were and what we couldn’t be anymore.

It’s hard to love you from distance, it’s hard not to be able to show it… and the thing that hurt the most is to behold you falling in love with someone else.

I’m trying so hard to keep going, not to give everything up, but I’m tired of living this way, I’m tired of feeling unable to live without you, without your hugs, kisses or caresses, without your genuine laughter and smiles.

And I’ve tried hard enough to live in spite of all the shit that happens… I’m sorry but I don’t think I can do il like this anymore.

Remember,
I will always love you.

Anonymous

Primavera

Dolce sole
l’equinozio è ormai arrivato
e dei fiori sono già sbocciati.
Il Sole si posa sulla pelle
e termina l’inverno perenne.

-Anonimo

Ed eri sola

O forse lo sei sempre stata,
tu e tu,
le tue cuffie,
i tuoi sogni,
chiudevi gli occhi
ed eri altrove,
dove nessuno poteva farti male.


Fa paura non percepire il tuo cuore,
fa paura non sentirlo battere e vivere.


Non parli con nessuno,
ma osservi sempre tutto,
occhi complicati,
incasinati.


Sei quel treno troppo puntuale,
che passa una sola volta
e poi non se ne sente più parlare.

Anonimo

Una stella e un po’ di fumo

L’accendo.
Ti guardo e ancora brilli.
Chissà se ancora m’ascolti
tra un grido e
qualche straziante silenzio.
Ne accendo un’altra
mentre la notte ancora parla
ed io penso:
“l’ultima e poi basta”.

L’accendo.
Tu brilli ed io
mi spengo.
Chissà se puoi sentire
questo amaro addio
che ancora sa di tabacco
e qualche lacrima.
Ne accendo un’altra,
ancora una notte e poi basta.

Anonimo

Domanda: fallire quanto costa?

Trovo la risposta guardando allo specchio,
guardando quanto ho perso.


È vero,
forse non ti trattavo bene,
forse avevi troppe paure,
forse non eri la mia persona.


Ma eri le mie definizioni.


Cos’è l’amore?
Cos’è lo stare bene?


L’ultima,
un po’ incerta,
sono più brava a voler bene che a stare bene,
ma forse con te ci stavo davvero.


Forse era tutta un’illusione?


Riguardo ogni foto,
penso a ciò che ho perso,
penso a ciò che ho sbagliato.


Riguardo ogni foto,
ammiro tutti i miei fallimenti,
che forse erano anche un po’ i tuoi.


Ti illuminavi con la luce del buio,
nella notte sotto la luna,
con i colori più spenti.


I tuoi occhi come fulmini nel vuoto,
tagliavano il tempo,
tagliavano il silenzio,
brillavano come solo con me sapevano fare.


E ora?


Hai fatto tante cose,
mi hai resa più grande,
mi hai resa più distante.


Ormai sei così lontano che trattengo il respiro,
il soffitto mi schiaccia,
vengo soffocata dalla libertà che mi lasciavi,
dagli incubi in cui non ci sei.


Ormai ho solo veleno nelle arterie,
credi che qualcun altro riuscirà ad insegnarmi di nuovo,
come si ama?


blu, 12

Come luce nella notte

Ogni giorno il mondo è una tela bianca,
attendendo che ogni persona,
attratta dal suo splendore,
venga a impregnarla di colori.


Le mie esili dita prendono in mano
il pennello sottile,
sporcato di colore smorto.
Lo lascio scivolare
in modo indefinito sulla tela,
creando macchie astratte
cui non so dare un nome.


Mi soffermo, osservando,
cogliendo tristezza,
senza saperne il motivo.


Le mie mani lasciano sfuggire il pennello,
rimbalza,
sporcando il pavimento.


Un pennello già sporco di tempera
scorre ora tra le mie dita.
Lo osservo lentamente,
lo studio attirata, incuriosita,
inizialmente incerta.


Sporco la tela del colore della gioia,
dell’energia,
dell’ottimismo.
La mia tela brilla,
luminosa nelle sue imperfezioni
e sfumature tra grigio e giallo.


Van Gogh mangiava la pittura gialla:
riteneva che gli avrebbe trasmesso
la stessa felicità,
che la visione di questa tonalità
gli provocava abitualmente,


Non assaggerò la pittura:
ho già trovato il mio piccolo giallo,
che emana la stessa felicità,
descritta nelle favole.


Anonimo

Pensieri e candele

Pensieri:
negativi o positivi,
Sempre pensieri.


Mi lavo e amo le candele.
Le candele intorno alla vasca,
mi rilassano, mi fanno sognare
con De André di sottofondo.


La guerra di Piero,
canzone che mi rilassa,
ma allo stesso tempo mi fa riflettere,
immaginare.


Rilasso i muscoli,
tesi come il filo che sento intorno al collo,
il filo,
la mia famiglia che lo tiene forte.


Sento il gatto,
entra in bagno e mi fa compagnia,
si addormenta sul tappeto,
finché non esco.


Le candele piano piano,
ad una ad una si spengono,
hanno compiuto il loro lavoro:
illuminare e rilassare.


Vorrei essere una candela,
illuminare le persone,
rilassare le persone,
quelle che lo meritano.


Sono una candela,
vengo spenta ogni giorno,
da persone da cui non me lo aspetto,
da persone a me care.


Sento il fuoco dentro di me:
arde,
ma non brucia…
Quello è il problema.


Il mio fuoco
non è alimentato,
semplicemente, si spegne,
piano piano.


Ritorna ad ardere forte,
ho vicino a me una persona a me cara,
forse lo sente anche lei?


No, mi sbaglio, non riesco a farle vedere nulla,
se non la Deborah anaffettiva,
quella che odia l’amore.


Non è così,
sono innamorata,
sia dell’Amor stesso, sia di una persona,
non sembra, ma anche io amo.


Il fuoco che ho dentro,
c’è, mi rende felice,
il fuoco continua ad ardere,
ma ci vuole poco per farlo smettere.


Pensieri, pensieri che si accumulano,
perché sembra che io non riesca ad amare?
Cos’è veramente l’amore?
Sono felice veramente?


A questa domanda non rispondo,
se mi viene posta,
chiedo di cambiare domanda,
non scherzo, non lo so veramente.


So solo che per essere veramente felice,
bisogna essere sé stessi,
bisogna capire chi si è veramente
e capire, trovando sé stessi.


Le candele si spengono,
non c’è più luce,
un po’ come la mia vita,
ma è tempo di uscire e tornare alla realtà.


Deborah Zagolin 3CA

Lui

Lui è Luna,
nella costellazione
che la notte rapisce.


Lui è Sole,
fra nuvole avorio,
sostituisce ombre grigie.


Lui è Arcobaleno,
dipinge il cielo dopo la tempesta.


Lui è Bellezza,
quando ogni certezza sbiadisce.


Lui è quella canzone sconosciuta,
profonda e stupefacente,
di cui solo io conosco le parole.


Anonimo