Bianco

Colore dell’anima


Il Bianco è una corsa a cavallo in una boscaglia innevata.
Come unico rumore percepibile vi è il frenetico sbattere dei possenti zoccoli equini sulla
neve fresca.


Se si allunga lo sguardo si intravede un piccolo ruscello ghiacciato anch’esso ricoperto da
neve candida e pura.
Il cielo, travolto da grandi nubi, è sfumato di tutte le tonalità più bianche in grado di essere
viste dall’occhio umano.


D’un tratto il cavallo si ferma.
Il suo respiro affannato si fonde con quello del fantino facendo fuoriuscire vapore, il quale
spezza la trasparenza dell’aria circostante.


Il Bianco è la semplicità di una carezza meritata, data all’animale albino che ha
accompagnato l’uomo per tutto il viaggio.
Una carezza pura e candida come i cristalli di neve che cadono lievi sul suolo ghiacciato.


Il Bianco è un volto di cadavere congelato.
Gli occhi fissi persi nel vuoto, riprendono il colore della fredda stagione e risplendono di una
luce morta e tetra.
Forse
la pelliccia non era abbastanza calda per quell’anima solitaria che vagava per i deserti di
neve.
Il corpo giaceva incollato a terra, compatto e gelido.
Quasi non si distingueva dal colore del suolo.


Il Bianco è una stanza d’isolamento di un ospedale psichiatrico con le pareti imbottite di
spugna che non lasciano trasparire alcun rumore.
Collocata nel mezzo di un’infinita radura governata da cristalli di sale che rendono tutto
omogeneo e lucente,
si perde nel silenzio stridente di questo colore pieno di storie che mai ha potuto raccontare.


Dopotutto,
il Bianco è anche questo.


-Semplice complessità dell’immaginazione

Marchetto Sara 3CA